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Accensione riscaldamento in condominio: chi decide l'orario

Quando si può accendere il riscaldamento in condominio? Vediamo chi stabilisce date e orario di accensione, ma anche i diritti dei condomini in tal senso

05-11-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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L’accensione del riscaldamento in condominio è un tema che coinvolge tutti gli inquilini, specialmente con l’arrivo della stagione fredda. Spesso, la decisione su quando attivare il riscaldamento genera dibattiti e discussioni tra i condomini, poiché può influire sul comfort e sui costi energetici di ciascuno. Ma chi ha realmente il potere di decidere l’orario di accensione? Prendiamo in considerazione le normative e le dinamiche condominiali che regolano questa importante questione, fornendo chiarimenti su come vengono prese queste decisioni e quali sono i diritti e i doveri di tutte le parti in causa.

Riscaldamento centralizzato: cosa prevedono le normative statali

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La legislazione stabilisce precise norme per regolamentare l’accensione degli impianti di riscaldamento condominiali sul territorio nazionale.

Il sistema si basa sulla suddivisione del paese in diverse zone climatiche, classificate con lettere dalla A alla F in base alle caratteristiche geografiche e meteorologiche del territorio. Questa classificazione determina i periodi di accensione consentiti: le regioni più fredde (zone E ed F) possono avviare gli impianti con anticipo rispetto alle aree con clima più mite (zone A e B).

Per quanto riguarda gli orari giornalieri, la normativa nazionale consente l’utilizzo del riscaldamento nell’intervallo tra le 5:00 e le 23:00. All’interno di questa fascia, ogni assemblea condominiale, attraverso una regolare delibera, può stabilire gli orari specifici di funzionamento dell’impianto.

Un aspetto fondamentale riguarda la temperatura massima consentita negli ambienti, fissata a 19°C, con una tolleranza di 2 gradi.

È importante sottolineare che queste disposizioni possono subire modifiche temporanee in circostanze particolari. Infatti, sia i decreti ministeriali in caso di emergenze climatiche, sia le autorità locali (comuni e regioni) hanno la facoltà di modificare i periodi di accensione, anticipandoli o posticipandoli in base alle necessità del territorio.

Accensione riscaldamenti: i diritti del condominio

In prima battuta bisogna dunque rispettare le fasce di accensione previste dalla normativa, in relazione al comune di appartenenza, ma c’è comunque un margine di azione per i condomini, che possono modificare gli orari di accensione e spegnimento del riscaldamento centralizzato, all’interno delle fasce orarie nazionali.

Il punto di partenza per qualsiasi decisione è il regolamento condominiale, che potrebbe già contenere indicazioni specifiche sugli orari. In assenza di disposizioni predefinite, la decisione viene demandata all’assemblea condominiale, coordinata dall’amministratore. Nessun singolo condomino può modificare autonomamente gli orari di funzionamento dell’impianto: ogni cambiamento deve essere frutto di una decisione comune che tenga conto delle diverse necessità dei residenti.

Per quanto riguarda le maggioranze necessarie, la normativa prevede due scenari:

  • In prima convocazione: è richiesta l’approvazione della maggioranza dei presenti che rappresentino almeno il 50% del valore dell’edificio
  • In seconda convocazione: è sufficiente la maggioranza dei partecipanti che rappresentino un terzo del valore dell’immobile

In conclusione, stabilire l’orario di accensione del riscaldamento in condominio può essere un tema complesso e richiede un’attenta gestione per soddisfare le esigenze di tutti i condomini, nel rispetto delle normative locali. Un amministratore di condominio qualificato può fare la differenza, facilitando decisioni equilibrate e garantendo il comfort degli inquilini.

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