Edifici a emissione zero entro il 2030: obiettivi dell'UE
L'Unione Europea ha messo a punto una serie di obiettivi mirati a ridurre l'impatto dell'edilizia: ecco perché è importante oggi avere una casa sostenibile
Domenico Ielo
Ingegnere Civile
- Ridurre l'impatto ambientale nell'edilizia
- Differenza tra emissioni zero e Nzeb
- Emissione zero: l'obiettivo dell'Unione Europea
- Ridurre l'impatto ambientale nell'edilizia
- Differenza tra emissioni zero e Nzeb
- Emissione zero: l'obiettivo dell'Unione Europea
Ridurre l’impatto ambientale nell’edilizia
L’Unione Europea è sempre più decisa a ridurre l’impatto ambientale dei Paesi Membri. Per raggiungere questo obiettivo ha messo in cantiere una serie di interventi, molti dei quali sono concentrati sui settori più inquinanti, come l’edilizia. A tal proposito, si vogliono rendere le abitazioni più sostenibili ed efficienti a livello energetico.
L’Agenda UE all’obiettivo 13 parla chiaro: entro il 2030 integrare nelle politiche, nelle strategie e nei piani nazionali le misure di contrasto ai cambiamenti climatici e quindi anche nel settore dell’edilizia entro il 2030 le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte. Vediamo nel dettaglio cosa comporta tale decisione.
Differenza tra emissioni zero e Nzeb
Quando si parla di Emissioni Zero si fa riferimento all’assenza di anidride carbonica emessa nell’aria. Un edificio di questo tipo non inquina e non produce CO2 neanche per far funzionare i più piccoli elettrodomestici. E ciò avviene grazie all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Si tratta di un obiettivo difficile da raggiungere, perché anche gli immobili di classe energetica A hanno un impatto sull’ambiente, anche se minimo.
La riduzione delle emissioni è uno degli obiettivi dell’UE e per raggiungere questo obiettivo ha accolto una serie di proposte legislative all’interno di un pacchetto chiamato “Fit for 55” ovvero “Pronti per il 55”. Questo documento coinvolge anche l’edilizia che, secondo i dati della Commissione Europea, provoca il 40% di consumi energetici e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
Il mondo dell’edilizia dovrà gradualmente ridurre queste percentuali e per calcolare meglio il miglioramento è stato introdotto il concetto di Nzeb (Nearly Zero Energy Building), cioè uno stabile ad elevata efficienza energetica il cui funzionamento richiede una quantità di energia vicina allo zero.
Emissione zero: l’obiettivo dell’Unione Europea
Secondo quanto affermato da Fit for 55, le emissioni di CO2 dovranno ridursi del 55% entro il 2030 rispetto a quelle calcolate nel 1990. Entro il 2050 si vuole raggiungere la cosiddetta neutralità climatica, secondo quanto previsto dal Green Deal, principale documento europeo incentrato sulla sostenibilità.
Tra le misure già in atto, spicca quella di disincentivare l’acquisto e l’affitto di case inquinanti. Immobili di questo tipo appartengono alla classe energetica G, quelle dotate di scarso isolamento termico, impianti di riscaldamento ad alto impatto, ma anche infissi ormai datati, con vetri poco spessi e poco efficienti o elettrodomestici energivori.
Nel 2022 si è ipotizzata la modifica della EPBD, cioè la Direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici. In base a queste modifiche, gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissione zero entro il 2030, per quelli esistenti la scadenza è impostata al 2050. Infine, cambierà la classificazione energetica degli edifici: si aggiungerà la classe A0 per quelli a zero emissioni.
Anche l’Italia deve partecipare al progetto europeo e per questo motivo con la Legge di Bilancio 2024 ha varato diversi incentivi edilizi che permettono di risparmiare sugli interventi di efficientamento energetico, dal Superbonus 70% all’Ecobonus 65% sino al 31 dicembre 2024.
Per capire quali lavori fare a casa occorre conoscere molto bene la base di partenza. E per fare ciò occorre calcolare le prestazioni energetiche della propria abitazione: questo si può fare tramite l’Attestazione di Prestazione Energetica, APE.
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