Quali Bonus Casa si possono chiedere fino al 2024 e novità del Decreto Aiuti Quarter
Se alcune agevolazioni edilizie scadono quest'anno, altre dureranno per altri due anni. Ecco quali sono i Bonus Casa che si possono chiedere fino al 2024
Alessandro Speziali
Dottore in Economia
- Bonus Casa fino al 2024: quali chiedere
- Decreto Aiuti Quarter: novità per i bonus edilizi 2023 e 2024
- Superbonus: cosa succede fino al 2024
- Bonus Casa fino al 2024: quali chiedere
- Decreto Aiuti Quarter: novità per i bonus edilizi 2023 e 2024
- Superbonus: cosa succede fino al 2024
La fine del 2022 rappresenta il giro di boa per tante agevolazioni edilizie che termineranno proprio quest’anno. Altre continueranno ma con un’aliquota più bassa nel 2023. Ma c’è anche un piccolo gruppo di bonus che rimarranno invariati addirittura fino al 2024.
Chi ha in progetto una ristrutturazione oppure un’efficientamento energetico della propria abitazione o, ancora, interventi minori può risparmiare, in alcuni casi in modo importante, grazie ai Bonus Casa. Per programmare gli interventi e la pratica occorre tenere d’occhio tutte le scadenze dei bonus casa e capire quali sono le agevolazioni che si possono chiedere fino al 2024.
Bonus Casa fino al 2024: quali chiedere
Con il cambio di governo, molte agevolazioni per la casa hanno subito delle modifiche.
Superbonus 70%
Da gennaio 2024 la super agevolazione sulle spese per i lavori che migliorano di due classi l’efficienza energetica scende dal 110% al 70% ed è riservata solo ai condomìni e ai proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari. Nel 2025 calerà ulteriormente al 65%, dopodiché terminerà. Per chi ha avviato i lavori nel 2022 resta la possibilità di cedere il credito o avere lo sconto in fattura, ma per coprire i costi dell’intervento i condomini dovranno versare una differenza di almeno il 30% o concordare con l’impresa una riduzione dei lavori. Resta il 110% per gli interventi effettuati nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dall’1.4.2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
Ecobonus per singole abitazioni
Partiamo dall’Ecobonus, l’agevolazione fiscale per gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici, introdotta dalla legge finanziaria 2007 e attualmente valida fino al 31 dicembre 2024.
Condizione indispensabile per fruirne dell’agevolazione è che gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, censiti o per i quali è stato chiesto l’accatastamento, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale, merce o patrimoniali.
Come detto, l’agevolazione può essere richiesta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024. Per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, ma nei seguenti casi, spetta nella misura ridotta del 50%:
- l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi;
- l’acquisto e posa in opera di schermature solari;
- l’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
- la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A o con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (spetta, invece, la maggiore detrazione del 65% se le caldaie, oltre a essere almeno in classe A, sono anche dotate di sistemi di termoregolazione evoluti).
La detrazione Irpef è da sfruttare in 10 anni in sede di dichiarazione dei redditi. Dal 17 febbraio 2023, data di entrata in vigore del “decreto Cessioni”, non è più possibile optare per lo “sconto in fattura” o per la cessione del credito d’imposta.
Ecobonus per condomìni
Come spiega l’Agenzia delle entrate, per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali o che interessano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, sono previste regole e misure diverse. Se si conseguono determinati indici di prestazione energetica, infatti, si può usufruire di detrazioni che arrivano anche al 70% o al 75%. C’è però un tetto: queste detrazioni vanno calcolate su un montate di spera non superiore a 40.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
Se l’edificio si trova nelle zone sismiche 1,2 e 3, la ristrutturazione delle parti comuni gode di un’agevolazione dell’80% purché i lavori siano finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica. Anche qui c’è una clausola: i lavori devono determinare il passaggio a una classe di rischio inferiore. Se le classi sono due, l’agevolazione sale all’85%. Il beneficio, in questi casi, dev’essere calcolato su un ammontare delle spese non superiore a 136.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
Bonus ristrutturazione
Il cosiddetto Bonus ristrutturazione è stato prorogato fino al 2024 e offre la possibilità di ottenere una detrazione del 50% su tutte le spese sostenute per i lavori di manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Il limite massimo di spesa è di 96 mila euro per ogni unità immobiliare.
Con questa agevolazione si può sostituire il tetto, gli infissi esterni, i serramenti e le persiane, includendo anche i vari interventi di modifica del materiale oppure della tipologia degli infissi stessi.
Anche in questo caso, dal 17 febbraio 2023 non è più possibile optare per lo “sconto in fattura” o per la cessione del credito d’imposta.
Sismabonus
Il Sismabonus ordinario consente di portare in detrazione le spese sostenute per effettuare i lavori di riduzione del rischio sismico, migliorando la classe sismica dell’immobile oggetto dell’intervento. Il bonus si può richiedere fino al 31 dicembre 2024 e per le spese sostenute spetta una detrazione del 50%, che va calcolata su un ammontare massimo di 96 mila euro per unità immobiliare (per ciascun anno) e che deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo. La detrazione è più elevata quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 classe (70%) o di 2 classi (80%) e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (sempre 80 o 85%). Infine, chi compra un immobile in un edificio demolito e ricostruito nei Comuni in zone classificate a “rischio sismico 1”, può detrarre dalle imposte una parte consistente del prezzo di acquisto (75 o 85%, fino a un massimo di 96 mila euro).
