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Direttiva Case Green: a che punto siamo

La Direttiva Case Green rivoluzionerà il settore immobiliare nei prossimi anni: vediamo a che punto siamo con l'approvazione e perché dovremo ristrutturare

Ultimo aggiornamento 08-11-2024

Raffaella Festari

Content Marketing Specialist

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La transizione verso un futuro più sostenibile ed ecologicamente responsabile rappresenta una priorità per l’Unione Europea. In questo contesto, la Direttiva sulle Case Green si pone come uno strumento chiave per promuovere la riduzione delle emissioni inquinanti nel settore delle costruzioni. Ma a che punto siamo nel percorso verso l’attuazione di questa direttiva ambiziosa? In questo articolo, esploreremo lo stato attuale delle discussioni e delle azioni in corso, analizzando i progressi compiuti, le sfide affrontate e i prossimi passi da compiere.

Direttiva Case Green: qual è l’obiettivo da raggiungere?

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L’obiettivo principale della Direttiva sulle Case Green su cui le istituzioni europee stanno lavorando è quello eliminare completamente le emissioni provenienti dal patrimonio immobiliare, per evitare qualsiasi tipo di impatto negativo sull’ambiente. Per raggiungere questo traguardo, sono previsti obiettivi intermedi molto ambiziosi, da raggiungere entro il 2050.

In particolare, il testo della Nuova Direttiva Europea, approvato dalla Commissione Industria del Parlamento Europeo, stabilisce tre scadenze fondamentali:

Per gli edifici pubblici e quelli privati non residenziali, i tempi previsti per raggiungere questi obiettivi sono ancora più stretti: il primo obiettivo dovrà essere raggiunto entro il 2027, mentre il secondo entro il 2030.

Al momento, la normativa esclude gli edifici di valore storico o artistico, i luoghi di culto, le case con una superficie inferiore a 50 mq e le seconde case. Inoltre, lascia agli Stati membri la possibilità di escludere determinate categorie di edifici (come ad esempio quelli dell’edilizia popolare) e di identificare eventuali ostacoli che impediscono di raggiungere tali obiettivi.

Primo Trilogo: il confronto chiave sulla Direttiva Case Green nel settore edile

Il primo dibattito sulla Direttiva Case Green ha avuto luogo in occasione del primo Trilogo si è tenuto a Bruxelles il 6 giugno scorso, rappresentando un momento cruciale in cui il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno discusso con l’intermediazione della Commissione Europea per raggiungere un accordo sulle tempistiche di decarbonizzazione nel settore edile.

La discussione si è concentrata velocemente sugli articoli 9 e 16, che saranno oggetto di ulteriori incontri pianificati in seguito. L’articolo 9 riguarda il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e della classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. L’articolo 16 invece riguarda la revisione del sistema di classificazione dei paesi membri, stabilendo che il 15% degli edifici ad alto consumo energetico raggiunga la classe E.

Durante il Trilogo, l’attenzione si è invece concentrata sugli articoli dal 20 al 24, che riguardano ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento, rapporti di ispezione, esperti indipendenti responsabili di tali verifiche e sistemi di certificazione per i professionisti del settore edilizio. Infine, si è discusso anche dell’allegato VI riguardante i sistemi di controllo indipendenti per gli attestati di prestazione energetica.

Secondo Trilogo: Alla ricerca di un accordo unitario per gli obiettivi di prestazione energetica

Il prossimo Trilogo, in programma per il 31 agosto, sarà un’importante occasione per affrontare le posizioni controverse dei vari Paesi membri dell’Unione Europea, con particolare riferimento all’Italia. L’obiettivo sarà lavorare verso un accordo comune per la realizzazione di interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi di prestazione energetica.

Tuttavia, è importante tenere presente che l’approvazione della Direttiva Case Green non significa che essa entrerà immediatamente in vigore. Si prevede che sarà necessario attendere probabilmente fino al 2025 per il recepimento da parte di tutti gli Stati membri. Al momento, sembra che la bozza del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima sia stata inviata dall’attuale Governo all’Unione Europea per l’approvazione.

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