Come scoprire la presenza di radon in casa e perché è pericoloso
La presenza di radon in casa è pericolosa per la salute: ecco quali sono i livelli ammessi, come prevenire e gestire il problema
Maria Francesca Pinna
Content Manager
- Cos’è il radon e perché è presente nelle case
- Come misurare i livelli di random in casa
- Chi deve misurare il radon e perché
- Livelli di radon in abitazioni private, la normativa
- Come prevenire la presenza di radon in casa
- Cos’è il radon e perché è presente nelle case
- Come misurare i livelli di random in casa
- Chi deve misurare il radon e perché
- Livelli di radon in abitazioni private, la normativa
- Come prevenire la presenza di radon in casa
Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore, inodore e insapore, che può infiltrarsi nelle abitazioni e rappresentare un serio rischio per la salute umana. Nonostante la sua invisibilità, è tra le principali cause di tumore ai polmoni dopo il fumo di sigaretta. Per questo motivo, la misurazione dei livelli di radon all’interno degli edifici è un’operazione fondamentale anche nel settore dell’edilizia residenziale. Ma quali sono i metodi per rilevare la presenza del radon? E come si previene l’accumulo? Rispondiamo a queste ed altre domande, parlando anche dei migliori interventi per prevenirne i rischi.
Cos’è il radon e perché è presente nelle case
Fonte foto: Shutterstock
Il radon si forma dal decadimento dell’uranio, un elemento naturalmente presente nelle rocce, nei suoli e in alcuni materiali da costruzione come il tufo, il granito e il basalto. Questo gas tende a risalire dal terreno attraverso crepe nei pavimenti, giunti strutturali, canaline e impianti, fino a raggiungere gli ambienti interni, dove può accumularsi in assenza di un adeguato ricambio d’aria. Questo gas è particolarmente presente nelle case situate al piano terra, nei seminterrati, nelle villette a schiera e in tutte le abitazioni ai piani bassi, che sono direttamente contatto con il suolo. Ma anche gli appartamenti ai piani alti non sono totalmente al sicuro, soprattutto se sono inseriti in edifici datati, dove non si esegue una adeguata manutenzione, con problemi strutturali e scarsa ventilazione.
Come misurare i livelli di random in casa
Per capire se la propria abitazione è esposta al gas esistono diversi metodi. Quello più usato e consigliato dagli esperti consiste nell’uso di dosimetri passivi, dispositivi che rilevano la concentrazione media di radon in un ambiente nel corso di settimane o mesi. Questi strumenti vengono posizionati in punti strategici della casa, preferibilmente nei locali in cui si trascorre più tempo come la cucina, la camera da letto e il soggiorno, a un’altezza di circa 1-2 metri da terra e lontano da fonti di ventilazione. Per un calcolo corretto, il dispositivo viene lasciato in loco per circa 90 giorni, preferibilmente durante l’inverno quando la ventilazione è ridotta.
Un altro metodo è quello usato dai rilevatori elettronici, che forniscono una lettura in tempo reale della concentrazione di radon. Questi dispositivi sono più innovativi dei precedenti: sono dotati di display digitale e possono essere utili anche per valutare l’efficacia di eventuali metodi correttivi.
Chi deve misurare il radon e perché
Esistono delle situazioni in cui la misurazione del radon è caldamente consigliata. Vediamo alcuni esempi e casi pratici.
Innanzitutto, chi vive in un appartamento al piano terra o seminterrato dovrebbe chiedere una consulenza per misurare il radon, soprattutto se l’edificio si trova in una zona geologica a rischio o è stato costruito prima dell’introduzione di normative specifiche.
Anche chi abita in un edificio in tufo o granito dovrebbe effettuare la misurazione; infatti questi materiali possono rilasciare naturalmente radon e sarebbe opportuno ridurne o annullare i rischi con specifici interventi.
Il calcolo è incentivato anche in caso di ristrutturazione o cambio di destinazione d’uso, per esempio se si vuole trasformare una cantina in una taverna oppure un ufficio situato nel seminterrato in un appartamento.
Livelli di radon in abitazioni private, la normativa
La normativa di riferimento è rappresentata dal D.Lgs. 101/2020 che disciplina la protezione dalle radiazioni ionizzanti, incluso il radon. Il testo stabilisce l’obbligo di misurazione in specifici edifici, come scuole e luoghi di lavoro interrati o seminterrati e introduce la soglia limite di 300 Bq/m³ oltre la quale è necessario intervenire per effettuare una vera e propria bonifica.
Come prevenire la presenza di radon in casa
La prevenzione dell’accumulo di radon negli edifici parte da una corretta progettazione e da scelte costruttive consapevoli. Uno dei primi interventi da mettere in atto è l’impermeabilizzazione e la sigillatura di tutte le fessure e dei punti di contatto tra edificio e suolo, come i passaggi delle tubature o le crepe nel suolo. In questi casi, si possono applicare dei materiali impermeabili al gas.
Un altro metodo per prevenire il problema è favorire il ricambio dell’aria e la ventilazione degli ambienti casalinghi. Può bastare tenere le finestre aperte per ridurre consistentemente i livelli di radon. Anche la ventilazione meccanica controllata (VMC) soprattutto se a doppio flusso con recupero di calore, rappresenta una soluzione moderna ed efficace, utile anche per il miglioramento del comfort abitativo complessivo.
In edifici di nuova costruzione o nell’ambito di una ristrutturazione profonda si possono inserire nel progetto delle barriere antiradon sotto il solaio di calpestio. Queste membrane, posate prima della gettata, impediscono al gas di infiltrarsi all’interno dell’edificio.
Un altro intervento efficace è la depressurizzazione attiva, una tecnica molto efficace, utilizzata soprattutto negli Stati Uniti e ora diffusa anche in Italia. Consiste nell’installazione di un sistema di tubi che preleva il radon dal sottosuolo e lo espelle all’esterno dell’edificio, grazie a una ventola aspirante. Questa soluzione è ideale per edifici esistenti in cui si riscontrano concentrazioni elevate e può essere integrata anche con sensori di monitoraggio costante.
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