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Segreti, dettagli e avvertimenti sulla potatura delle orchidee

Le orchidee sono fiori stupendi e sofisticati. Prendersene cura e potarle nel modo corretto è fondamentale per farle rifiorire

Ultimo aggiornamento 06-03-2024

Susanna Rigutti

Esperta in Agricoltura e Giardinaggio

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La potatura delle orchidee è un’operazione molto importante per far rifiorire queste meravigliose piante come se fossero nuove. Le orchidee sono splendidi fiori in vaso, i cui petali intercettano una palette di colori pastello: bianche, rosa, violette.

La potatura delle orchidee è un’operazione molto importante per far rifiorire queste meravigliose piante come se fossero nuove. Le orchidee sono splendidi fiori in vaso, i cui petali intercettano una palette di colori pastello: bianche, rosa, violette.

Le orchidee regalano bellezza, classe e profumo alla casa ma sono molto delicate e bisognose di attenzioni costanti. Giardinieri e fioristi consigliano un’innaffiatura frequente e dosata, un’esposizione corretta alla luce ma anche e soprattutto una potatura calibrata. Ecco le strategie e i consigli per occuparsi delle orchidee in vaso in modo tale da massimizzare il loro ciclo di vita nonché la resa estetica.

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Orchidea: la potatura in vaso

Prendersi cura nel modo migliore delle orchidee richiede un rispetto di modi, tempi e soprattutto del tipo di specie: esistono infatti più di 750 tipi di orchidee, che adottano comportamenti differenti per quanto riguarda la rifioritura. Ecco le principali istruzioni da seguire per mantenere in perfetta forma un’orchidea in vaso.

Potare le orchidee è un’attività particolare: differentemente dalle piante da frutto, la cura dell’orchidea non è diretta al raccolto dei frutti, ma a rendere i fiori il più possibile forti, sani e rigogliosi. La fioritura delle orchidee dipende da diversi passaggi e diversi fattori, inquadrabili in diverse scuole di pensiero sulla frequenza, le tecniche e le modalità di potatura.

Quanto potare l’orchidea

C’è chi sostiene che le orchidee vadano potate spesso e massivamente: secondo questa scuola di pensiero, per l’orchidea la potatura di ogni stelo secco, vecchio o malato è indispensabile per trasferire la necessaria energia vitale ai nuovi fiori pronti a sbocciare e ai nuovi steli. In altre parole, c’è chi sostiene si debba “aiutare” il più possibile la pianta a rigenerarsi.

Di contro, c’è anche chi ritiene che l’orchidea sia una pianta relativamente “fai da te”, in grado di rigenerarsi e rifiorire quasi spontaneamente, coadiuvata da un minimo di attività di forbici. Questa teoria è sostenuta dall’oggettività del fatto che nell’orchidea la potatura delle radici e degli steli in maniera massiva può causare infezioni, danneggiamenti e conseguenze gravi.

Si può anche optare per una soluzione di compromesso, limitandosi a eliminare steli ed elementi della pianta molto danneggiati, con una potatura periodica e mirata. L’aspetto più importante è conoscere la pianta, capire i suoi ritmi, i cicli di vita ed effettuare le proprie sforbiciate di conseguenza. L’esperienza suggerirà quando potare e ogni quanto potare.

Come potare l’orchidea

Va ripetuto fino alla nausea: l’orchidea è tanto aggraziata quanto delicata, e una potatura scorretta potrebbe esporla a danni irreparabili. È necessario, in questa operazione, effettuare tagli netti e precisi per evitare di sfilacciare gli steli e indebolirli o, peggio, causare delle ferite che potrebbero aprire un varco alle infezioni.

L’orchidea va potata con forbici sottili (sono perfette quelle specifiche per i bonsai, con mini-lame affilate) che vanno accuratamente disinfettate prima dell’uso per allontanare qualunque rischio di infezioni. Il sistema ideale è quello di passarle con un prodotto disinfettante o con la fiamma di un accendino, prima che tocchino gli steli della pianta.

Come già accennato, il tipo di potatura dipende molto dalla specie dell’orchidea: ci sono alcune varietà in grado di rigenerarsi autonomamente e completamente se vengono aiutate con la completa rimozione dello stelo (come la Cambia o la Cymbodium), dato che la rifioritura avviene solitamente su uno stelo nuovo e neonato. Altre specie invece fioriscono sempre sullo stesso stelo e hanno bisogno, quindi, di interventi diversi: in questo caso lo stelo va tagliato solitamente a circa 20 centimetri dalla base, dove cresceranno nuove gemme.

Eccezioni: alcune orchidee a crescita monopodiale, come la Phalaenopsis, possono fiorire più volte sullo stesso stelo. In questo caso, non è necessario potare lo stelo dopo la prima fioritura. È possibile attendere che la pianta fiorisca di nuovo sullo stesso stelo prima di potarlo.

In generale, dopo aver individuato le caratteristiche della propria varietà, si possono seguire alcune linee guida che valgono, in generale, per tutti i tipi di orchidee:

Quando potare l’orchidea

L’orchidea da vaso vive in casa e, oltre che di una buona illuminazione e del già citato innaffiamento (preferibilmente con acqua piovana), necessita di una manutenzione puntuale. Si consiglia per l’orchidea la potatura dopo la fioritura, che corrisponde a un periodo variabile a seconda della specie, dell’illuminazione, della corretta o scorretta irrigazione.

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