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La stufa elettrica: ecco quanto consuma

Se vuoi sapere quanto consuma una stufa elettrica e quanto può influire sulla bolletta. Leggi questo articolo su PG Casa! Scoprirai come ridurre il consumo.

Ultimo aggiornamento 22-02-2024

Ugo Sollazzo

Idraulico termotecnico

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Quanto consuma una stufa elettrica? Scopri quanto può influire sui tuoi consumi

Quanto consuma una stufa elettrica? Scopri quanto può influire sui tuoi consumi

La stufa elettrica: semplice e ideale per gli ambienti piccoli

Nonostante in linea di massima non rappresenti la tecnologia più vantaggiosa in termini economici, la stufa elettrica è ancora oggi il modo più semplice e pratico per riscaldare piccoli ambienti come il bagno o il vostro ufficio. Rispetto agli scorsi decenni, il mercato propone una vasta scelta di stufe elettriche a basso consumo, per cui diventa fondamentale, qualora si presenti la necessità di acquistarne una, valutare bene quale tipologia sia più adatta alle vostre esigenze, per non ritrovarvi sorprese in bolletta.

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Quanto consuma una stufa elettrica?

Prima di approfondire le varie tipologie di stufa elettrica disponibili attualmente sul mercato è necessario capire come poter stimare in modo semplice i consumi che può avere una stufa elettrica. Il consumo di una stufa elettrica si calcola in modo semplice: Consumo (kWh) = Potenza (kW) x Tempo di utilizzo (ore).

La potenza degli apparecchi, a seconda del modello, può variare da 300 fino a 2500 Watt. A questo punto basta moltiplicare la potenza per le ore di utilizzo. Se ad esempio avete acquistato una stufa la cui potenza massima è di 1000 W e la tenete in funzione per 4 ore (4h x 1000W = 4000Wh), il consumo in bolletta imputabile alla stufa elettrica sarà di 4 kWh.

Moltiplicate questo dato per la tariffa applicata all’energia dal vostro attuale gestore e avrete una stima reale di quanto effettivamente andrete a spendere in più in bolletta. Una prima indicazione di massima è quella di scegliere un modello di stufa elettrica dotata di termostato, grazie al quale potrete regolare la potenza dell’apparecchio e limitare così i consumi. Ora non resta da scegliere il modello più adatto alle vostre esigenze.

Una prima distinzione: stufa elettrica portatile o a parete?

La prima cosa da chiarire è che il consumo energetico non varia solo in base alle caratteristiche del modello che si sceglie di acquistare (potenza, tecnologia utilizzata, presenza o meno di un termostato), ma anche dal tempo di utilizzo dello stesso. Più grande è l’ambiente da riscaldare, maggiore è il tempo necessario a raggiungere un adeguato comfort termico. Ecco perché se ne sconsiglia decisamente l’uso qualora sia necessario riscaldare ambienti diversi oppure molto grandi.

Detto questo, le stufe elettriche si distinguono innanzitutto tra modelli portatili e a parete, cioè fissi. Questi ultimi, alcuni molto simili ai termoarredo solitamente installati in bagno, hanno il grosso vantaggio di non occupare spazio a terra perché piatti e installati al muro in verticale (vi basterà un trapano e alcune viti per fissarli, una presa di corrente nelle immediate vicinanze).

Alcuni modelli riproducono inoltre la fiamma del caminetto in quanto dotati di un’illuminazione a led: se vi piace lo stile, l’effetto sarà in grado di donare suggestione ed eleganza all’ambiente riscaldato. Un buon modello a parete ha in genere una potenza di 1800 W e vi costerà circa 0,40€ per ogni ora di utilizzo. Occhio però al prezzo del dispositivo in sé: alcuni modelli superano i 1000€.

