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Come progettare un giardino giapponese?

Il giardino giapponese è sinonimo di equilibrio, armonia e perfezione: scopri la storia e come realizzarlo!

Ultimo aggiornamento 11-06-2021
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Il giardino giapponese è molto diverso rispetto all’idea tipicamente occidentale di giardino. Se ad esempio, in Italia il giardino viene considerato un luogo in cui mixare sapientemente piante e alberi da frutto a zone di convivialità, come ad esempio i giardini pensili, il giardino giapponese viene concepito come un luogo quasi mistico, votato allo sviluppo di benessere e pace interiore.
In Giappone i giardini infatti, vengono realizzati in maniera personalizzata a seconda del luogo per il quale vengono progettati: ad esempio nel caso delle dimore di imperatori o nobili, vengono realizzati prevalentemente pensando all’estetica, mentre nel caso dei templi buddisti, vengono progettati con valenza fortemente spirituale.
Storicamente il giardino giapponese affonda le sue origini nell’isola di Honshu dove è nato e dalla quale ha preso ispirazione: l’isola, caratterizzata da un paesaggio molto vario e aspro, con cime vulcaniche, cascate e laghi , ma anche spiagge pietrose e valli scoscese, ha influenzato molto lo sviluppo di uno stile che ne riproducesse almeno in parte le caratteristiche.
A sua volta però il giardino giapponese, nella sua progettazione, risente molto anche della religione shintoista e del mito delle otto isole perfette e del lago degli dei.
Per un lungo periodo la progettazione del giardino giapponese ha risentito dell’influenza cinese, ma tra l’VIII e il XII secolo, conosciuto come Periodo Heian, i progettisti giapponesi hanno iniziato a sviluppare uno stile proprio, sempre più indipendente e definito.

Il giardino giapponese è molto diverso rispetto all’idea tipicamente occidentale di giardino. Se ad esempio, in Italia il giardino viene considerato un luogo in cui mixare sapientemente piante e alberi da frutto a zone di convivialità, come ad esempio i giardini pensili, il giardino giapponese viene concepito come un luogo quasi mistico, votato allo sviluppo di benessere e pace interiore.
In Giappone i giardini infatti, vengono realizzati in maniera personalizzata a seconda del luogo per il quale vengono progettati: ad esempio nel caso delle dimore di imperatori o nobili, vengono realizzati prevalentemente pensando all’estetica, mentre nel caso dei templi buddisti, vengono progettati con valenza fortemente spirituale.
Storicamente il giardino giapponese affonda le sue origini nell’isola di Honshu dove è nato e dalla quale ha preso ispirazione: l’isola, caratterizzata da un paesaggio molto vario e aspro, con cime vulcaniche, cascate e laghi , ma anche spiagge pietrose e valli scoscese, ha influenzato molto lo sviluppo di uno stile che ne riproducesse almeno in parte le caratteristiche.
A sua volta però il giardino giapponese, nella sua progettazione, risente molto anche della religione shintoista e del mito delle otto isole perfette e del lago degli dei.
Per un lungo periodo la progettazione del giardino giapponese ha risentito dell’influenza cinese, ma tra l’VIII e il XII secolo, conosciuto come Periodo Heian, i progettisti giapponesi hanno iniziato a sviluppare uno stile proprio, sempre più indipendente e definito.

Uno stile che va perfezionandosi maggiormente nel periodo successivo, conosciuto come Periodo Edo, dove il giardino giapponese arriva alla sua massima espressione di bellezza e perfezione, anche se successivamente non mancheranno alcune influenze di stampo occidentale.
Ancora oggi il giardino giapponese però affascina con il suo stile armonico, fortemente spirituale e simbolo di pace, benessere e ordine che si riflettono anche su chi vi passeggia. Realizzarlo non è così semplice come potrebbe sembrare, proprio per l’equilibrio che deve esserci tra le varie specie di piante. Pertanto, se ne vorresti uno all’esterno della tua abitazione, il primo passo da fare è quello di rivolgerti ad un esperto e chiedere un preventivo per la realizzazione di un giardino giapponese.

Giardino giapponese piante: tipologie di giardini e vegetazione presente

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Esistono diverse tipologie di giardino giapponese. Tra queste si possono distinguere:

A caratterizzare fortemente un giardino giapponese non è solo la suddivisione degli spazi e la presenza di determinate piante, ma il significato che ogni singolo elemento porta con sé. Nulla infatti, in un giardino giapponese, viene lasciato al caso e ogni cosa deve contribuire a creare un ambiente pacifico, rilassante e votato alla meditazione e alla spiritualità.
Tendenzialmente si tratta però di uno stile molto minimal, privo di fronzoli o elementi puramente decorativi, in modo tale da permettere alla natura di comunicare con l’essere umano infondendogli il suo benessere e il suo messaggio. Per queste caratteristiche, il giardino giapponese è spesso paragonato al giardino zen, altra rappresentazione votata all’equilibrio e alla pace interiore.
Le piante infatti servono a connettere la natura all’uomo ed è per questo che, in un giardino giapponese, le piante non sono mai troppo alte e distanti, bensì sempre di dimensioni modeste o addirittura bonsai, per creare un ambiente armonico ed omogeneo in cui la presenza umana può immergersi totalmente.

Gli eventuali alberi più alti servono esclusivamente per accogliere il visitatore all’entrata del giardino, mentre lungo i viali sono le piante fiorite ad accompagnarne il passaggio. Importante poi anche la presenza del muschio in sostituzione del manto erboso: nel giardino giapponese questo permette di avere una copertura verde durante tutto l’anno.
Su tutto deve però aleggiare un ordine semplice e minimale, con corsi d’acqua, laghetti o fontane semplici, mai troppo elaborate, e piante disposte in forma triangolare e mai simmetrica, aggiungendo canneti, sassi e altri elementi naturali che non disturbino il dialogo tra natura e uomo.

Giardino giapponese esempi: come realizzarne uno perfetto

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