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Cartelli di videosorveglianza: dove posizionarli e cosa scrivere

L'esposizione dei cartelli di videosorveglianza è soggetta a norme precise e severe, specie in materia di privacy: scopri dove metterli e cosa scrivere

Ultimo aggiornamento 21-02-2024

Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

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Nel mondo odierno, la videosorveglianza è diventata una parte essenziale della nostra vita quotidiana. Le telecamere di sicurezza sono installate ovunque, dai centri commerciali alle strade cittadine, per garantire la sicurezza delle persone e la protezione delle proprietà.

Tuttavia, l’uso di telecamere di videosorveglianza porta con sé una serie di responsabilità e doveri legali. È fondamentale non solo installare le telecamere in modo strategico ma anche informare i cittadini sulla loro presenza attraverso l’uso di cartelli adeguati. Scopriamo perché è importante posizionare i cartelli di videosorveglianza in modo corretto, cosa scrivere e le norme legali che tutti dovrebbero conoscere quando si tratta di videosorveglianza in spazi comuni.

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Quando si è obbligati esporre il cartello di videosorveglianza?

Shutterstock

La sentenza della Corte Suprema di Cassazione del 2 settembre 2015 ha stabilito che la ripresa di immagini con una telecamera o con un videocitofono, anche se non registrate, ma solo visibili su monitor, costituisce trattamento dei dati personali, in quanto attesta la presenza di determinati soggetti in uno specifico luogo. In sostanza, quindi, videosorvegliare un ambiente significa automaticamente trattare i dati personali di coloro che vengono ripresi, i quali, per tale ragione, devono obbligatoriamente essere informati del fatto.

Dunque, il cartello di videosorveglianza è obbligatorio e deve essere realizzato tenendo conto di alcuni principi fondamentali stabiliti dal Garante. Esso ha la funzione di avvertire con immediatezza della presenta delle telecamere, ma non è sufficiente. Infatti, il Garante ha previsto che l’informativa rinvii ad un testo completo, contenente tutti gli elementi previsti dall’articolo 13 del D.Lgs n. 196/03, e che sia reso disponibile agli interessati con modalità agevoli e non onerose.

La mancata o errata presenza di cartelli informativi può comportare gravi sanzioni amministrative, che vanno da 6 mila a 36 mila euro. Generalmente, le forme più diffuse di inidoneità dell’informativa sono:

Per riepilogare, dunque, si può affermare, che durante l’installazione di un impianto di videosorveglianza, va prestata particolare attenzione alla corretta collocazione della cartellonistica riguardante l’informativa sulla videosorveglianza, pena gravi sanzioni amministrative pecuniarie. Se stai installando una telecamera in negozio, sarai tenuto a informare i dipendenti e dovrai prima ottenere il permesso dell’ispettorato del lavoro o del sindacato.

Quando le telecamere violano la privacy?

Chi ha deciso di installare un sistema di videosorveglianza deve fare i conti con le novità legate al tema GDPR (General Data Protection Regulation), in italiano Regolamento generale sulla protezione dei dati. Si tratta del più importante regolamento dell’Unione europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy, adottato il 27 aprile 2016 e recepito dall’Italia con la propria legge sulla privacy a fine 2020. Se le regole sopra riportate continuano a valere, infatti, dal 5 dicembre 2020 sono state apportate alcune novità molto importanti nell’ambito della cartellonistica di videosorveglianza.

Un individuo che entri in un’area videosorvegliata dovrebbe infatti, oltre essere informato sulla presenza delle telecamere e sulla loro ubicazione, poter accedere tramite link o QR code a un’informativa completa sulla protezione dei dati. Il link dovrà infatti portare al sito del Garante o a una pagina dedicata creata appositamente dall’azienda installatrice.

Oltre a questo, sarà anche necessario che il cartello contenga nuove informazioni dedicate al trattamento dei dati in relazione ai cartelli sulle telecamere a circuito chiuso. Nella fattispecie:

Cosa scrivere sul cartello di avviso di videosorveglianza?

Shutterstock

Il Garante ha indicato un modello semplificativo di informativa, il quale deve essere reso visibile prima di accedere all’area oggetto delle riprese e deve riportare il nome del titolare del trattamento e la finalità perseguita. 

Tuttavia, non ha riportato indicazioni specifiche in merito al numero, al posizionamento o alle dimensioni del cartello di videosorveglianza, ma ha dettato solo alcuni principi fondamentali:

Inoltre, il Garante si è pronunciato a favore della possibilità di inglobare un simbolo od una stilizzazione di esplicita ed immediata comprensione, eventualmente diversificati, al fine di informare se le immagini siano solo visionate e non anche registrate. Tuttavia, ha definito anche che il cartello videosorveglianza debba segnalare se il trattamento dei dati avvenga tramite sistemi di videosorveglianza direttamente collegati alle Forze di Polizia, attraverso l’aggiunta di un’icona esemplificativa.

Cartelli di videosorveglianza: quando uno non basta

Nel caso in cui l’area soggetta a telecamere sia estesa o vengano utilizzati più dispositivi di videosorveglianza, il Garante ha stabilito che si debba, invece, valutare l’opportunità di mettere più cartelli. Online è possibile ritrovare esempi di cartello di videosorveglianza da stampare. La stampa può essere effettuata su carta comune o su cartoncino e, per conferirgli una maggiore resistenza e durata nel tempo, se ne consiglia la plastificazione.

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