Certificato abitabilità vecchi edifici: perché è necessario in caso di ristrutturazione
Il certificato di abitabilità, o agibilità, è un documento fondamentale per la regolarità urbanistica dell'immobile: vediamo quando è obbligatorio e perché
Giuseppe Sorrenti
Architetto
- Certificato abitabilità vecchi edifici: cos'è e a cosa serve
- Certificato di abitabilità per vecchi immobili: cosa sapere
- Ristrutturare senza la segnalazione:
- Certificato abitabilità vecchi edifici: cos'è e a cosa serve
- Certificato di abitabilità per vecchi immobili: cosa sapere
- Ristrutturare senza la segnalazione:
Quando si intraprende un processo di ristrutturazione di un vecchio edificio, ci sono molti aspetti importanti da tenere in considerazione, e uno di questi riguarda il certificato di abitabilità. Questo documento assume un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza, la conformità normativa e la qualità degli interventi di ristrutturazione.
In questo articolo, esploreremo i motivi per cui il certificato di abitabilità è cruciale durante la ristrutturazione di vecchi edifici e quando è obbligatorio.
Certificato abitabilità vecchi edifici: cos’è e a cosa serve
Il certificato di abitabilità, noto anche come certificato di agibilità, è un documento fondamentale che attesta il rispetto delle condizioni ottimali di igiene, sicurezza, salubrità ed efficienza energetica all’interno di un edificio. In altre parole, è un riconoscimento ufficiale che garantisce che l’immobile sia conforme alle normative vigenti, assicurando la nostra sicurezza e benessere.
Dal punto di vista delle “intenzioni”, il certificato di abitabilità svolge un ruolo fondamentale, in quanto conferma che l’edificio ha superato una serie di controlli e verifiche, come la salubrità degli ambienti poiché implica l’integrità dell’intonaco, l’igiene degli ambienti, la conformità degli impianti installati, il collaudo statico della struttura e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Questi requisiti sono fondamentali per garantire che l’immobile non rappresenti alcun pericolo per la nostra salute.
Tuttavia, nella patria della burocrazia come l’Italia, il certificato di abitabilità può diventare un problema durante la compravendita di un immobile. Oltre alle complessità amministrative che possono rallentare il processo, il certificato di abitabilità comporta anche dei costi, che spesso possono scatenare dispute tra acquirente e venditore su chi debba sostenere tali spese. Questo aspetto può portare a tensioni e discussioni, soprattutto quando gli interessi delle parti coinvolte divergono.
Certificato di abitabilità per vecchi immobili: cosa sapere
A chi spetta la richiesta?
La segnalazione certificata di agibilità, che ha sostituito il certificato di abitabilità, viene rilasciata da un tecnico abilitato (ingegnere, geometra, architetto o perito edile) e presentata al Comune competente entro 15 giorni dalla fine dei lavori.
Quando è necessaria?
La segnalazione di agibilità è obbligatoria per i seguenti interventi edili:
- nel caso di costruzione di una nuova casa, la richiesta deve essere presentata dall’impresa costruttrice;
- nel caso di ampliamento o sopraelevazione dell’abitazione, la richiesta deve essere presentata dal proprietario dell’immobile;
- nel caso di lavori di ristrutturazione che possono influire sulla sicurezza (ad esempio, la realizzazione di una nuova scala), sull’igiene (un nuovo bagno) o sul risparmio energetico (il rifacimento dell’impianto di riscaldamento), la richiesta deve essere presentata dal proprietario dell’immobile.
Come richiederla?
Per richiedere la segnalazione di agibilità è necessario:
- Compilare un modulo specifico.
- Allegare la relazione tecnica redatta dal tecnico abilitato.
- Pagare i diritti di segreteria.
Ristrutturare senza la segnalazione:
In alcuni casi è possibile ristrutturare un edificio senza la segnalazione di agibilità. Si tratta di interventi cosiddetti di edilizia libera, come:
- Sostituzione di infissi.
- Lavori di tinteggiatura.
- Ripristino di pavimentazioni.
- Sostituzione di rivestimenti murali.
Casi particolari:
- Edifici costruiti prima del 1934: non sono soggetti all’obbligo di segnalazione di agibilità.
- Edifici senza certificato: se la mancanza del documento è dovuta a un errore, è possibile richiederlo. In caso di abusivismo, è necessario procedere al ripristino e ottenere la segnalazione.
Tuttavia, le situazioni di non conformità non implicano l’impossibilità totale di eseguire lavori di ristrutturazione. A condizione che tali interventi siano leggeri e non influiscano sulla planimetria, gli elementi strutturali e la volumetria dell’edificio, possono essere considerati “edilizia libera”. Questo significa che interventi come la sostituzione degli infissi, dei pavimenti, dei rivestimenti murali o la tinteggiatura possono essere eseguiti senza richiedere modifiche documentali o planimetriche.
In conclusione, è possibile ristrutturare un edificio anche in assenza del certificato di abitabilità, ma è importante valutare attentamente la conformità dell’immobile e le normative vigenti. In caso di dubbi o situazioni particolari, è consigliabile consultare un professionista del settore edile o richiedere informazioni presso il Comune competente.
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