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Demolizione e ricostruzione con ampliamento: interventi, normativa, bonus disponibili

In quali casi è possibile demolire una casa per ricostruirla più grande? Vediamo cosa dicono le norme in merito a demolizione e ricostruzione con l'aiuto dell'esperto

17-03-2025

Francesco Bosco

Ingegnere Edile – Architetto

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L’evoluzione del patrimonio edilizio passa attraverso interventi complessi e strategici, tra i quali spicca la demolizione e ricostruzione. Questa tipologia di intervento rappresenta molto più di una semplice sostituzione strutturale: è un processo di rigenerazione urbana che trasforma edifici obsoleti in strutture moderne, efficienti e rispondenti alle più attuali esigenze abitative e normative.

Un intervento di questo tipo richiede un’attenta progettazione, una profonda conoscenza della normativa edilizia e un’accurata valutazione economica. Le possibilità offerte dalla demolizione e ricostruzione permettono non solo di rinnovare completamente un immobile, ma anche di ripensare gli spazi, migliorare le prestazioni energetiche e adeguarsi ai moderni requisiti costruttivi, potendo in alcuni casi beneficiare di interessanti incentivi fiscali. Ma quali sono le normative da rispettare e le detrazioni a disposizione per risparmiare? Scopriamolo in questo approfondimento.

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Demolizione e ricostruzione: le differenze tra ristrutturazione e nuova costruzione

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Nell’ambito edilizio, gli interventi di demolizione e ricostruzione rappresentano una categoria complessa che può assumere diverse configurazioni giuridiche e progettuali. La normativa italiana, attraverso il Testo Unico dell’Edilizia, definisce con precisione i confini tra ristrutturazione edilizia e nuova costruzione.

La ristrutturazione edilizia si contraddistingue per elementi fondamentali come il mantenimento sostanziale della sagoma originaria, la conservazione del volume esistente e il rispetto delle caratteristiche planivolumetriche dell’edificio originario. In questo tipo di intervento, sono consentite modifiche che non alterino radicalmente la struttura preesistente.

Un intervento di ristrutturazione può prevedere l’installazione di impianti innovativi, l’adeguamento dell’edificio alle normative vigenti e il miglioramento di elementi tecnici, come la sicurezza antisismica.

Si passa alla categoria di nuova costruzione quando vengono modificate significativamente sagoma e volume, si realizza un ampliamento sostanziale o l’intervento non rispetta le caratteristiche originarie dell’edificio.

Ricostruzione con ampliamento: SCIA o PdC?

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La scelta del titolo abilitativo dipende strettamente dalle caratteristiche specifiche dell’intervento progettato.

Quando un proprietario decide di ricostruire un edificio mantenendo esattamente la stessa volumetria dell’immobile originario, l’iter amministrativo risulta più snello. In questa fattispecie, è sufficiente presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), che consente di avviare i lavori con una procedura semplificata.

La situazione cambia radicalmente nel momento in cui l’intervento prevede un aumento della volumetria. In questo caso, la modifica non è più considerata una semplice ristrutturazione, ma configura una nuova costruzione che richiede un passaggio amministrativo più articolato.

Per progetti che comportano ampliamenti volumetrici, è obbligatorio ottenere il Permesso di Costruire (PdC). Questa procedura più rigorosa si rende necessaria perché l’aumento di volume implica un mutamento significativo dell’assetto territoriale, andando ad occupare nuove aree e modificando lo stato dei luoghi.

Indipendentemente dalla tipologia di intervento – sia che si tratti di SCIA o PdC – è sempre richiesta una documentazione dettagliata. Il progetto esecutivo, redatto da un tecnico abilitato, deve includere documenti che attestino la sicurezza del cantiere, le modalità di smaltimento delle macerie, la conformità urbanistica ed edilizia, il rispetto delle normative antisismiche e le soluzioni per il risparmio energetico.

Che bonus ci sono per demolizione e ricostruzione?

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I bonus fiscali rappresentano un importante strumento di incentivazione per la riqualificazione del patrimonio edilizio, anche in caso di interventi di demolizione e ricostruzione.  

Il principale incentivo di riferimento è il Sismabonus, specialmente per gli interventi in zone a rischio sismico. Una modalità particolarmente vantaggiosa è il Sismabonus Acquisti, che offre agli acquirenti di nuove unità immobiliari costruite dopo demolizione una detrazione che può raggiungere l’85% del prezzo di acquisto, fino a un massimo di 96.000 euro.

L’Ecobonus, invece, non può essere applicato alla porzione di volume aggiuntivo. Specificamente, l’incentivo è riconosciuto esclusivamente per gli interventi di efficientamento energetico sulla parte dell’edificio corrispondente alla volumetria originaria, escludendo completamente la superficie aggiuntiva derivante dall’ampliamento. Diventa quindi essenziale mantenere una rigorosa distinzione contabile tra i diversi tipi di intervento, documentando accuratamente le spese relative a ciascuna tipologia di lavoro.

Per accedere a questi benefici, è fondamentale rispettare requisiti specifici. Nel caso dell’Ecobonus, ad esempio, è necessario dimostrare che l’edificio originale possedesse un impianto di riscaldamento adeguato. Inoltre, la documentazione tecnica riveste un ruolo cruciale, richiedendo relazioni dettagliate che comprovino la conformità degli interventi.

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