Ecobonus per finestre e climatizzatori
L’Ecobonus, la cui detrazione abbiamo detto essere è del 50 o del 65% (massimali e percentuali di detrazione variano a seconda della tipologia di intervento), comprende tutti quei lavori che hanno lo scopo di aumentare il livello di efficienza energetica degli edifici. Dunque, anche la sostituzione di pavimenti, finestre ed infissi, l’installazione di un impianto fotovoltaico o la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. Il bonus resterà in vigore, con questa percentuale fino alla fine del 2024; successivamente, passerà al 36% su un massimo di spesa di 48 mila euro per unità immobiliare
Bonus per eliminare le barriere architettoniche
Per i contribuenti che effettuano interventi per eliminare le barriere architettoniche, la normativa tributaria prevede diverse tipologie di agevolazioni:
- detrazione Irpef del 50%, da calcolare su un importo massimo di 96 mila euro, se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2024, da ripartire in 10 quote annuali;
- del 36%, da calcolare su un importo massimo di 48 mila euro, per le spese effettuate dal 1° gennaio 2025.
- del 70%, prevista inizialmente solo per l’anno 2022 e prorogata al 31 dicembre 2025. Va ripartita tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo. La detrazione deve essere calcolata su un importo complessivo non superiore a:
- a) 50 mila euro, per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
- b) 40.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;
- c) 30 mila euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.
Rientrano nella categoria degli interventi agevolati:
- quelli effettuati per l’eliminazione delle barriere architettoniche (per esempio, ascensori e montacarichi);
- i lavori eseguiti per la realizzazione di strumenti che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, siano idonei a favorire la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave
Bonus verde
Il Bonus verde, prorogato dalla legge di Bilancio 2022 fino a tutto il 2024, consiste in una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi:
- sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi;
- realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.
Danno diritto all’agevolazione anche le spese di progettazione e manutenzione se connesse all’esecuzione di questi interventi.
La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5 mila per unità immobiliare a uso abitativo. Pertanto, la detrazione massima è di 1.800 euro (36% di 5.000) per immobile.
Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità (per esempio, bonifico bancario o postale).
Hanno diritto all’agevolazione i contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi e che hanno sostenuto le relative spese. Anche i familiari conviventi di chi possiede o detiene l’immobile possono accedere al bonus verde, se ne sostengono le spese e le fatture e i bonifici sono intestati a questi soggetti.
Sono agevolabili anche le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo complessivo di 5 mila euro per unità immobiliare a uso abitativo. In questo caso, ha diritto alla detrazione il singolo condomino nel limite della quota a lui imputabile a condizione che la stessa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.
La detrazione non spetta, invece, per le spese sostenute per: la manutenzione ordinaria periodica dei giardini preesistenti non connessa ad un intervento innovativo o modificativo nei termini sopra indicati i lavori in economia.
Bonus mobili
Il Bonus mobili è una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione che fino al 2023 veniva calcolata su un importo massimo di 8 mila euro ora è scesa a 5 mila euro per il 2024, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio. La detrazione viene ripartita in dieci quote annuali di pari importo.
I pagamenti vanno effettuati con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.
L’agevolazione del 50% della spesa sostenuta per l’arredo si applica solo al contribuente che ha usufruito della detrazione per i lavori di recupero edilizio. Se, ad esempio, un coniuge ha sostenuto le spese per la ristrutturazione e l’altro coniuge quelle per l’arredo, nessuno dei due ha diritto al bonus.
Decreto Aiuti Quarter: novità per i bonus edilizi 2023 e 2024
Il Decreto Aiuti Quarter del 23 novembre 2022 contiene novità soprattutto su Sisma bonus ed Ecobonus.
Il Sisma bonus è rinnovato fino al 2024 con una detrazione che va dal 50% all’85% in base al caso specifico con una spesa massima 96 mila euro. In particolare si parla di Super sisma bonus quando l’agevolazione è unica al Bonus 110 e permette di avere una detrazione del 110%. In questi casi, gli interventi antisismici e altri eventuali lavori permettono all’immobile di migliorare di due classi energetiche, il requisito fondamentale del Superbonus.
Si è deciso di far scadere il Sisma bonus acquisti che si attivava nel caso di una casa acquistata da un’impresa, che viene demolita e ricostruita. Finora si aveva la detrazione del 110% che rimane valida fino al 2022. Nel 2023 si abbassa al 75% o 85% a seconda dei casi.
Rimarrà valida fino al 2023 (mentre per il 2024 non si sa ancora) solo per i rogiti stipulati entro quest’anno e in base ad alcuni requisiti. Per esempio, ne avrà diritto chi ha stipulato il preliminare fino al 30 giugno 2022 e versato l’acconto in fattura.
L’Ecobonus è confermato fino al 2024 e riguarda tutti gli interventi che permettono un efficientamento energetico dell’immobile. La detrazione varia dal 50% al 65% in base ai singoli casi. Per esempio, si può avere la detrazione del 50% se si installa una caldaia a condensazione o nuovi infissi che migliorano l’isolamento termico. La detrazione massima
Superbonus: cosa succede fino al 2024
Il Governo Meloni ha modificato il Superbonus 2023, portandolo da una aliquota del 110% a quella del 90%.
Per condomini ed ed edifici composti da 2 a 4 immobili l’incentivo del 110% è valido fino al 31 dicembre 2023, ma dall’anno successivo avrà caratteristiche diverse:
- nel 2024 passerà al 70%
- nel 2025 passerà al 65%
Queste sono le novità sui bonus che dureranno fino al 2024. Non è escluso che con la Legge di Bilancio 2023 alcuni dettagli possano cambiare.
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