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Reddito energetico 2023 per avere il fotovoltaico gratis: come funziona

Il reddito energetico permette di acquistare impianti fotovoltaici e di accumulo a costo zero: scopri i requisiti per richiederlo e iniziare a risparmiare

Ultimo aggiornamento 19-02-2024

Alessandro Speziali

Dottore in Economia

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Vuoi passare alle energie alternative per risparmiare in bolletta ma non ne hai le possibilità economiche? La svolta potrebbe arrivare dal reddito energetico: questo incentivo statale permette a famiglie e condomini di installare impianti fotovoltaici e di accumulo a costo zero, grazie ai fondi pubblici stanziati dal governo.

Ma come funziona esattamente il reddito energetico? In questo articolo, ti spiegheremo tutto ciò che devi sapere su questa misura, i requisiti per accedere all’incentivo e come fare per installare il tuo impianto fotovoltaico senza alcuna spesa.

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Cos’è il reddito energetico?

Il reddito energetico è un incentivo a fondo perduto che mira a favorire l’acquisto e l’installazione di sistemi di energia rinnovabile per i cittadini con un basso reddito. Questo incentivo è stato introdotto per sostenere la transizione verso un futuro sostenibile, ridurre la povertà energetica e proteggere l’ambiente attraverso la produzione di energia pulita.

Gli impianti fotovoltaici, solari termici e microeolici sono alcune delle opzioni che i cittadini possono scegliere per beneficiare del reddito energetico. È possibile utilizzare il contributo per l’installazione di impianti fotovoltaici con una potenza non inferiore a 1,8 kW che producano almeno 1.200 kWh, per gli impianti solari termici e per gli impianti microeolici. Inoltre, il reddito energetico può essere utilizzato per l’acquisto di sistemi di accumulo di energia elettrica.

Il valore del contributo varia in base al tipo di sistema scelto e alla situazione economica del richiedente. L’importo del contributo può raggiungere un massimo di 8.500 euro per i condomini, che includono anche i sistemi di accumulo di energia. Grazie a questo incentivo, i cittadini possono ridurre i loro costi energetici e migliorare la loro qualità della vita, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno, dove il problema della povertà energetica è particolarmente accentuato.

Come funziona il reddito energetico?

Il reddito energetico si basa su una convenzione che viene stipulata tra il beneficiario dell’incentivo, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e la regione di appartenenza. In pratica, chi richiedere il reddito energetico è tenuto a sottoscrivere una convenzione con il GSE, che prevede l’attivazione del servizio di scambio sul posto dell’energia prodotta dagli impianti. In questo modo, l’energia prodotta può essere immessa nella rete elettrica, permettendo ai beneficiari di ottenere un credito sull’energia prodotta e non utilizzata.

Inoltre, è previsto che gli utenti si impegnino a cedere alla regione i crediti maturati eventuali verso il GSE. Ciò significa che i beneficiari del reddito energetico devono impegnarsi a cedere alla regione l’accumulo di energia eccedente attraverso lo scambio sul posto dell’energia prodotta, in modo che questi possano essere utilizzati per finanziare nuovi progetti e incrementare l’ammontare del reddito energetico.

Inoltre, è necessario garantire un tempo minimo di funzionamento degli impianti installati, al fine di garantire una produzione energetica adeguata e sostenibile nel tempo.

Chi ha diritto al reddito energetico?

Il reddito energetico è destinato a sostenere le fasce di popolazione meno abbienti, che hanno maggiori difficoltà ad investire in impianti ad energia rinnovabile. Per poter accedere ai fondi disponibili, i richiedenti devono rispettare alcuni requisiti, tra cui il possesso di un ISEE non superiore ai 20.000 euro. Inoltre, è necessario che la residenza anagrafica dell’immobile dove verrà installato l’impianto coincida con quella del richiedente.

Tutti i proprietari o usufruttuari di unità abitative indipendenti, nonché i condomini, possono beneficiare del reddito energetico, a patto che rispettino i requisiti previsti dalla normativa regionale. Infatti, il riferimento normativo varia a seconda della regione di appartenenza, e per questo è importante verificare le specifiche disposizioni previste nel proprio territorio. A questo punto, approfondiamo la situazione delle Regioni che già hanno provveduto a sperimentare questo incentivo energetico.

