Fotovoltaico: ecco quanto si guadagna nel 2024 con il ritiro dedicato
Utilizzare il fotovoltaico con il ritiro dedicato è sempre più conveniente. A dimostrarlo sono i prezzi minimi diffusi da ARERA per il 2024: ecco la tabella
Alessia Mancini
Content manager e blogger
Negli ultimi anni, c’è stata una crescente sensibilizzazione verso la sostenibilità ambientale, con un aumento significativo degli impianti fotovoltaici installati. L’energia solare rappresenta una fonte pulita e sostenibile, perché favorisce l’autoconsumo e offre la possibilità di raggiungere l’indipendenza energetica.
La normativa sul Superbonus ha ulteriormente catalizzato l’interesse per il fotovoltaico, portando alla ribalta il concetto di ritiro dedicato (RID). Questo servizio è diventato fondamentale per i proprietari di impianti fotovoltaici, ma di cosa si tratta precisamente? Scopriamo come funziona il ritiro dedicato e quanto permette di risparmiare analizzando i prezzi minimi diramati da ARERA.
Cos’è il ritiro dedicato GSE?
Il ritiro dedicato (RID) rappresenta il compenso che il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) versa al proprietario di un impianto fotovoltaico per l’energia elettrica autoprodotta ma non consumata, che viene immessa nella rete nazionale.
Il GSE remunera il produttore con un prezzo stabilito per ogni kWh di energia immessa in rete. In pratica, agisce come acquirente e intermediario tra il produttore e il mercato dell’energia, offrendo un vantaggio significativo attraverso prezzi minimi garantiti che assicurano una redditività più stabile rispetto alla volatilità dei prezzi sul mercato libero.
Il ritiro dedicato si traduce essenzialmente in una forma di vendita di energia: grazie a questa opportunità, il proprietario di un impianto fotovoltaico non solo beneficia del risparmio derivante dall’autoconsumo dell’energia prodotta, ma può anche ottenere un ulteriore vantaggio economico dalla vendita dell’energia in eccesso immessa nella rete nazionale.
Fotovoltaico 2024: i prezzi minimi garantiti
I prezzi minimi garantiti sono stati introdotti dall’Arera con la deliberazione n. 34/05, con lo scopo di garantire una remunerazione minima, qualunque sia l’andamento del mercato elettrico. Ogni anno questi prezzi vengono aggiornati sulla base del tasso di variazione annuale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati rilevato dall’Istat. Per i prezzi minimi in vigore a partire dal 1° gennaio 2024, l’ARERA fa sapere che:
“Sulla base dei dati pubblicati dall’Istat, la variazione percentuale media annua dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno 2023 rispetto all’anno 2022 è risultata pari a +5,4%. Pertanto, i valori dei prezzi minimi garantiti per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza nominale elettrica fino a 1 MW, vigenti per l’anno 2024 secondo i criteri previsti dalla deliberazione n. 280/07, sono evidenziati nella seguente tabella“:
- Biogas e biomasse, esclusi i biocombustibili liquidi a eccezione degli oli vegetali puri tracciabili ex regolamento europeo CE n. 73/09: fino a 2.000.000 kWh a 109,7 €/MWh
- Eolica fino a 1.500.000 kWh a 58,2 €/MWh
- Solare fotovoltaica fino a 1.500.000 kWh a 46,4 €/MWh
- Geotermica fino a 1.500.000 kWh a 60,8 €/MWh
- Fonti rinnovabili diverse dalle fonti sopra elencate fino a 1.500.000 kWh a 46,4 €/MWh
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