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Come svuotare lo scaldabagno?

Per effettuare una perfetta manutenzione della caldaia, una delle cose più importanti da fare è quella di svuotare lo scaldabagno . Vediamo come fare

Ultimo aggiornamento 13-05-2024

Ugo Sollazzo

Idraulico termotecnico

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Svuotare lo scaldabagno per una perfetta manutenzione della caldaia: ecco perché farlo, quando e i consigli per non sbagliare.

Svuotare lo scaldabagno per una perfetta manutenzione della caldaia: ecco perché farlo, quando e i consigli per non sbagliare.

Lo scaldabagno è una di quelle piccole, grandi invenzioni che rendono la vita di ogni giorno più confortevole – avere dell’acqua calda sempre a disposizione, in ogni momento della giornata, è un lusso che solo fino a qualche decennio fa era riservato ai più ricchi, mentre ora è pressoché inimmaginabile aspettarsi che una casa ne sia sprovvista, pur risparmiando con i giusti accorgimenti.

Data la sua ubiquità e importanza, quindi, è opportuno sapere come trattarlo e una delle cose più importanti da fare per assicurarci che continuerà a operare a pieno regime è svuotarlo regolarmente, di solito ogni tre anni. Vediamo come si fa.

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Le fasi per svuotare lo scaldabagno: spegnimento e scarico

Procediamo passo per passo.

  1. Anzitutto, cerchiamo la scatola del pannello elettrico o dei fusibili e disattiviamo l’alimentazione (in caso di scaldabagno a gas, cercare il termostato); nel primo caso, stiamo cercando una scatoletta grigia con uno sportellino, solitamente affissa ad una parete in un’ambiente esterno dell’abitazione o in una cantina, ripostiglio, garage, etc., mentre nel secondo cerchiamo una manopola rossa direttamente sull’esterno della caldaia.
  2. Se abbiamo uno scaldabagno elettrico, anche istantaneo, disconnettiamo il circuito/fusibile che alimenta la caldaia; se lo abbiamo a gas, giriamo il termostato sull’impostazione “spia pilota”. Nota che la cosa potrebbe togliere energia a più della sola caldaia, a seconda della conformazione dell’impianto elettrico del pannello.
    Alternativamente, possiamo spegnere i salvavita della caldaia; se non sappiamo quali essi siano, possiamo cercare l’interruttore generale e spegnere quello, ma così facendo si toglie elettricità all’intera casa.
  3. Cerchiamo la valvola dell’acqua fredda, solitamente posta in prossimità del tubo che porta l’acqua nella caldaia, e chiudiamola ruotandola in senso orario.
    Notare che ci sono due tipi di valvole, a sfera e a saracinesca, ma l’unica variazione sostanziale è che le seconde richiedono più rotazioni e che hanno un blocco prima di chiudersi o aprirsi completamente; più importante è tenere a mente che le valvole per le caldaie non elettriche possono invece rimanere aperte.
  4. Apriamo un rubinetto dell’acqua calda, così da impedire la formazione di vuoto nel sistema.
  5. Attacchiamo un tubo per innaffiare al rubinetto di scarico o alla valvola di drenaggio, situata sotto lo scaldabagno o la caldaia; se non dovessimo trovarlo immediatamente, potrebbe essere nascosto sotto un carter rimovibile.
  6. Allunghiamo il tubo per innaffiare fino al punto di scarico prescelto per l’acqua; se l’acqua non è stata raffreddata e intendi usare recipienti, assicurati che siano in materiali più resistenti della plastica poiché l’elevata temperatura potrebbe scioglierla.
  7. Apriamo il rubinetto di drenaggio per lasciar defluire l’acqua dalla caldaia, e tiriamo verso l’alto la valvola di rilascio della pressione per garantire che il deflusso sia regolare e lento.
  8. Riempiamo un secchio con l’acqua uscita dalla caldaia, lasciamola depositarsi lì per qualche minuto e poi osserviamone i contenuti; se l’acqua è torbida o vediamo dei sedimenti sul fondo, continuiamo a svuotare la caldaia finché smette di esserla, in caso contrario possiamo dirci soddisfatti.

Se siamo arrivati fin qui, possiamo congratularci per un lavoro ben fatto – ammesso che l’acqua sia chiara e trasparente come noi, l’unica cosa che rimane è seguire il procedimento inverso.

Buon lavoro!

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