Come smaltire l'olio esausto
Gli oli esausti sono sostanze oleose di scarto, disperse nell'ambiente sono fortemente inquinanti. Ecco quali sono le corrette procedure di smaltimento dell’olio esausto
Gli oli esausti sono sostanze oleose di scarto, in genere residui degli oli di utilizzo quotidiano sia in ambito domestico che industriale, come per esempio l’olio per friggere, l’olio motore dell’automobile oppure gli oli impiegati nei processi industriali.
Gli oli esausti sono sostanze oleose di scarto, in genere residui degli oli di utilizzo quotidiano sia in ambito domestico che industriale, come per esempio l’olio per friggere, l’olio motore dell’automobile oppure gli oli impiegati nei processi industriali.
Queste sostanze disperse nell’ambiente sono fortemente inquinanti per cui richiedono di essere smaltite correttamente dopo l’uso: diventa insomma cruciale non disperderli nell’ambiente, ma conoscere le corrette procedure di smaltimento dell’olio esausto.
Perché è importante smaltire correttamente gli oli esausti?
Dopo aver compreso cosa sono gli oli esausti, innanzitutto è chiaro che non sia possibile riversarli nelle condutture degli scarichi domestici, nell’acqua o nel terreno.
Penetrando nell’acqua questi oli riducono la quantità di ossigeno presente per cui sono altamente nocive e inquinanti, danneggiando l’ecosistema, la vita di piante e animali.
Lo sversamento di oli esausti sul terreno è gravissimo, perché quando questo rifiuto penetra nel sottosuolo forma uno strato sottile di sbarramento tra l’acqua e le radici capillari delle piante, che non riescono così ad assumere le sostanze nutritive. Inoltre se dovesse raggiunge la falda acquifera potrebbe contaminare i pozzi di acqua potabile e quindi l’acqua che beviamo.
Per capire perché uno smaltimento improprio è così negativo, è forse utile inoltre un dato statistico, ovvero che si stimi la produzione di oli esausti in 280mila tonnellate di rifiuto ogni anno: dovremmo tutti imparare le modalità di smaltimento corrette e rispettose dell’ambiente perché una quantità così ingente di rifiuti tossici ha un impatto ambientale che non possiamo ignorare.
Qual è la corretta procedura di smaltimento?
Per prima cosa, dovremmo prendere l’abitudine di raccogliere gli oli esausti in appositi contenitori per consegnarli alle aziende raccoglitrici autorizzate, come stazioni di servizio, officine di riparazione e lubrificazione, che sono tenute a ritirarli gratuitamente.
Tali aziende sono iscritte al CONOE, acronimo di Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento Oli e grassi vegetali ed animali Esausti, ovvero l’ente che ha il compito di controllare il processo di smaltimento degli oli e grassi esausti, con l’obiettivo di diminuirne progressivamente la dispersione impropria nell’ambiente.
Nel caso in cui la quantità di oli da smaltire sia effettivamente ingente, come per esempio in contesti industriali o della ristorazione, è possibile rivolgersi al Consorzio perché provveda al ritiro delle sostanze.
Normativa per lo smaltimento degli oli esausti
Esiste inoltre una specifica normativa che regolamenta le modalità di raccolta, smaltimento e di riciclo dell’olio esausto.
In particolare la normativa specifica che gli oli esausti possono essere sottoposti a tre tipi di processi di smaltimento, a seconda della tipologia: rigenerazione, combustione oppure termodistruzione.
La procedura di riciclo dell’olio esausto, o rigenerazione, oltre a ridurre l’inquinamento, consente anche di recuperare buona parte degli scarti per un loro riutilizzo industriale.
Tuttavia questo processo di recupero è complesso e impegnativo, richiedendo di attenersi strettamente alla normativa, con attenzione e un piccolo sforzo in più da parte degli utenti: per questo una buona informazione insieme al diffondersi di una coscienza ecologica globale sono i punti chiave per migliorare l’approccio al riciclo, in questo ed in tutti gli altri settori.
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