Bagno e antibagno: obblighi di legge per privati e imprese
Tutto quello che c’è da sapere sull’antibagno: normative vigenti, dimensioni previste per legge, deroghe ai regolamenti comunali e consigli su come arredarlo.
Giuseppe Sorrenti
Architetto
Il bagno è una delle stanze principali della casa, eppure non tutti sanno che per costruirne o ristrutturarne uno è necessario rispettare precise normative edilizie ed igienico-sanitarie. A stabilire per legge quali siano le caratteristiche di un bagno a norma è il Decreto ministeriale n. 190 del 1975, col quale viene introdotto l’antibagno obbligatorio. Ma di cosa si tratta esattamente?
Il bagno è una delle stanze principali della casa, eppure non tutti sanno che per costruirne o ristrutturarne uno è necessario rispettare precise normative edilizie ed igienico-sanitarie. A stabilire per legge quali siano le caratteristiche di un bagno a norma è il Decreto ministeriale n. 190 del 1975, col quale viene introdotto l’antibagno obbligatorio. Ma di cosa si tratta esattamente?
Per quanto riguarda gli alloggi a scopo abitativo, la normativa attualmente in vigore prevede l’obbligo di un locale filtro tra il bagno e le altre camere della casa. In sostanza, è necessario che siano presenti almeno due porte a separare i sanitari dalla cucina, dal soggiorno o dalla camera da letto. Anche per i locali pubblici e gli esercizi commerciali è previsto un antibagno obbligatorio, specie per le attività di vendita o conservazione alimenti, ma le prescrizioni in materia possono variare in base ai singoli regolamenti comunali, prevedendo deroghe ed eccezioni.
Dimensioni minime di un antibagno a norma
La complessità nel progettare adeguatamente un antibagno deriva dalla moderna concezione degli spazi abitativi. Mentre negli anni ’60 e ’70 nella maggior parte degli appartamenti era prevista la presenza di un ingresso tradizionale dotato di porte, in modo da rispettare senza problemi i paletti normativi, oggi la tendenza è realizzare zone living open space, col rischio che vi sia una sola porta di separazione tra il bagno e una zona giorno o una cucina a vista. In questi casi, l’unica soluzione possibile è ripensare il bagno procedendo a una ristrutturazione mirata, grazie all’aiuto di un idraulico di fiducia.
La normativa vigente a livello nazionale non indica le dimensioni precise, ma molti regolamenti comunali stabiliscono che tale locale debba essere largo almeno 1 x 1,2 metri. All’interno vi si può collocare un lavabo in presenza di pavimentazione antiscivolo, mentre i sanitari vanno opportunamente installati in uno spazio separato. La presenza di una finestra non è obbligatoria purché l’antibagno sia dotato di un sistema di ventilazione forzata.
Consigli utili per sfruttare lo spazio dell’antibagno
Un’idea interessante per recuperare spazio e sfruttare al meglio l’antibagno è trasformarlo in un comodo locale lavanderia, installando una lavatrice, un’asciugatrice e un mobile contenitore dove poter tenere in ordine detersivi, prodotti per l’igiene personale e asciugamani. È infatti sufficiente una porta scorrevole o a soffietto a separare i sanitari dalla zona lavanderia.
In alternativa, si può pensare di utilizzare l’antibagno come un vero e proprio disimpegno o uno spogliatoio dove riporre temporaneamente scarpe, vestiti e accessori. Se la metratura lo consente, si può addirittura ricavare una piccola cabina armadio valorizzando lo spazio a disposizione attraverso specchi e porte a scomparsa.
L’antibagno è obbligatorio anche nei locali pubblici?
L’obbligo dell’antibagno riguarda da vicino anche gli esercizi commerciali per la vendita di bevande e alimenti. Bar, ristoranti e pizzerie devono attenersi alle norme igienico-sanitarie dei regolamenti comunali e necessitano di un’autorizzazione da parte dell’ASL. Sostanzialmente è vietato dotare un locale pubblico di bagni privi di antibagno in prossimità di spazi dove avviene la manipolazione, il deposito o la vendita di cibo.
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