Disinfestazione e fosse biologiche
Disinfestazione scarafaggi e insetti: come funziona e prodotti impiegati
Scarafaggi, mosche, zanzare e formiche sono presenze invadenti e potenzialmente pericolose. I classici rimedi casalinghi non sempre sono efficaci, per cui per allontanare definitivamente gli insetti dalle aree abitabili è necessario rivolgersi a ditte specializzate nella disinfestazione. Il monitoraggio avviene attraverso un’attenta ispezione dell’ambiente, la valutazione degli infestanti e la progettazione del piano di lotta. Dopo questa prima indagine, segue l’intervento vero e proprio facendo ricorso a tecniche e a mezzi adeguati. In base alle circostanze, vengono utilizzati tre metodi differenti per l’allontamaento efficace di scarafaggi e insetti. La lotta biologica esclude l’uso di sostanze chimiche, mentre quella integrata o guidata le utilizza ma in quantità ridotte, valutando la soglia di danno. La lotta mirata, invece, punta sulla selettività operando solo sul parassita bersaglio, ricorrendo a insetticidi biologici (adulticidi e larvicidi), nocivi per l’organismo infestante ma non per l’ambiente circostante, l’uomo o gli animali domestici.
Le fosse biologiche sono strutture adibite a raccogliere i rifiuti solidi e le acque reflue dei sanitari. Un mal funzionamento dell’impianto oppure la mancata manutenzione possono comportare una serie di disagi, tra cui intasamenti, blocchi e reflusso dei liquami. La legge impone lo spurgo delle fosse biologiche almeno una volta all’anno, anche se sarebbe più indicato svuotarle ogni sei mesi circa. Gli interventi vanno effettuati da ditte specializzate nel settore che fanno affidamento su autospurghi tecnologici e all’avanguardia. Il processo di pulizia può variare in base al problema e alle dimensioni della fossa biologica. Per conservare al meglio l’intero impianto, è importante ridurre l’uso di detersivi e di prodotti chimici. Per un corretto deflusso dei liquidi e una buona sedimentazione dei rifiuti solidi, è altrettanto indispensabile evitare di gettare rifiuti non biodegradabili (come ad esempio fondi di caffè, assorbenti, olio di cottura o la comune carta igienica) all’interno dell’impianto fognario. Essendo caratterizzato da un meccanismo di funzionamento molto delicato, si rischia il blocco.