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Casetta in legno da giardino: tutti i permessi e documenti da presentare

Le casette in legno possono essere molto utili in giardino, ma non tutti sanno che potrebbero essere necessari dei permessi del proprio comune: ecco tutto quello che c’è da sapere

Ultimo aggiornamento 22-04-2024
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Quando si valuta l’acquisto di una casetta in legno da giardino bisogna fare molta attenzione a quali siano i permessi da chiedere. Non sempre è sufficiente che la struttura sia amovibile, senza fondamenta e autoportante per evitare di doversi barcamenare tra iter burocratici e regolamenti nazionali o comunali.

Quando si valuta l’acquisto di una casetta in legno da giardino bisogna fare molta attenzione a quali siano i permessi da chiedere. Non sempre è sufficiente che la struttura sia amovibile, senza fondamenta e autoportante per evitare di doversi barcamenare tra iter burocratici e regolamenti nazionali o comunali.

Se infatti il comune di residenza non ha emanato specifici regolamenti a riguardo dell’installazione delle casette, bisognerà tenere conto di quanto previsto dal Testo unico dell’Edilizia, che stabilisce la normativa per l’attività edilizia libera. Nel caso di queste strutture, spesso è sufficiente fornire una DIA, cioè una denuncia di inizio attività presso il proprio comune, che tenga conto anche del fatto che si tratti di un giardino di proprietà oppure di uno spazio condominiale. Ecco quello che c’è da sapere sull’installazione delle casette in legno da giardino e gli eventuali permessi da richiedere.

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Casette in legno da giardino: DIA o permesso a costruire?

L’installazione di una casetta in legno nel giardino richiede permessi specifici? La risposta a questa domanda è sì, ma non è univoca: la tipologia di permesso dipende dalle norme previste dal regolamento del singolo comune in cui la casetta dovrà essere installata. Nel caso in cui il Comune non abbia regolamentato edilizio ad hoc, viene applicata la normativa contenuta nel Testo unico dell’Edilizia e in particolare all’articolo 6 che sancisce l’Attività edilizia libera. Inoltre, la tipologia di permessi cambia anche in funzione delle dimensioni della casetta, della posizione e della funzione.

Per chi installa una casetta da usare come capanno degli attrezzi nel proprio giardino che abbia dimensioni inferiori ai 20 metri quadri, potrebbe essere sufficiente fornire una DIA, o denuncia di inizio attività. La DIA è sufficiente anche per le strutture prefabbricate, purché siano amovibili, autoportanti e non richiedano la presenza di fondamenta, oppure la predisposizione di ancoraggio. Per casette più grandi, oppure inamovibili e in cui potrebbe esserci uso abitativo, sarà invece necessario richiedere un vero e proprio Permesso a costruire. In entrambi i casi, sarà necessario avvalersi di un professionista, come ad esempio un architetto, un ingegnere o un geometra, che realizzi il progetto e rediga i documenti da presentare per la pratica all’ufficio competente del Comune.

Casetta di legno in giardino condominiale: si può fare?

Installare una casetta di legno nel proprio giardino di proprietà comporta solo il rispetto delle normative previste dal proprio Comune. Per chi invece vuole installare una casetta da giardino o un capanno degli attrezzi in uno spazio condominiale, il discorso è differente. In genere, il Comune richiede che il condominio si pronunci con l’assenso al progetto presentato con la DIA, perché l’opera potrebbe “peggiorare il fabbricato” e quindi essere non approvata dagli altri condomini. Quindi è possibile installare il capanno amovibile nel giardino condominiale, ma solo se la questione è stata affrontata in assemblea e c’è l’approvazione per iscritto della maggioranza dei condomini.

Casetta di legno da giardino: quali documenti presentare

Una volta chiarito che i permessi sono necessari per installare una casetta di legno nel proprio giardino, sia di proprietà che condominiale, vediamo quali sono i documenti da presentare. Prima di tutto, serve una piccola relazione tecnica illustrativa su cosa si intende realizzare che sia accompagnata da un disegno in pianta, dove saranno indicate le dimensioni della costruzione, la posizione e le distanze rispetto ai confini e ad altri manufatti. Si tratta di una relazione tecnica a cui si potranno aggiungere anche foto o schede tecniche, soprattutto se si tratta di un prefabbricato standard.

La relazione e il disegno progettuale andranno quindi validati da un tecnico abilitato, che potrà essere un geometra, un architetto o un ingegnere edile. Se si procede con la DIA, dopo aver presentato la domanda al Comune di competenza sarà sufficiente attendere i 30 giorni e poi si potrà applicare la regola del “silenzio-assenso”: senza comunicazioni contrarie, si potrà procedere alla realizzazione.

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