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Come fare la comunicazione ENEA per i Bonus Casa 2025

Tutto sulla pratica ENEA per i Bonus Casa 2025: scadenza, come farla e cosa accade se non si trasmettono correttamente i dati

08-01-2025
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Per ottenere i Bonus Casa 2025 i contribuenti sono chiamati a inviare una comunicazione a ENEA, Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile. Chi non rispetta la scadenza e le regole per l’invio dei documenti non può, infatti, ottenere le detrazioni edilizie.

Vediamo come si invia la comunicazione a ENEA per i Bonus Casa, dalla scadenza alle regole per gestire la pratica nel modo corretto.

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Come funziona la comunicazione a ENEA?

Si tratta di un adempimento previsto dalla Legge 296/2006 e in seguito dal DPR 917/86 e permette all’Agenzia Nazionale di verificare che gli interventi rispettino tutti i requisiti per essere agevolati. Per esempio, ENEA si assicura che le persone che richiedono l’Ecobonus o il Bonus Ristrutturazione abbiano effettuato interventi mirati alla riqualificazione energetica e rispettato le regole relative a scadenze, limiti di spesa e pagamenti tracciabili. Solo dopo la verifica, l’ente da il suo lasciapassare per la detrazione fiscale. La comunicazione a ENEA è quindi un passaggio fondamentale per ottenere i bonus casa.

Quando è obbligatoria la comunicazione ENEA?

La comunicazione ENEA è obbligatoria solo per gli interventi edilizi mirati l’efficienza energetica, in particolare è necessaria se si sono fatti i seguenti interventi

Ecobonus e Bonus Ristrutturazione hanno molte similitudini ma non bisogna confondersi: in un altro articolo l’esperto ha spiegato bene quali sono le differenze tra Ecobonus e Bonus Ristrutturazione, quando chiederli e per quale tipo di interventi.

Quando fare la comunicazione a ENEA nel 2025?

Normalmente, la comunicazione deve essere effettuata entro 90 giorni dalla data di fine dei lavori, può essere inviata sia da un privato cittadino che dall’impresa che si occupa dei lavori oppure da un intermediario abilitato.

Chi non invia la documentazione entro la scadenza rischia di perdere il diritto ad avere le detrazioni IRPEF. Con l’ordinanza 19309/2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che la tardiva comunicazione all’ENEA non comporta la decadenza dalla detrazione fiscale per l’Ecobonus, anche se i termini di invio non sono rispettati. Nel caso in esame, un contribuente aveva iniziato lavori di riqualificazione energetica nel 2008 e li aveva completati nel 2010, ma ha inviato la documentazione richiesta all’ENEA solo nel 2014. Nonostante ciò, la Cassazione ha accolto il suo ricorso, ribadendo che l’inosservanza del termine di 90 giorni per l’invio della comunicazione non fa perdere il diritto alla detrazione, in quanto la normativa non prevede esplicitamente la decadenza in caso di ritardo.

Come fare la comunicazione ENEA per i Bonus Casa?

Per fare la comunicazione ENEA occorre connettersi al portale ufficiale e accedere tramite SPID o CIE alla sezione interessata, scegliendo tra:

Ecobonus, Interventi di miglioramento dell’efficienza energetica (Legge 296/2006)

Bonus Casa, Interventi che comportano risparmio energetico e/o utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili (art. 16-bis DPR 917/86)

Se nella sezione Bonus Casa occorre caricare i documenti legati al Bonus Ristrutturazione, la sezione Ecobonus è dedicata agli interventi legati naturalmente a Ecobonus e riqualificazione energetica, Superbonus, Bonus Fotovoltaico e Sismabonus.

Le informazioni da trasmettere a ENEA sono:

Per il Superbonus occorre trasmettere l’asseverazione del tecnico che può essere redatta durante la prosecuzione dei lavori con una SAL ad almeno il 30%, al 60% ed entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Per gestire la pratica è possibile affidarsi a un professionista abilitato che si occupa di raccogliere e inviare la documentazione.

Dopo aver inoltrato la domanda, ENEA invia all’interessato una email di conferma da conservare per poter ricevere la detrazione. Al suo interno viene inviato un documento dove è importante conservare il codice CPID e data di trasmissione. Ogni utente, infatti, ottiene il cosiddetto Codice Personale Identificativo solo se la trasmissione dei dati va a buon fine.

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