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In cosa consiste una pratica notarile

La pratica notarile è necessaria per accedere al concorso notarile. Ecco cosa occorre e quali sono i tempi e i costi di questo step professionale

Ultimo aggiornamento 30-05-2024

Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

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La pratica notarile è quel passaggio necessario che permette l’accesso al concorso notarile a tutti coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica o magistrale in Giurisprudenza e che aspirino ad accedere ai ranghi di questa importante professione. Di fatto, la domanda che permette l’accesso e l’espletamento della pratica notarile porta a un apprendistato di 18 mesi da compiersi all’interno dello studio di un notaio – scelto dal candidato e ratificato dal Consiglio Notarile – al fine di fornire un’esperienza pratica post-laurea. Nel corso dei 18 mesi, infatti, il praticante verrà a contatto con la realtà lavorativa della professione prescelta: acquisirà la conoscenza del codice deontologico legato alla professione di notaio, potrà osservare come si gestisce e si organizza il lavoro all’interno di uno studio e potrà osservare le modalità di azione di un professionista che spesso è chiamato a ricoprire un ruolo molto delicato all’interno di trattative, passaggi di denaro e atti giuridici.

La pratica notarile è quel passaggio necessario che permette l’accesso al concorso notarile a tutti coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica o magistrale in Giurisprudenza e che aspirino ad accedere ai ranghi di questa importante professione. Di fatto, la domanda che permette l’accesso e l’espletamento della pratica notarile porta a un apprendistato di 18 mesi da compiersi all’interno dello studio di un notaio – scelto dal candidato e ratificato dal Consiglio Notarile – al fine di fornire un’esperienza pratica post-laurea. Nel corso dei 18 mesi, infatti, il praticante verrà a contatto con la realtà lavorativa della professione prescelta: acquisirà la conoscenza del codice deontologico legato alla professione di notaio, potrà osservare come si gestisce e si organizza il lavoro all’interno di uno studio e potrà osservare le modalità di azione di un professionista che spesso è chiamato a ricoprire un ruolo molto delicato all’interno di trattative, passaggi di denaro e atti giuridici.

Ma cosa occorre per avviare la pratica notarile? Di solito il punto di partenza è il conseguimento della laurea specialistica o magistrale in Giurisprudenza, anche se in effetti è possibile iniziare la pratica durante l’ultimo anno di corso di studi e farne valere fino a un massimo di 6 mesi che saranno poi aggiunti a un successivo periodo di 12 mesi da effettuare dopo il conseguimento del titolo accademico. Perché la pratica notarile sia valida, infatti, è necessario garantire che, dei 18 mesi totali, almeno 12 siano stati di frequentazione ininterrotta dello studio notarile eletto e siano stati effettuati nel periodo post-laurea. Questi 12 mesi, tuttavia, devono essere espletati entro 30 mesi dall’iscrizione del praticante al Registro dei Praticanti, altrimenti non sarà più possibile far valere i 6 mesi di pratica effettuati prima della laurea.

Per avviare la pratica notarile, occorre presentare una domanda di ammissione che va inoltrata al Consiglio Notarile del distretto in cui si intende avviare la pratica. Alla Domanda di Iscrizione al Registro dei Praticanti vanno allegati i seguenti documenti: una copia di un documento d’identità valido, il certificato di nascita, il certificato di laurea (o il certificato di iscrizione all’ultimo anno di corso se la pratica è anticipata), il certificato generale del casellario giudiziale e il certificato dei carichi pendenti. Tali documenti (tutti a eccezione del certificato di nascita) vanno accompagnati da bollo del valore di 11 euro; tuttavia molti di questi (come il certificato generale del casellario giudiziale) sono ormai auto certificati con la dichiarazione sostitutiva di certificazioni che si compila all’interno della Domanda stessa. Ad essa va inoltre allegata un’altra marca da bollo del valore di 11 euro (servirà per la contromatrice dell’iscrizione), il pagamento di una tassa del valore di 0,77 euro e in ultimo una dichiarazione del notaio presso il quale di desidera effettuare la pratica dove lo stesso esprime la propria accettazione del praticante.

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Spetterà, in seguito, al Consiglio Notarile l’approvazione dello studio designato, in cui il praticante dovrà svolgere almeno un anno di pratica. Dal momento dell’ammissione, poi, il praticante dovrà produrre allo stesso Consiglio Notarile, ogni 2 mesi, un attestato di frequenza rilasciato dal notaio presso cui sta svolgendo la pratica. Se il praticante interrompe la frequenza dello studio per 2 mesi, la pratica si considera interrotta, sebbene sia possibile fare richiesta di sospensione al Consiglio Notarile per validi motivi o per impedimenti indipendenti dalla volontà del praticante.

Esiste anche la possibilità di avviare una pratica abbreviata, concessa ai funzionari dell’ordine giudiziario e agli avvocati o procuratori che esercitino la professione da almeno un anno. Costoro, presentando all’atto della Domanda di Iscrizione anche il certificato dell’Ordine degli Avvocati/Procuratori corredato di bollo da 11 euro, possono espletare la pratica per un periodo ininterrotto di 8 mesi. Per loro l’obbligo di presentazione del certificato di frequenza è mensile e non bimestrale, e la loro pratica si considera interrotta dopo un mese di cessata frequentazione dello studio notarile.

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