Stufe elettriche portatili: tradizionali o a basso consumo

Per quanto riguarda le stufe elettriche portatili, invece, occorre distinguere innanzitutto tra quelle tradizionali, che trasmettono calore all’ambiente circostante per convenzione o per ventilazione, e quelle a irraggiamento, che utilizzando materiali ben più efficienti dal punto di vista della trasmissione di calore o lampade a basso consumo, permettono un comfort termico superiore anche in presenza di ambienti di media grandezza. Le prime sono dotate di una semplice resistenza elettrica che, surriscaldandosi, trasmettono calore al corpo cosiddetto radiante e, da questo, all’ambiente circostante.

Appare ovvio che, una volta atteso il tempo necessario a riscaldare completamente il corpo radiante, senza ulteriori accortezze il calore trasmesso all’ambiente circostante sarà limitato e particolarmente circoscritto all’area intorno alla stufa, costringendovi a tenere accesa la stufa per parecchie ore prima di raggiungere, forse, un soddisfacente comfort termico. A questa versione si affianca il comune termoventilatore, dove una ventola permette di aspirare aria fredda e spingerla attraverso la resistenza.

Questo modello, la classica stufetta da bagno che accendiamo poco prima di fare la doccia, ha il vantaggio di diffondere il calore in modo più rapido per limitati periodi di tempo, sebbene la ventola abbia lo svantaggio di essere rumorosa. I prezzi di una stufa elettrica tradizionale sono infine molto contenuti e possono variare dai 10 ai 20€ per i modelli di bassa potenza (500-800 W). Per un maggiore comfort termico e consumi più contenuti meglio scegliere modelli a basso consumo.

Stufe elettriche a irraggiamento: il top per ridurre i consumi

Le stufe elettriche di nuova generazione, quelle cosiddette a irraggiamento, sfruttano materiali più efficienti per trasmettere calore, in quanto si scaldano più velocemente ma si raffreddano più lentamente. Un altro vantaggio di queste stufe è quello di non rilasciare polveri nell’ambiente circostante, che potrebbero risultare dannose per la nostra salute. I materiali utilizzati, inoltre, hanno un consumo di energia più limitato rispetto alle tradizionali resistenze elettriche. Questa è, in definitiva, il maggiore vantaggio: comfort termico con potenze inferiori.

Potenze inferiori, consumi ridotti. L’esempio più calzante è dato dalle stufe elettriche con lampade alogene, al cui interno è contenuto un gas che irradia naturalmente calore con l’energia elettrica. Le stufe elettriche al quarzo sfruttano invece la rapidità con la quale questo materiale tende a riscaldarsi e la capacità di rilasciare calore negli ambienti circostanti. Quelle a infrarossi, infine, hanno la particolarità di racchiudere le resistenze elettriche in componenti di ceramica, che irradiano anch’essi calore naturalmente.

Tutti e tre i modelli possono essere acquistati dotati di termostati e in versione oscillante, un meccanismo che permette di dirigere il calore in tutta la stanza. I prezzi delle stufe elettriche a irraggiamento di piccole dimensioni possono variare dai 30 ai 40€ e sono la soluzione migliore per riscaldare stanze fino a 10 mq e limitare allo stesso tempo il consumo di energia rispetto agli apparecchi tradizionali, in quanto lavorano meglio anche a potenze più contenute. Più è grande la stanza maggiore diventa il risparmio effettivo nell’utilizzo di una stufa a basso consumo rispetto a quelle tradizionali.

Per metrature superiori, fino a un massimo di 20-25 mq, è consigliabile valutare in alternativa una stufa elettrica, o radiatore, a olio. Qui la resistenza elettrica serve a riscaldare l’olio che poi irradia calore nella stanza, rendendo il modello particolarmente adatto a un uso prolungato nel tempo. I radiatori a olio costano in media dai 50 ai 60€ e hanno lo svantaggio di essere particolarmente ingombranti. Tuttavia garantiscono un comfort termico prolungato e, in proporzione, consumi relativamente contenuti. Richiedi un preventivo gratuito.

Di seguito un riepilogo delle diverse tipologie:

Consigli per ridurre i consumi

Ecco alcuni consigli per ridurre i consumi di una stufa elettrica:

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