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Staccarsi dal riscaldamento centralizzato è possibile. Ecco come

Da qualche anno è possibile finalmente effettuare il distacco dal riscaldamento centralizzato. Tuttavia esistono delle regole e delle limitazioni. Scopri quali sono e quanto costa staccare il proprio impianto

Ultimo aggiornamento 22-02-2024

Ugo Sollazzo

Idraulico termotecnico

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Staccarsi dal riscaldamento centralizzato è possibile. Grazie alla “riforma dei condomini”, entrata in vigore il 18 giugno 2013 con la Legge n. 220/2012, coloro che pensano di risparmiare con il riscaldamento autonomo, non devono attendere la delibera dell’assemblea di condominio.

Staccarsi dal riscaldamento centralizzato è possibile. Grazie alla “riforma dei condomini”, entrata in vigore il 18 giugno 2013 con la Legge n. 220/2012, coloro che pensano di risparmiare con il riscaldamento autonomo, non devono attendere la delibera dell’assemblea di condominio.

Tuttavia esistono dei limiti e dei costi relativi alla trasformazione dell’impianto di riscaldamento da centralizzato ad autonomo. Andiamo a vederli nel dettaglio.

Distacco riscaldamento centralizzato: nuove norme

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Le nuove norme in merito al distacco del riscaldamento centralizzato specificano che non esiste una completa libertà nell’effettuare questo passaggio.

Innanzitutto, affinché il distacco sia legittimo, è opportuno sincerarsi che esso non comporti un importante squilibrio di funzionamento dell’impianto centralizzato. Inoltre, esso non deve comportare un ulteriore aggravio di spesa per gli altri condomini. Se una o entrambe di queste condizione dovessero ricorrere, il condominio può impedire la trasformazione dell’impianto di riscaldamento da centralizzato ad autonomo.

Tuttavia non solo il condominio può intervenire contro questa volontà di passaggio al riscaldamento autonomo. Alcuni comuni e regioni italiane, le quali incentivano il riscaldamento centralizzato (soprattutto in ottica di salvaguardia della qualità dell’aria e dell’efficienza energetica), possono vietare totalmente il distacco, in quanto non hanno voluto recepire le nuove norme.

Di conseguenza, prima di procedere al distacco del riscaldamento centralizzato, è opportuno discuterne in assemblea condominiale e verificare che non ci siano impedimenti da un punto di vista comunale, o addirittura regionale.

Un altro aspetto da tenere in considerazione sono i costi relativi al passare dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo. Scopriamo di più nel prossimo paragrafo.

Quanto costa staccarsi dal riscaldamento centralizzato?

Dopo il distacco chiaramente il condomino non pagherà più il riscaldamento centralizzato. Tuttavia, se esistono delle norme che lo impongano, è necessario comunque partecipare alle spese di conservazione dell’impianto, in particolare quelle relative alla messa a norma e alla manutenzione straordinaria.

Per quanto riguarda il distacco del riscaldamento centralizzato in sé è necessario rivolgersi ad un tecnico specializzato il quale effettuerà una perizia termotecnica, che non riguarda soltanto l’impianto del proprio appartamento, ma anche quello dell’intero edificio. La parcella richiesta dal professionista può variare dagli 800 ai 1000 euro.

Sono, tuttavia, altre le voci di costo a cui si andrà incontro. Eccone alcune:

Seppur rappresenti un costo particolarmente importante, il distacco del riscaldamento centralizzato rappresenta un vero e proprio investimento sul medio e lungo termine. Sono, infatti, numerosi gli svantaggi del centralizzato e i condomini che vogliono un proprio riscaldamento autonomo sono numerosi.

In sintesi potremmo riassumere i vantaggi del riscaldamento autonomo così:

Altri consigli pratici

  1. Discutere il distacco in assemblea condominiale.
  2. Verificare le normative comunali e regionali.
  3. Richiedere la perizia termotecnica a un tecnico specializzato.
  4. Confrontare preventivi da diverse ditte.
  5. Scegliere una caldaia autonoma efficiente.
  6. Eseguire la manutenzione regolare dell’impianto.

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