Cos'è la vulnerabilità sismica e quali sono i rischi
Vivi una zona ad alto rischio sismico? Valuta la vulnerabilità sismica dell’edificio affidandoti a un esperto: ecco quali sono i rischi e come gestirli
Francesco Bosco
Ingegnere Edile – Architetto
- Cos’è la vulnerabilità sismica
- Come si calcola la vulnerabilità sismica
- Calcolo vulnerabilità sismica: cosa rischia chi non la fa
- Perché è importante effettuare la verifica sismica e quali sono i bonus
- Cos’è la vulnerabilità sismica
- Come si calcola la vulnerabilità sismica
- Calcolo vulnerabilità sismica: cosa rischia chi non la fa
- Perché è importante effettuare la verifica sismica e quali sono i bonus
Il gran parte patrimonio edilizio presente nel territorio italiano è caratterizzato da alta sismicità, un concetto che denota la scarsa capacità degli edifici nel resistere all’azione di un terremoto. Chi vive in una zona ad alto rischio sismico e magari abita in un palazzo datato o in un immobile che ha acquistato da poco ma ha tanti anni deve preoccuparsi di capire se la struttura è sicura e può resistere in modo efficace a una scossa.
Comprendere questo requisito è cruciale anche quando si acquista o si ristruttura casa. Con l’aiuto di un ingegnere strutturale è possibile ottenere un’analisi ad hoc e capire quali sono gli interventi da fare per aumentare la resistenza dell’edificio nei confronti dell’azione sismica (oltre che quella gravitazionale). Ma prima di fare ciò è cruciale capire cos’è la vulnerabilità sismica, quali sono i rischi e come proteggere la propria abitazione.
Cos’è la vulnerabilità sismica
Con vulnerabilità sismica si fa riferimento alla predisposizione di un edificio a resistere a un sisma. Se la vulnerabilità è alta, una struttura subirà danni e crolli di varia entità; se invece è bassa, resisterà anche a scosse più intense. Ciò anche in funzione del tipo di struttura portante: muratura, cemento armato, acciaio e legno. Capire il livello di vulnerabilità è fondamentale se si abita in una zona ad alto rischio, fatto che in Italia è molto comune.
Per capire meglio cos’è la vulnerabilità sismica occorre chiarire il concetto di rischio sismico, un indicatore che permette di calcolare l’entità dei danni che le scosse possono provocare in una particolare area geografica.
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Come si calcola la vulnerabilità sismica
Per calcolare la vulnerabilità sismica occorre prendere come riferimento le Norme Tecniche per le Costruzioni approvate con il DM Infrastrutture 17 gennaio 2018. Si tratta di normative che permettono di definire le regole per costruire edifici funzionali e sicuri, dando indicazioni legate al progetto di costruzione, all’esecuzione di interventi e collaudo. Tra queste normative c’è anche quella dedicata al calcolo della vulnerabilità sismica e al miglioramento della resistenza sismica. Per eseguire il calcolo occorre affidarsi a un esperto, come un ingegnere strutturale, che eseguirà l’analisi suddivisa in fasi:
- Analisi storico-critica: il tecnico reperisce informazioni su una struttura e nel caso sia esistente si documenta sulle tecniche usate per la costruzione, su materiali e altri dettagli
- Rilievo geometrico, dove, basandosi sui documenti disponibili si studia la sismoresistenza della struttura
- Analisi dei materiali, in particolare studio della loro resistenza meccanica
- Analisi strutturale, lineare o non lineare. Quelle lineari vengono eseguite per una struttura in costruzione e sono le più diffuse ed economiche. Quelle non lineari sono più approfondite e onerose, adatta anche a strutture già esistenti
Alla fine dell’analisi, si avranno tutte le informazioni necessarie per capire qual è il livello di vulnerabilità sismica e quali sono gli interventi da effettuare per migliorare la resistenza di un edificio, che sia in costruzione o in ristrutturazione.
Calcolo vulnerabilità sismica: cosa rischia chi non la fa
Durante un terremoto, il crollo di un edificio o di una sua parte è la principale causa di morte delle persone. Un sisma porta anche al crollo di tramezzi ed elementi che possono provocare ferite gravi, senza contare il movimento pericoloso di arredi, come armadi o l’interruzione di utenze.
Vivere all’interno di una casa sicura, capace di resistere anche a scosse di media e forte entità dovrebbe essere una necessità basilare in una Paese come il nostro, caratterizzato da frequenti scosse e terremoti.
Chi vive in una zona ad alto rischio deve impegnarsi per tenere sotto controllo la struttura dell’abitazione e agire in modo tempestivo per incrementare il livello di sicurezza e la resistenza contro il sisma.
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Perché è importante effettuare la verifica sismica e quali sono i bonus
Eseguire una verifica sismica è quindi cruciale, ma anche obbligatorio per tutti gli immobili situati in zone sismiche, come indicato dal Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008. L’applicazione delle norme risale al 1 luglio 2009 come previsto dalla legge 77 del 24 giugno 2009. In alcune aree a rischio, è obbligatorio presentare il certificato antisismico quando si vuol vendere o affittare un immobile.
L’obiettivo è rendere gli immobili a rischio più sicuri e vivibili. Nonostante ciò, in Italia ancora tante strutture non hanno i requisiti per resistere a scosse di varia entità. Per incentivare gli interventi sono comunque disponibili diverse agevolazioni, tra queste spicca il Sismabonus che fino al 31 dicembre 2024 permette di effettuare interventi di miglioramento sismico in specifiche zone del Paese usufruendo di varie tipologie di agevolazione. In particolare, per questo tipo di edifici permane il 110%.
Per valutare il proprio edificio è consigliabile affidarsi a un bravo ingegnere strutturale ed elaborare un progetto di miglioramento sismico che migliori la sicurezza della struttura.
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