Il reddito energetico in Sardegna

Il comune di Porto Torres è stato il primo ad adottare questa misura economica, installando 50 impianti fotovoltaici che hanno permesso un risparmio medio annuale in bolletta di 150 euro per famiglia. Inoltre, l’installazione di questi impianti ha prodotto 65 tonnellate di CO2 in meno, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale.

Anche per il 2023 sono previsti nuovi fondi per il reddito energetico in Sardegna, destinati ai proprietari di villette o di unità abitative indipendenti, ma anche ai proprietari di appartamenti che rientrano in condomini. In quest’ultimo caso, l’installazione degli impianti fotovoltaici è consentita sia sulle superfici comuni che sulle parti di proprietà individuale del richiedente. Inoltre, i condomini possono richiedere il contributo anche per le utenze di energia elettrica degli impianti di uso comune, con i crediti maturati che andranno al GSE Sardegna.

I limiti di reddito per accedere al reddito energetico saranno stabiliti successivamente dalla Giunta regionale, tuttavia, si prevede che saranno favoriti i nuclei familiari numerosi (con almeno 5 componenti), quelli formati da anziani con oltre 65 anni di età e le giovani coppie. Inoltre, tra i nuclei familiari con corsia preferenziale vi sono anche quelli con componenti con handicap o invalidità o che abbiano almeno 2 figli minorenni. In ogni caso, per conoscere le modalità di accesso al reddito energetico in Sardegna è possibile consultare il sito ufficiale della regione.

Il reddito energetico in Puglia

Già nel 2021 la Puglia ha adottato il regolamento regionale che definisce il funzionamento dell’iniziativa, stabilendo particolare attenzione alle varie categorie di soggetti coinvolti.

Per accedere ai fondi disponibili, i richiedenti devono possedere un ISEE non superiore a 20.000 euro e soddisfare ulteriori requisiti, tra cui la presenza di nuclei familiari numerosi in cui sono presenti soggetti affetti da invalidità o handicap, anziani e giovani coppie. Ogni utente viene identificato da un punteggio, in modo da costruire una graduatoria sulla base della quale verranno erogati i vari benefici.

L’obiettivo del reddito energetico è quello di rendere i cittadini non solo fruitori, ma anche produttori di energia, con notevoli risparmi sui costi delle bollette e con la creazione di nuovi posti di lavoro. In particolare, ogni utente avrà accesso a incentivi che variano da 6.000 a 8.500 euro, a seconda della tipologia di impianto ad energia rinnovabile scelto.

Il reddito energetico nel Lazio

Anche il Lazio si sta adoperando per incentivare l’uso delle energie rinnovabili attraverso il reddito energetico. Nel 2023 la regione ha stanziato 2 milioni di euro, mentre 5 milioni di euro sono saranno erogati nel 2024. La soglia ISEE per accedere al beneficio nel Lazio è stata fissata a 35.000 euro.

Il reddito energetico 2023 coprirà diverse spese legate all’acquisto, installazione, connessione, manutenzione, esercizio e assicurazione degli impianti. Inoltre, potranno essere comprese anche le spese delle pratiche amministrative. Tuttavia, coloro che beneficeranno del fondo perduto dovranno garantire il funzionamento dell’impianto per almeno 20 anni, senza la possibilità di dismissione durante questo periodo.

Il reddito energetico nelle altre regioni

Oltre alle regioni che hanno già introdotto il reddito energetico, altre giunte regionali hanno stanziato fondi per migliorare la produzione energetica locale e promuovere l’efficienza energetica. Ad esempio, il Friuli Venezia Giulia ha previsto un fondo di 100 milioni di euro per l’efficientamento energetico dei cittadini residenti.

Altre regioni hanno incentivi specifici per le imprese e gli edifici pubblici. La Lombardia ha stanziato 30 milioni di euro per l’efficientamento energetico destinato alle micro e piccole imprese, mentre l’Umbria ha disposto un fondo di 3,2 milioni di euro per l’installazione di impianti fotovoltaici nelle imprese. In Sicilia, il reddito energetico è stato proposto nel 2019 dalla deputata del M5S Angela Foti, quindi c’è da credere che presto sarà introdotto anche sull’isola.

Attualmente, in Veneto sono disponibili incentivi per le imprese che desiderano installare pannelli solari. Tuttavia, non è ancora stata introdotta un’agevolazione specifica per i cittadini a basso reddito attraverso il reddito energetico. Nonostante ciò, la regione sta comunque investendo nella transizione verso un sistema energetico sostenibile, ad esempio attraverso il sostegno alle imprese del settore delle energie rinnovabili.

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