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Come calcolare il dimensionamento dell'autoclave condominiale

Prima di acquistare un'autoclave condominiale occorre avere le idee chiare sul suo dimensionamento: ecco cos'è, come calcolarlo, prezzi e a chi rivolgersi

Ultimo aggiornamento 22-04-2024
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Il condominio in cui abiti sta pensando di installare un’autoclave ma tu vorresti vederci chiaro sulla questione? Si tratta di un sistema che viene adottato spesso dai condomini composti da diversi piani per garantire l’approvvigionamento idrico a tutti gli appartamenti ed eliminare i problemi di distribuzione dell’acqua nelle zone più alte o nei casi in cui la risorsa, per diversi motivi, debba essere razionata.

Un sistema veramente comodo che consente di distribuire in modo equo la pressione ed i flussi di acqua in tutti i piani dello stabile. Inoltre, l’impianto di autoclave condominiale permette di sfruttare le riserve idriche che il condominio mette da parte per usarle nei momenti di necessità e di carenza senza lasciare nessuno appartamento scoperto.

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Per capire come si installa il sistema e come si stabilisce il dimensionamento dell’autoclave condominiale, leggi il nostro approfondimento nel quale ti spieghiamo con chiarezza e semplicità quali sono le regole riferite ad un sistema del genere.

Autoclave condominiale: qual è la normativa

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La decisione sull’installazione di un’autoclave in condomino, come per tutti gli altri lavori condominiali, viene presa nel corso dell’assemblea condominiale. Per procedere ai lavori serve il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti se l’autoclave viene installata in un’area in cui sono ci sono già degli altri impianti. Se, invece, occorre modificare la destinazione d’uso dell’area di installazione, allora è necessaria la maggioranza qualificata.

Per le spese da destinare all’installazione e alla successiva manutenzione dell’autoclave condominiale, la normativa stabilisce che la somma totale va divisa tra tutti i condòmini, in proporzione del valore di ciascuna proprietà e dunque in base ai millesimi di proprietà che ogni singolo possiede, senza tenere conto dall’altezza del piano in cui si risiede.

Questo significa, dunque, che alle spese devono partecipare anche le famiglie che abitano ai piani inferiori in quanto secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, l’installazione di questo sistema è considerato parte integrante dell’intero impianto idrico condominiale. Le spese sui consumi, invece, dipendono dall’uso che ogni abitazione fa del servizio: chi spende di più paga di più.

Innovazioni e tecnologie avanzate per autoclavi condominiali

Una delle tecnologie più impattanti è l’utilizzo di autoclavi con inverter. Questi dispositivi modulano la velocità della pompa basandosi sul fabbisogno idrico reale del condominio, permettendo una riduzione del consumo energetico e un minor livello di rumore. Questa soluzione non solo ottimizza l’uso dell’energia, ma contribuisce anche a creare un ambiente più tranquillo per gli abitanti.

Altrettanto rivoluzionario è il sistema di recupero dell’acqua piovana, che può essere integrato con l’autoclave per utilizzare l’acqua raccolta in attività quali il lavaggio delle cisterne o l’irrigazione delle aree verdi. Questo sistema non solo riduce la dipendenza dall’acqua potabile fornita dalla rete idrica comunale, ma permette anche un considerevole risparmio economico.

In aggiunta, le moderne autoclavi possono essere equipaggiate con sonde di livello e sistemi di controllo remoto. Le sonde permettono di monitorare costantemente il livello dell’acqua nel serbatoio, mentre i sistemi di controllo remoto facilitano la gestione dell’impianto a distanza tramite dispositivi smart, come smartphone o tablet. Questo aspetto è particolarmente utile per la programmazione della manutenzione e per garantire il corretto funzionamento dell’impianto in ogni momento.

Un ulteriore passo avanti è rappresentato dall’uso di materiali innovativi per le tubazioni, come il polietilene reticolato (PE-X). Questo materiale offre una maggiore resistenza alla corrosione, alle perdite e all’usura, estendendo la vita utile dell’impianto e riducendo i costi di manutenzione.

L’introduzione di queste tecnologie nelle autoclavi condominiali non solo promette una riduzione dei costi operativi e delle bollette, ma contribuisce anche a minimizzare l’impatto ambientale del condominio. Inoltre, migliorano il comfort e la sicurezza dei residenti, potendo anche aumentare il valore immobiliare dell’edificio.

Come calcolare il dimensionamento dell’autoclave condominiale

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Seguendo le norme in materia, è chiaro che il dimensionamento dell’autoclave condominiale segue delle regole ben precise. Per effettuarlo in modo corretto, stabilendo la capacità del serbatoio, la potenza della pompa ed i relativi costi da dividere, secondo la normativa, tra i vari condòmini, è necessario eseguire dei calcoli precisi che non possono essere fatti, in modo idoneo, né dalle famiglie e né tantomeno dall’amministratore di condominio.

A questo poi, va aggiunta l’importante decisione del luogo di installazione, dal cortile condominiale se presente o in una zona interrata più sicura. Disposizione, questa, che ha delle ricadute anche sull’iter di approvazione per l’installazione dell’autoclave. Si tratta di aspetti tecnici e contabili che non possono essere coordinati con il fai da te ma che richiedono una gestione professionale per garantire non solo che tutto l’iter vada a buon fine ma che venga eseguito con il massimo della sicurezza garantendo a tutto il condominio il massimo del rendimento nel futuro, ripartendo spese ed oneri secondo la legge.

Proprio per questo nell’installazione di un’autoclave, ma non solo, per tutte le questioni legali, contabili e finanziarie dello stabile, è bene che il condominio si affidi ai professionisti specializzati in amministrazione immobiliare che sanno come gestire tutto quanto ruota intorno allo stabile, soprattutto se di grandi dimensioni con condomini residenziali all’interno.

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