Riscaldamento acceso tutto il giorno? Conviene o no?
Tenere il riscaldamento acceso tutto il giorno conviene o no? Un argomento dibattuto: c'è chi dice di sì e chi è convinto del contrario. Facciamo un po' di chiarezza
Ugo Sollazzo
Idraulico termotecnico
La gestione delle temperature all’interno della propria abitazione è un tema sempre molto discusso, sia per motivi economici che ambientali. Gli impianti di riscaldamento e la loro manutenzione comportano ovviamente dei costi fissi, spesso piuttosto rilevanti per una famiglia media composta da 4 persone. Per questo motivo siamo costantemente alla ricerca di soluzioni per ridurre tali costi, soprattutto tramite un utilizzo moderato e intelligente della caldaia e dei termosifoni che permetta di contenere anche le emissioni nocive immesse nell’atmosfera. Tuttavia sorge spontanea una domanda, la cui risposta potrebbe essere ingannevole: lasciare acceso il riscaldamento tutto il giorno conviene? Oppure è preferibile un utilizzo più parsimonioso? La maggior parte delle persone risponderebbe in maniera negativa, mentre altre potrebbero ritenere conveniente lasciare andare l’impianto piuttosto che fermarlo e farlo ripartire più volte. Cerchiamo di fare chiarezza.
La gestione delle temperature all’interno della propria abitazione è un tema sempre molto discusso, sia per motivi economici che ambientali. Gli impianti di riscaldamento e la loro manutenzione comportano ovviamente dei costi fissi, spesso piuttosto rilevanti per una famiglia media composta da 4 persone. Per questo motivo siamo costantemente alla ricerca di soluzioni per ridurre tali costi, soprattutto tramite un utilizzo moderato e intelligente della caldaia e dei termosifoni che permetta di contenere anche le emissioni nocive immesse nell’atmosfera. Tuttavia sorge spontanea una domanda, la cui risposta potrebbe essere ingannevole: lasciare acceso il riscaldamento tutto il giorno conviene? Oppure è preferibile un utilizzo più parsimonioso? La maggior parte delle persone risponderebbe in maniera negativa, mentre altre potrebbero ritenere conveniente lasciare andare l’impianto piuttosto che fermarlo e farlo ripartire più volte. Cerchiamo di fare chiarezza.
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- La differenza termica: cos’è e come influisce sulla caldaia
- L’importanza dello spunto nei consumi energetici
La differenza termica: cos’è e come influisce sulla caldaia
Un utilizzo discontinuo degli impianti di riscaldamento consente di risparmiare energia nel momento in cui non si è in casa, consumando combustibile soltanto dall’istante in cui si attiva l’impianto. Così facendo si è però costretti a impostare una temperatura maggiore, per consentire ai termosifoni di scaldare l’ambiente nel minor tempo possibile, per raggiungere quanto prima il valore desiderato.
Per contro un impiego continuo degli impianti di riscaldamento, regolandoli su una temperatura minima accettabile, genera un livello di calore idoneo ad accogliere il rientro degli inquilini nell’appartamento i quali, alzando il termostato o impiegando un cronotermostato, potranno beneficiare di un maggior calore in un tempo inferiore.
La differenza termica tra la temperatura di partenza e quella impostata sarà infatti minore, perciò la caldaia dovrà lavorare per meno tempo e con una potenza inferiore per ottenere lo stesso risultato. Al contrario un utilizzo interrotto dell’impianto di riscaldamento comporta un delta termico maggiore, determinato dalla differenza di temperatura tra quella reale e il valore impostato, in quanto si è venuta a creare una dispersione più elevata. L’impianto di riscaldamento dovrà di conseguenza vincere l’inerzia dell’ambiente, che da freddo si sta ancora più raffreddando, cercando invece di invertire la rotta.
L’importanza dello spunto nei consumi energetici
Perché si risparmierebbe lasciando andare tutto il giorno l’impianto di riscaldamento? La risposta è abbastanza semplice. Partendo da una temperatura più alta e controllata la caldaia ha bisogno di uno sforzo minore per portare la temperatura da un valore ad un altro, in quanto lo spunto iniziale è progressivo. Le valvole termostatiche, posizionate sulle periferiche dell’impianto di riscaldamento a pavimento o elettrico, hanno il compito di inviare alla caldaia le indicazioni per ottimizzarne il funzionamento, mantenendo un livello di temperatura costante intorno al valore impostato. Nel caso contrario, dovendo invece ripartire dopo un periodo di qualche ora di inattività, l’energia richiesta sarà decisamente più alta, in quanto lo spunto iniziale servirà per riscaldare rapidamente e quindi funzionerà alla massima potenza.
In questo modo i termosifoni raggiungeranno temperature elevate, ma la sensazione di freddo rimarrà a lungo nell’ambiente. E’ possibile semplificare questo fenomeno con un paragone piuttosto banale, ma in grado di rendere bene l’idea. Immaginiamo un’auto che deve coprire una certa distanza fissa. Ovviamente consumerà meno carburante percorrendo la strada a una velocità costante di 70 Km/h, piuttosto che fermandosi e ripartendo di continuo, andando da 0 a 130 Km/h.
Funzionamento continuo e a intermittenza: vantaggi e svantaggi
Il modo con il quale si controlla e si gestisce il funzionamento dell’impianto, sia per quanto riguarda il riscaldamento a pavimento che quello elettrico, influisce anche sulla manutenzione. Spingere la caldaia alla massima potenza significa sollecitarla a lavorare spesso con potenze elevate, al fine di far raggiungere all’ambiente la temperatura impostata. Ciò comporta un notevole stress meccanico per le varie componenti, che saranno sottoposte a una maggiore usura e al rischio di guasti.
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