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Collaudo statico: cos’è, normativa, costi e come risparmiare

Devi fare un collaudo statico? Scopri quali sono le regole per averlo, un esempio pratico, il certificato necessario, costi e come risparmiare sull'attività

Ultimo aggiornamento 19-04-2024

Domenico Ielo

Ingegnere Civile

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Stai facendo dei lavori in casa e hai appreso che devi eseguire un collaudo statico ma non sai cos’è e come devi comportarti?

Stai facendo dei lavori in casa e hai appreso che devi eseguire un collaudo statico ma non sai cos’è e come devi comportarti?

Si tratta di una procedura regolamentata dalla Legge, che serve a verificare le prestazioni di un elemento strutturale di un immobile, di un edificio o, comunque, di un’opera portante, e di accertarne il corretto funzionamento, prima che questo venga utilizzato.

Ciò significa che per avere la certezza che un’opera sia stata realizzata correttamente e che sia conforme al progetto deve essere sottoposta a una prova, detta appunto collaudo, prima che questa venga utilizzata per gli scopi per cui è stata costruita. Nella nostra guida ti indichiamo tutte le info in merito, cosa dice la normativa e quanto costa per realizzarlo.

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Cos’è il collaudo statico

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Per il collaudo statico, la normativa di riferimento fa capo a una legge in vigore fin dal 1971 e precisamente la legge 1086/1971 e successive modifiche. Tuttavia nel corso degli anni sono state emanate altre leggi che hanno ampliato l’ambito di applicazione e adeguato la normativa alle situazioni più recenti. Per esempio il Decreto Ministeriale 17 del 2018 ha introdotto le cosiddette NCT 2018 (norme tecniche per le costruzioni) che devono essere attestate nel certificato di collaudo statico.

In base alla normativa vigente, il collaudo statico è obbligatorio quando:

Spesso si sente parlare di collaudo statico finale e di collaudo statico in corso d’opera. Il collaudo statico finale è quello che viene effettuato a opera conclusa e deve essere fatto entro 60 giorni dalla data di fine lavori.

Con collaudo statico in corso d’opera, invece, si intende tutto il complesso delle procedure di verifica messe in atto già durante l’esecuzione dei lavori. Questo implica che vengano esaminati i progetti iniziali e che vengano fatte una serie di ispezioni durante i lavori, in particolare sugli elementi strutturali prima che vengano posti in opera, in presenza del direttore dei lavori e del costruttore.

Nella normativa non è specificato l’obbligo di adottare questo tipo di collaudo a discapito del collaudo statico finale. Tuttavia, in linea di massima, questo secondo tipo di collaudo viene attuato quando i lavori riguardano opere particolarmente complesse, come la ristrutturazione.

Il collaudatore: chi è e da chi viene nominato

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Il collaudatore è la figura professionale che viene incaricata di esaminare i lavori svolti, valutandoli anche in relazione ai progetti, e di testare la sicurezza e la stabilità dell’opera. Questa figura professionale può essere un ingegnere oppure un architetto. Tuttavia deve avere alcuni requisiti fondamentali:

Il collaudatore viene nominato dal committente, ovvero dalla stessa persona che ha ordinato i lavori. Egli alla fine dei controlli deve emettere una sorta di verbale che attesta le verifiche in essere. Per fare un esempio, il documento del collaudo statico deve riportare tutte le info utili sullo stabile e sui lavori eseguiti, successivamente procedere con la relazione del tecnico che spiega quanto è stato fatto ed infine riportare il certificato vero e proprio che ha valenza di

Quanto costa il collaudo statico

Per effettuare un collaudo statico il costo può variare a seconda del professionista cui ci si rivolge. Tuttavia, in genere, viene applicata una percentuale dal valore dell’opera. Poiché ci possono essere differenze abissali tra opere diverse, anche le percentuali possono variare per scaglioni. Solitamente si applica una percentuale del 3% per le opere di minore valore, mentre per quelle che superano il milione di euro la percentuale può scendere fino allo 0,5%.

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