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Vincoli e normativa delle ristrutturazioni centro storico

Ristrutturare casa in centro storico è un compito impegnativo, non solo per la spese, ma anche per le normative da rispettare

Ultimo aggiornamento 13-02-2024

Studio di architettura BARBARO18

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Il cuore di una città racchiude spesso secoli di storia, cultura e architettura. I centri storici sono tesori di inestimabile valore, ma la loro conservazione richiede un attento equilibrio tra il desiderio di modernità e la necessità di salvaguardare il passato. In particolare, la ristrutturazione di un immobile nel centro storico è spesso sottoposta a vincoli e normative rigorose, da conoscere e rispettare per tutelare il patrimonio storico e non incorrere in sanzioni. Approfondiamo, dunque, le sfide e le responsabilità che i proprietari devono affrontare nel caso di una ristrutturazione di un immobile sottoposto a vincolo.

Ristrutturare casa nel centro storico, tra sfide e opportunità

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Nell’ambito delle ristrutturazioni immobiliari, una sfida particolarmente impegnativa è rappresentata dalla decisione di intervenire in un centro storico. 

La prima sfida da affrontare riguarda la normativa vigente, spesso rigorosa e restrittiva quando si tratta di ristrutturare una casa nel cuore antico di una città. Qui, ogni intervento edilizio deve fare i conti con una serie di regolamenti e autorizzazioni che possono variare da città a città. Alcuni progetti potrebbero richiedere permessi aggiuntivi, mentre altri potrebbero addirittura essere vietati. Questo complesso quadro normativo può rendere il processo di ristrutturazione un vero e proprio labirinto burocratico.

La seconda sfida è di natura edilizia. Molte delle abitazioni situate in centri storici sono edifici storici di grande pregio architettonico. Ristrutturare queste case comporta il rischio di comprometterne il valore artistico e storico. Pertanto, qualsiasi intervento deve essere eseguito con estrema cura e attenzione per preservare l’integrità dell’edificio.  

Tuttavia, nonostante queste difficoltà, ci sono anche interessanti opportunità da considerare quando si decide di ristrutturare una casa nel centro storico. Una delle principali è rappresentata dai prezzi elevati degli immobili in queste zone. Se si decide di affittare o vendere una proprietà ristrutturata in un centro storico, si possono ottenere profitti notevolmente superiori rispetto alle zone periferiche. La redditività degli investimenti risulta quindi spesso più allettante, compensando in parte le spese iniziali.

Quali autorizzazioni servono per ristrutturare casa in centro storico?

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La normativa per la ristrutturazione di una casa nel centro storico non solo è severa, ma anche intricata. Oltre ai consueti permessi edilizi, come la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori), la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), e il Permesso di Costruire, il proprietario di un immobile situato nel centro storico deve fare i conti con la spinosa questione dei vincoli. Tra questi, il più comune è il vincolo paesaggistico, il quale regola gli interventi esterni in grado di influenzare l’aspetto “paesaggistico” della città.

Le autorizzazioni necessarie possono variare in base all’estensione dei lavori. Nel caso di interventi di ristrutturazione più invasivi, è richiesta un’autorizzazione ordinaria, il cui processo può richiedere fino a cinque o sei mesi prima di ottenere il permesso. Al contrario, per interventi meno invasivi, si applica la regola del silenzio-assenso, il che significa che è possibile procedere dopo due mesi se non si riceve una risposta negativa. La normativa regola quasi ogni tipo di intervento, quindi è essenziale consultare le normative locali e determinare in quale categoria rientrano i lavori che si intendono realizzare.

Inoltre, il Decreto Legislativo n. 42 del 2004, noto come Codice dei Beni Culturali, e il Testo Unico per l’Edilizia disciplinano le autorizzazioni e i permessi relativi ai lavori di ristrutturazione in un centro storico, offrendo un quadro normativo completo per affrontare questa sfida complessa ma appagante.

Immobile sotto vincolo urbanistico: cosa significa?

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L’immobile sotto vincolo urbanistico è riconosciuto come di interesse storico, artistico, architettonico o paesaggistico dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali. 

In questo caso, le cose si complicano per il proprietario, che non può demolire, modificare o restaurare l’edificio senza ottenere l’autorizzazione dai Beni Culturali. Qualsiasi modifica strutturale o architettonica all’edificio, come l’aggiunta di nuove pareti o finestre, deve essere preventivamente approvata dalla Soprintendenza. Anche il restauro dell’edificio richiede un’autorizzazione specifica da parte delle autorità competenti, che valuteranno il progetto di restauro per garantire che sia in linea con le linee guida di conservazione storica e artistica.

Infine, il proprietario non può destinare l’edificio a usi che non siano compatibili con la sua connotazione storico-artistica. Ad esempio, non può trasformare l’edificio in un negozio o un ufficio se ciò comprometterebbe il suo valore storico o architettonico.

Quali limiti rispettare per un edificio vincolato da ristrutturare?

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La ristrutturazione di un edificio situato nel cuore del centro storico può rivelarsi un’impresa affascinante, ma non priva di sfide. 

Ad esempio, la stessa scelta delle pitture per la facciata deve essere attentamente ponderata poiché, sia per tipologia che per colore, devono essere simili a quelle originarie o coerenti con le tonalità storiche presenti. Gli infissi, solitamente realizzati in legno, devono rispettare i colori e i materiali tradizionali. Questo assicura la coerenza architettonica e la conservazione dell’aspetto originale dell’edificio. Anche la decisione di aggiungere un patio, chiudere parzialmente il terrazzo o installare una tettoia è sottoposta a vincoli.  

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