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CILA o SCIA per installare il fotovoltaico nel 2024: quando sono necessarie

L'installazione di un impianto fotovoltaico rientra nell'edilizia libera, ma c'è un'eccezione: vediamo cosa dicono le norme e quando serve SCIA o CILA

12-04-2024

Alessia Mancini

Content manager e blogger

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Nel panorama dell’energia sostenibile, l’installazione di un impianto fotovoltaico rappresenta una soluzione sempre più diffusa e vantaggiosa. Tuttavia, prima di avviare i lavori, è fondamentale comprendere i requisiti burocratici necessari per rispettare la normativa vigente. Scopriamo se l’installazione del fotovoltaico rientra nell’edilizia libera e quali permessi richiedere per evitare sanzioni.

impianto fotovoltaico: serve la SCIA o la CILA?

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La realizzazione di un impianto fotovoltaico è rientra tra gli interventi di edilizia libera, quindi non richiede un Permesso di Costruire dal Comune. Secondo la legge, le procedure variano a seconda della potenza dell’impianto:

Indipendentemente dalle semplificazioni e dalle normative edilizie relative, l’installazione di impianti fotovoltaici gode sempre di agevolazioni ai sensi dell’articolo 16-bis, comma 1, lettera H, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Pertanto, non è necessario che venga presentata una Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA) per la sua realizzazione.

In alcune Regioni, è sufficiente presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) al Comune per installare un impianto fotovoltaico. Si tratta di una comunicazione che certifica l’avvio dei lavori e che deve essere presentata prima dell’inizio dell’installazione. La SCIA consente di avviare l’attività senza attendere l’approvazione del Comune, sebbene quest’ultimo possa effettuare controlli successivi per verificare la conformità alle normative vigenti.

Invece, qualora l’installazione di impianti fotovoltaici implichi lavori di ristrutturazione edilizia o la costruzione di nuove strutture, potrebbe essere obbligatorio richiedere un Permesso di Costruire. Per ottenere il Permesso di Costruire, è necessario presentare al Comune un progetto accurato redatto da un professionista qualificato e attendere l’esito dell’istruttoria da parte delle autorità competenti.

Impianto fotovoltaico senza SCIA: quando è possibile

Abbiamo detto che l’installazione di un impianto fotovoltaico rientra tra le opere di manutenzione ordinaria, quindi nell’edilizia libera, ma c’è un’eccezione.

Secondo quanto previsto dal Decreto Ministeriale del 2 aprile 1968 e dal Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, l’installazione di un impianto fotovoltaico non rientra nell’edilizia libera nei casi in cui i lavori vengono eseguiti all’interno di centri storici, aree protette o di particolare interesse pubblico.

Cosa occorre fare, quindi, in questo caso?

In queste zone soggette a vincoli, è necessario presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) al fine di procedere con l’installazione dell’impianto, altrimenti si rischia di incorrere nell’interpretazione dei lavori come abusivi. Per tutti gli altri casi, la SCIA non è necessaria.

Chi può firmare la scia per un impianto fotovoltaico

La SCIA consente di avviare immediatamente l’attività senza dover attendere alcun termine specifico, rappresentando così un’accelerazione significativa e una semplificazione rispetto alla disciplina precedente.

Quest’ultima prevedeva un termine di trenta giorni prima di poter avviare l’attività soggetta alla DIA e autorizzava l’amministrazione ad esercitare poteri inibitori entro ulteriori trenta giorni dalla comunicazione di avvio dei lavori.

Il rilascio della SCIA avviene presso il Comune in cui è ubicato l’impianto fotovoltaico e può essere presentata esclusivamente da un tecnico abilitato.

Impianto fotovoltaico: qual è il costo della SCIA?

La presentazione della SCIA per un impianto fotovoltaico è un passaggio fondamentale che comporta dei costi da considerare attentamente. Tuttavia, il costo della SCIA non è quantificabile in maniera oggettiva e dipende da diversi fattori.

In primo luogo, a seconda dei lavori da intraprendere per l’installazione dell’impianto, potrebbero essere necessarie certificazioni specifiche che richiedono la consulenza di professionisti. Queste spese aggiuntive devono essere considerate insieme alle tariffe del tecnico incaricato di redigere la pratica. In generale, il costo complessivo della SCIA può variare tra i 500 e i 1.000 euro.

In caso di ristrutturazioni eseguite senza SCIA, può essere ordinato il ripristino della situazione antecedente ai lavori, a carico del responsabile, insieme al pagamento di una sanzione che può superare i 10.000 mila euro nei casi di abuso più gravi. Tuttavia, se l’intervento effettuato senza autorizzazione rispetta i limiti urbanistici previsti, il responsabile dell’abuso può richiedere la SCIA in sanatoria a fronte di una sanzione variabile anche in base all’aumento di valore subito dall’immobile.

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