Bonus casa: ecco quando lo stop della cessione dei crediti è impugnabile
La Corte di Giustizia Tributaria stabilisce che lo stop alla cessione dei crediti per i Bonus casa deve essere motivato. Ecco quando è possibile impugnare il blocco dell'Agenzia.

Alessia Mancini
Content manager e blogger
Una recente sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Reggio Emilia (44/2/2025) ha stabilito un principio fondamentale per i contribuenti che hanno optato per le modalità alternative alla detrazione dei Bonus casa: le sospensioni automatizzate delle cessioni dei crediti possono essere contestate, richiedendo all’Agenzia delle Entrate di motivare le ragioni del suo intervento. Approfondiamo il recente caso che sta facendo discutere.
Il caso che ha fatto giurisprudenza
La vicenda riguarda una contribuente che aveva scelto di cedere a una banca i crediti derivanti da interventi di efficientamento energetico e consolidamento sismico. Mentre la parte relativa all’efficientamento energetico veniva approvata, la quota riferita ai lavori antisismici subiva una sospensione automatica.
Nonostante la contribuente avesse fornito tutta la documentazione richiesta dall’Agenzia delle Entrate, l’ente procedeva all’annullamento della cessione del credito senza fornire una motivazione dettagliata, limitandosi a citare gli estremi della normativa.
Di fronte al silenzio dell’Agenzia alle richieste di chiarimenti, la contribuente ha presentato ricorso, sostenendo che l’atto di annullamento rappresentasse di fatto un diniego di agevolazione e, come tale, dovesse contenere una motivazione circostanziata.
Le regole dei controlli e la decisione della Corte
Il Decreto Antifrode del 2021 ha introdotto una procedura specifica per i controlli sulle cessioni dei crediti. L’Agenzia delle Entrate ha 5 giorni di tempo dall’invio della comunicazione per valutare elementi quali la coerenza dei dati, la regolarità delle informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria e l’esistenza di analoghe cessioni precedenti. In caso di profili di rischio, può essere disposta una sospensione non superiore a 30 giorni.
La Corte di Giustizia Tributaria ha accolto il ricorso della contribuente, stabilendo che l’atto di annullamento dell’Agenzia delle Entrate si configura come un diniego di agevolazione con natura impositiva, comportando una lesione dei diritti del contribuente. Di conseguenza, deve necessariamente contenere una motivazione che spieghi le ragioni della decisione.
La mancanza di motivazione è stata considerata dai giudici una violazione dello Statuto del contribuente, cosa che ha comportato l’annullamento dell’atto dell’Agenzia e la conferma della validità della cessione del credito.
In definitiva, considerando quanto emerso dalla sentenza e il quadro normativo attuale sui Bonus casa, il momento è favorevole per pianificare interventi di ristrutturazione della propria abitazione. Per massimizzare i benefici fiscali disponibili e procedere in sicurezza, è consigliabile richiedere preventivi dettagliati a professionisti e imprese qualificate. Un confronto tra diverse proposte permetterà di valutare al meglio costi, tempistiche e modalità di accesso alle agevolazioni fiscali.
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