Perché è importante lo shock termico del massetto?
Shock termico del massetto: scopri perché bisogna eseguire la procedura prima della posa in opera del pavimento e dopo quanto tempo si può procedere
Domenico Ielo
Ingegnere Civile
Lo shock termico del massetto è il primo passo da effettuare quando si procede con la posa del pavimento. Chiamato anche ciclo di preriscaldamento o di “preaccensione”, rientra nel rispetto delle norme Uni En, in particolar modo per ciò che riguarda la normativa 1264 relativa agli impianti di riscaldamento e sui massetti e la normativa 11371, relativa ai massetti per pavimenti in legno.
Lo shock termico del massetto è il primo passo da effettuare quando si procede con la posa del pavimento. Chiamato anche ciclo di preriscaldamento o di “preaccensione”, rientra nel rispetto delle norme Uni En, in particolar modo per ciò che riguarda la normativa 1264 relativa agli impianti di riscaldamento e sui massetti e la normativa 11371, relativa ai massetti per pavimenti in legno.
Lo shock termico e le normative. Queste norme stabiliscono che debba essere avviato il funzionamento dell’impianto a partire da 21 giorni dopo della posa in opera, meglio 25 giorni per attendere la maturazione del massetto tradizionale, se si tratta di massetti autolivellanti, a base di solfato di calcio, bastano almeno 7 giorni.
Quando il ciclo di “preaccensione” oppure “shock termico” sarà stato eseguito, allora si potrà procedere con la posa in opera dei pavimenti. Questi procedimenti rappresentano un’esecuzione “a norma” dei lavori; infatti, il ciclo di avviamento iniziale dell’impianto radiante è obbligatorio per legge.
- Lo shock termico è composto da tre fasi
- Perché bisogna attuare la procedura dello shock termico “anticipato”?
- Dopo quanto tempo si può procedere con la posa in opera del pavimento?
Lo shock termico è composto da tre fasi
- Acclimatamento: fase in cui l’impianto viene acceso alla temperatura minima, ovvero 20-25°, per un paio di giorni.
- Innalzamento: periodo in cui la temperatura viene portata rapidamente al massimo e mantenuta tale per 5-10 giorni, a seconda del clima esterno e del livello di ventilazione dell’ambiente.
- Abbassamento: ultima fase, in cui il riscaldamento viene riportato all’improvviso alla situazione iniziale e mantenuto per qualche giorno, per poi essere spento.
Perché bisogna attuare la procedura dello shock termico “anticipato”?
Lo shock termico è sempre obbligatorio per legge. Questa procedura di accensione anticipata, rispetto alla messa in funzione a regime dell’impianto di riscaldamento ha i seguenti vantaggi:
- sottopone a stress l’operato mettendo subito alla prova la qualità costruttiva
- favorisce la fuoriuscita dell’umidità
- Asciuga completamente il massetto e lo abitua agli sbalzi termini futuri, senza sorprese dopo l’installazione
- Gli permette di prendere una posizione stabile e definitiva, che non cambierà
- Permette di evidenziare eventuali future tensioni all’interno del massetto prima della posa dei rivestimenti definitivi, dopo la quale sarebbe più difficile intervenire.
- Effettua un “crash test” dell’impianto di riscaldamento, mostrando da subito se esistono problemi con la caldaia o l’impianto in generale.
Grazie a questi controlli è possibile garantire una certa durabilità della pavimentazione che verrà successivamente sovrapposta. Il rispetto della norma è di grande importanza, come lo è attenersi in maniera scrupolosa alle procedure, soprattutto quando è prevista la posa in opera di pavimentazioni in legno o in marmo, che sono materiali più sensibili agli sbalzi termici.
Cosa succede se non viene eseguito correttamente lo shock termico? Se vi è una mancata o errata esecuzione dello shock termico il legno si gonfia oppure il parquet si solleva.
In cosa consiste il ciclo di preriscaldamento o lo shock termico? La normativa prevede che questa procedura venga effettuata mediante l’aumento graduale della temperatura del fluido che si trova all’interno dei tubi dell’impianto di riscaldamento a pavimento.
Molto però dipende dalla tipologia di questo impianto, infatti, la temperatura prevista il primo giorno deve essere di 20 gradi centigradi, successivamente è necessario incrementare di 5 gradi centigradi fino a ottenere la massima temperatura di esercizio, che è al di sopra di quella per la quale l’impianto lavorerà di norma.
Questa temperatura deve essere mantenuta per 4-10 giorni, successivamente bisogna procedere con il decremento dei gradi centigradi fino allo spegnimento completo dell’impianto. Durante questa pratica è importante areare gli spazi consentendo la fuoriuscita dell’umidità.
Il momento giusto per eseguire lo shock termico è fissato al momento di raggiungimento della maturità del massetto. Un esperto saprà indicarti il momento in cui il massetto ha raggiunto la consistenza ideale e potrebbe in teoria essere pronto alla pavimentazione. Di regola, si può procedere allo shock termico dopo 20-30 giorni di attesa nel caso di massetto a base di cemento. Il tempo si riduce a una settimana nel caso di massetto a base di anidrite. Altre soluzioni ultramoderne garantiscono la maturazione del massetto entro 12 ore dalla posa, riducendo drasticamente i tempi di installazione del riscaldamento a pavimento.
Dopo quanto tempo si può procedere con la posa in opera del pavimento?
Alla fine del ciclo di shock termico, l’impianto di riscaldamento sarà completamente spento e bisognerà aspettare tre giorni per favorire il raffreddamento del massetto. Quindi, fatto ciò, si procede senza problemi ulteriori alla posa delle piastrelle di ceramica.
Nel caso di posa del pavimento in legno è necessario, invece, avere altre accortezze, proprio perché si tratta di un materiale particolarmente sensibile agli sbalzi di temperatura.
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