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Sigle vetri delle finestre in un preventivo: come leggerle e cosa indicano

Comprendere il significato delle sigle che classificano i vetri è importante per comprendere le loro caratteristiche: approfondiamo quelle più comuni

28-05-2024

Alessia Mancini

Content manager e blogger

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Quando si affronta la fase di preventivo per il cambio o l’installazione di finestre, ci si imbatte spesso in una serie di sigle e codici che possono risultare criptici per chi non è del settore. Comprendere il significato di queste sigle è fondamentale per effettuare scelte informate e garantire la corretta installazione dei vetri. In questa guida scopriamo le sigle più comuni associate ai vetri delle finestre, fornendo una guida pratica su come leggerle e cosa indicano.

Sigle vetri finestre: cosa indicano?

Shutterstock

Quando si affronta la sostituzione di vecchie finestre con infissi ad alte prestazioni, è comune imbattersi in una serie di codici alfanumerici riportati nella descrizione del serramento, o sulle etichette apposte direttamente sui vetri. Anche se un non esperto del settore potrebbe essere portato ad ignorare questi dati, in realtà si tratta di sigle importantissime, che attestano il rispetto delle normative termiche e di sicurezza e racchiudono informazioni preziose sulle caratteristiche del vetro.

Partiamo col dire che ogni sigla è composta da più gruppi di lettere e numeri. In generale, vale questa regola:

A questo punto, vediamo tutte le caratteristiche descritte dalla sigla del vetro.

La prima cifra indicata dalla sigla del vetro fa riferimento allo spessore del vetro. Questo valore può essere rappresentato da una singola cifra o, nel caso di vetri stratificati, da una serie di numeri o dalla loro somma. Ad esempio, un vetro da 8 mm, composto da due lastre, potrebbe essere contrassegnato come 4+4 o 44.

A seguire, troverai lo spessore della camera d’aria. Sappi che, i vari strati che compongono la vetrocamera sono divisi da una barra obliqua “/” o da un “+”.

Come abbiamo visto, nel caso di un doppio vetro abbiamo due tratti, che indicano:

vetro interno / intercapedine / vetro esterno

Facciamo un esempio: doppio vetro da 8mm con 12mm di intercapedine, viene indicato nel seguente modo:

8 / 12 / 8

La vetrocamera potrebbe essere riempita con aria, oppure con il più diffuso Argon o il Kripton (più performante e costoso. In questo caso avremo:

8 / 12 Ar / 8

Oltre agli acronimi base potresti trovare anche altre sigle, come la dicitura T o Temp, che indica la presenza di un vetro temperato, la sigla Low-E oppure BE, che fa riferimento ad un vetro a basso emissivo o PVB, apposta nel caso in cui sia presente una pellicola in polivinilbutirrale antieffrazione, in grado di resistere a ripetuti urti con oggetti metallici.

Vetro Low-E basso emissivo: cosa dice la normativa?

Il vetro a bassa emissività, conosciuto anche come vetro isolante, è costituito da due o più lastre separate da profili distanziatori. A differenza del vetro tradizionale, il vetro isolante è trattato con una tecnologia specifica che consente di ridurre le dispersioni di calore.

Il trattamento a bassa emissività, conforme alla Normativa EN 673, implica un processo avanzato mediante il quale vengono depositati ossidi di metallo sulla superficie delle lastre. Questi depositi permettono di massimizzare l’utilizzo della luce naturale. Grazie a questo trattamento, è possibile trattenere fino al 90% del calore all’interno di un ambiente, riducendo così la dispersione energetica.

Normative vetri finestre: cosa prevede la Uni 7697 e EN 12600

Shutterstock

Nell’ambito della sicurezza degli edifici, esistono rigide normative che stabiliscono gli standard di sicurezza per i vetri delle finestre. Due tra le più rilevanti sono la norma UNI 7697 e la normativa europea UNI EN 12600.

La normativa UNI 7697 è specificamente dedicata ai vetri antinfortunistici e stabilisce:

Parallelamente, la normativa europea EN 12600 classifica i vetri piani per edilizia in tre categorie, basandosi sulle loro prestazioni all’impatto e sulla modalità di rottura.

Il metodo di valutazione utilizzato è il famoso “Test del pendolo“, in cui campioni di vetro piano destinati all’edilizia vengono sottoposti all’impatto di uno speciale corpo semirigido, simulando così l’eventualità di un impatto accidentale di una persona contro il vetro.

La modalità di rottura osservata, insieme all’altezza da cui viene lanciato il pendolo, sono i criteri fondamentali che permettono di classificare le diverse tipologie di vetro in base alla loro resistenza e sicurezza.

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