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Fossa biologica per uso domestico: quale modello scegliere?

L’installazione di una fossa biologica è la soluzione ideale per chi vive in zone isolate non raggiunte dalla rete fognaria comunale.

Ultimo aggiornamento 17-04-2024

Ugo Sollazzo

Idraulico termotecnico

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La fossa biologica è un impianto dotato di una vasca di accumulo interrata che consente di raccogliere e smaltire le acque nere e le acque grigie provenienti dagli scarichi domestici. In commercio ne esistono sostanzialmente due tipologie: le fosse settiche che possono avere una vasca bicamerale o tricamerale, progettata per consentire agli enzimi attivi di purificare i fanghi più leggeri nel passaggio da una camera all’altra; le fosse Imhoff, che non necessitano di alcun allaccio alla fognatura e sono costituite da un canale di sedimentazione dei residui solidi e da un vano sottostante destinato alla depurazione vera e propria dei fanghi.

La fossa biologica è un impianto dotato di una vasca di accumulo interrata che consente di raccogliere e smaltire le acque nere e le acque grigie provenienti dagli scarichi domestici. In commercio ne esistono sostanzialmente due tipologie: le fosse settiche che possono avere una vasca bicamerale o tricamerale, progettata per consentire agli enzimi attivi di purificare i fanghi più leggeri nel passaggio da una camera all’altra; le fosse Imhoff, che non necessitano di alcun allaccio alla fognatura e sono costituite da un canale di sedimentazione dei residui solidi e da un vano sottostante destinato alla depurazione vera e propria dei fanghi.

Fossa settica con vasca bicamerale o tricamerale

Una fossa biologica standard è un contenitore che può essere realizzato in calcestruzzo, in vetroresina o in pvc e che generalmente viene interrato a 1-2 metri di profondità. Ogni vasca settica può essere suddivisa in due o tre camere comunicanti dotate di apposite valvole che hanno una duplice funzione: favorire la risalita delle schiume e dei residui più leggeri e facilitare allo stesso tempo il deposito dei residui più pesanti in fondo all’ultima camera dell’impianto, dove di fatto avviene la sedimentazione e la digestione dei liquami grazie all’azione dei batteri anaerobici. I fanghi accumulati in fondo alla vasca settica subiscono un processo di fermentazione ed è per questo motivo che ogni fossa biologica deve necessariamente essere dotata di un tubo di ventilazione per favorire la fuoriuscita dei gas prodotti. Mentre le acque reflue chiarificate raccolte al termine del trattamento vanno aspirate e smaltite attraverso appositi pozzi neri.

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Fossa Imhoff, un piccolo impianto di depurazione

Chi abita in zone di campagna o lungo strade non raggiunte dalla rete fognaria cittadina può tranquillamente optare per una fossa biologica Imhoff. Il grande vantaggio di questa seconda tipologia di fosse settiche sta nella possibilità di depurare i liquami domestici smaltendo le acque reflue tramite un apposito canale di dispersione che sfrutta il drenaggio del terreno circostante. In altre parole, non è necessario alcun tipo di allaccio alla fognatura né l’intervento di un autospurghi. Al contrario della fossa settica tradizionale, una fossa Imhoff sfrutta la camera superiore per la sedimentazione dei residui solidi, mentre nella camera inferiore avviene la purificazione dei residui liquidi e dei fanghi più leggeri tramite fermentazione. Si tratta di un impianto che, nel rispetto degli obblighi di legge, può essere adottato anche da alberghi, ristoranti e agriturismi ma che va progettato e installato secondo precisi parametri per evitare l’inquinamento e la contaminazione di pozzi e falde acquifere.

Regolamentazione delle fosse biologiche

L’installazione di una fossa settica e in particolare delle fosse Imhoff è vincolata al rispetto del Decreto legislativo n. 152/2006 (Norme in materia ambientale) e della Legge n. 319/1976 (Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento). Tali norme stabiliscono che le acque reflue devono rispettare rigide tabelle ministeriali e che spetta all’ASL di competenza analizzare i liquami al fine di poter rilasciare l’autorizzazione allo scarico con validità per 4 anni.

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