Bonus ristrutturazione parti comuni: quando si può avere anche il Bonus Mobili
Il Bonus mobili permette di rinnovare il mobilio a seguito di ristrutturazione, ma può essere chiesto anche quando si ristrutturano le parti comuni?
- Si può chiedere il Bonus mobili con la ristrutturazione delle parti comuni?
- Con quali lavori si può richiedere il Bonus mobili?
- Vuoi ristrutturare la tua casa e risparmiare?
- Si può chiedere il Bonus mobili con la ristrutturazione delle parti comuni?
- Con quali lavori si può richiedere il Bonus mobili?
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Nel mondo delle agevolazioni fiscali legate alla casa, il Bonus mobili è sicuramente uno dei più popolari. Il requisito necessario per ottenerlo è la ristrutturazione del proprio immobile, ma sono in molti a domandarsi se possa essere ottenuto anche con la ristrutturazione delle parti comuni del condominio.
Per far luce sulla questione, l’Agenzia delle Entrate, in una recente circolare, ha chiarito come e quando richiedere il Bonus mobili associato al Bonus ristrutturazione delle parti comuni.
Si può chiedere il Bonus mobili con la ristrutturazione delle parti comuni?
La possibilità di ottenere il Bonus Mobili nell’ambito di un progetto di ristrutturazione delle parti comuni di un edificio residenziale è un tema di interesse crescente per molti proprietari di immobili. Tuttavia, il Fisco ha recentemente fornito importanti chiarimenti su questa questione, rispondendo al quesito di un contribuente in merito alla sua idoneità a richiedere tale agevolazione.
In linea con le disposizioni fiscali vigenti, il Fisco ha spiegato che non è possibile usufruire del Bonus Mobili per l’acquisto di arredi destinati a camere da letto o cucine per una delle unità abitative delle quali si è proprietari, e che fanno parte dell’edificio oggetto di ristrutturazione delle parti comuni. La ragione di questa limitazione risiede nel fatto che, in occasione di interventi di recupero del patrimonio edilizio sulle parti condominiali degli edifici residenziali, comprese le operazioni di manutenzione ordinaria, il diritto al Bonus mobili è riconosciuto solo se i beni acquistati sono destinati ad arredare esclusivamente le parti comuni dell’edificio. L’agevolazione non può, quindi, essere concessa per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’arredamento delle unità immobiliari private.
Questo chiarimento è stato fornito attraverso la circolare n. 29/2013, paragrafo 3.2, fornendo una linea guida importante per coloro che desiderano approfondire le regole e le limitazioni relative al Bonus Mobili in relazione a progetti di ristrutturazione delle parti comuni di edifici residenziali.
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Con quali lavori si può richiedere il Bonus mobili?
Secondo le linee guida dell’Agenzia delle Entrate, l’agevolazione del Bonus Mobili è accessibile solo a seguito di interventi di recupero del patrimonio edilizio, che possono riguardare sia singole unità immobiliari residenziali che parti comuni di edifici residenziali.
Per quanto concerne le parti comuni degli edifici residenziali, i condòmini hanno il diritto di richiedere la detrazione, ciascuno per la propria quota di proprietà, solo per i beni acquistati e destinati ad arredare esclusivamente queste parti comuni, dunque non le abitazioni private.
Per quanto riguarda gli interventi idonei per richiedere la detrazione, essi comprendono:
- Manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singole unità abitative.
- Ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza.
- Restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su interi fabbricati.
- Manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.
Ricordiamo che la detrazione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici è soggetta a un limite massimo di 8mila euro per il 2023 e di 5mila euro per il 2024, inclusi eventuali costi di trasporto e montaggio. Questa detrazione viene ripartita in dieci rate annuali di uguale importo.
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