Bonus Ristrutturazione 2024: esempi pratici di interventi e costi
Il Bonus ristrutturazione è tra i più richiesti da chi deve rinnovare casa: con l'esperta vediamo quali interventi sono inclusi e i costi approssimativi
Francesco Bosco
Ingegnere Edile – Architetto
- Bonus ristrutturazione: il funzionamento in breve
- Bonus ristrutturazione: quali lavori sono compresi?
- Bonus ristrutturazione: il requisito principale da rispettare
- Quanto si spende per ristrutturare casa col Bonus ristrutturazione?
- Bonus ristrutturazione: il funzionamento in breve
- Bonus ristrutturazione: quali lavori sono compresi?
- Bonus ristrutturazione: il requisito principale da rispettare
- Quanto si spende per ristrutturare casa col Bonus ristrutturazione?
Anche nel 2024 il Bonus ristrutturazione continua a rappresentare un importante strumento di incentivazione per chi intende rinnovare la propria abitazione, promuovendo non solo il comfort domestico ma anche il miglioramento dell’efficienza energetica.
Attraverso una serie di esempi pratici e analisi dettagliate, vediamo una panoramica completa dei principali interventi rientranti nel Bonus ristrutturazione, esaminando da vicino anche i costi associati.
Bonus ristrutturazione: il funzionamento in breve
Il Bonus ristrutturazione permette di beneficiare di una detrazione fiscale per la ristrutturazione edilizia al 50%, valida fino al 31 dicembre 2024 e con una spesa massima di 96.000 euro per ogni unità immobiliare. Poiché non è più possibile usufruire di questa detrazione attraverso sconti in fattura o cessione del credito, deve essere ripartita in 10 rate annuali di uguale importo, nell’anno in cui si sostiene la spesa e nei successivi.
Inoltre, il Bonus ristrutturazione permette di accedere al Bonus mobili che, analogamente, permette di detrarre il 50% del costo di acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici classificati nelle categorie A e A+ per l’arredamento dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Il requisito principale per ottenere questa detrazione è l’esecuzione di interventi di recupero del patrimonio edilizio, sia su singole unità immobiliari ad uso residenziale, sia su parti comuni di edifici residenziali (come guardiole, appartamenti del custode, lavatoi, ecc.).
Bonus ristrutturazione: quali lavori sono compresi?
Prima di comprendere quali interventi possono essere agevolati con il Bonus ristrutturazione, dobbiamo fare una distinzione importante tra manutenzione ordinaria e straordinaria
Nella categoria di manutenzione ordinaria rientrano tutti quegli interventi che hanno l’obiettivo di mantenere l’efficienza degli impianti e la funzionalità dell’immobile. Tra questi:
- riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture;
- sostituzione di pavimenti;
- rifacimento impianti;
- rifacimento di intonaci interni e tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni;
- impermeabilizzazione di tetti e terrazze;
- sostituzione di serramenti ed infissi;
- riparazione e sostituzione di ringhiere, parapetti e recinzioni e grondaie;
- sostituzione tegole.
Dall’altra parte nella manutenzione straordinaria rientrano quegli interventi che prevedono modifiche consistenti riguardanti il rinnovo e la sostituzione di parti anche strutturali degli edifici. Ne sono un esempio:
- l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
- la realizzazione e il miglioramento dei servizi igienici;
- il frazionamento o l’accorpamento delle unità immobiliari;
- l’abbattimento o la realizzazione di tramezzi, purché non venga alterata la volumetria complessiva dell’immobile e si mantenga l’originaria destinazione d’uso.
Vediamo quali di questi lavori possono essere inclusi nel Bonus ristrutturazione.
Bonus ristrutturazione: il requisito principale da rispettare
Gli interventi di manutenzione ordinaria, se eseguiti da soli, non danno diritto al Bonus ristrutturazione, fatta eccezione per i condomini. Se, tuttavia, rientrano in un più ampio intervento di ristrutturazione che prevede anche lavori di manutenzione ordinaria, allora possono essere agevolati con la detrazione del 50%.
In pratica, la tinteggiatura delle pareti e dei soffitti, la sostituzione dei pavimenti e il rifacimento degli intonaci costituiscono interventi di manutenzione ordinaria che consentono di ottenere il bonus del 50%, se effettuati sulle parti comuni di un condominio o se inclusi in una ristrutturazione per interventi su singoli appartamenti. Tuttavia, la sola sostituzione degli infissi può beneficiare dei Bonus ristrutturazione, dell’Ecobonus o del Superbonus, a seconda delle circostanze.
È importante notare che i lavori di manutenzione ordinaria rientrano nell’ambito delle attività di edilizia libera, a differenza degli interventi soggetti alla manutenzione straordinaria, che richiedono la presentazione di specifiche autorizzazioni come la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) o il Permesso di Costruire.
Quanto si spende per ristrutturare casa col Bonus ristrutturazione?
Ristrutturare casa è un’operazione che richiede pianificazione, precisione e, soprattutto, un budget ben definito. In media, per ristrutturare completamente un appartamento di circa 70 metri quadrati, ci si aspetta di spendere intorno ai 40.000 euro. Tuttavia, questa cifra può variare considerevolmente in base a diversi fattori, come la ditta edile scelta e la zona geografica in cui ci si trova.
Una delle prime cose da considerare è il costo di ogni lavorazione al metro quadro. Le principali voci di spesa includono opere di demolizione e ricostruzione, che possono variare tra i 40 e i 50 euro al metro quadrato, il rifacimento degli impianti, che si aggira intorno ai 4.500 euro, e la messa in posa di pavimenti e rivestimenti, con costi che vanno dai 10 ai 120 euro al metro quadrato. Gli infissi interni ed esterni rappresentano un’altra voce di spesa significativa, con un costo medio di almeno 300 euro a finestra. Non bisogna dimenticare il costo dello smaltimento delle macerie, che va calcolato a parte.
Oltre a queste voci di spesa dirette, ci sono altri costi da considerare, come gli oneri burocratici che variano da Comune a Comune e le spese tecniche, incluse le relative contribuzioni previdenziali per i tecnici, che solitamente corrispondono al 4% del totale. Da aggiungere anche l’IVA, che è al 22% sulle spese tecniche e al 10% sulla realizzazione delle opere.
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