Fosse biologiche: meglio plastica, pvc, cemento o vetroresina?
Le fosse biologiche sono realizzate in cemento, vetroresina o plastica, ma come fare la scelta giusta? Vediamo caratteristiche e vantaggi di ognuno
Ugo Sollazzo
Idraulico termotecnico
- Fosse biologiche: materiali e caratteristiche
- Fosse biologiche in plastica
- Fosse biologiche in vetroresina
- Fosse biologiche in cemento
Quando si tratta di costruire una fossa biologica, la scelta del materiale giusto è fondamentale per garantire un sistema di trattamento delle acque reflue efficiente e durevole. Tra le opzioni più comuni si trovano la plastica, il PVC, il cemento e la vetroresina, ciascuno con le proprie caratteristiche e vantaggi.
In questo articolo, esploreremo le diverse opzioni disponibili per le fosse biologiche e cercheremo di fare luce sulle differenze tra plastica, PVC, cemento e vetroresina. Analizzeremo le peculiarità di ciascun materiale, tra cui resistenza, durata, facilità di installazione e manutenzione, nonché il loro impatto sull’ambiente.
Sia che tu sia un privato cittadino, un professionista o un impiantista, questo articolo ti fornirà le informazioni necessarie per valutare le opzioni disponibili e scegliere il materiale più adatto alle tue esigenze per una fossa biologica efficiente e sostenibile.
Fosse biologiche: materiali e caratteristiche
Le fosse biologiche sono dei sistemi di allontanamento dei reflui che vengono utilizzati generalmente (ma non solo) per contesti abitativi isolati, quindi non serviti dalle fognature comunali. Nonostante le diverse tipologie disponibili, le fosse biologiche più adatte a questo scopo sono le fosse tipo Imhoff. Le fosse biologiche Imhoff sono disponibili in diversi modelli e le variazioni di prezzo sono determinate dalle dimensioni e dal materiale di cui sono fatte.
Vediamo le caratteristiche delle diverse fosse biologiche a seconda del materiale in cui sono realizzate.
Fosse biologiche in plastica
Le fosse biologiche in plastica, in virtù del loro peso ridotto, sono molto semplici sia da trasportare sia da installare. La leggerezza che le caratterizza potrebbe tuttavia renderle instabili nel terreno e per questo la loro installazione richiede anche l’applicazione di un rinforzo, rappresentato da una “soletta” in cemento. Si tratta inoltre di prodotti molto affidabili, pratici in termini di manutenzione e allo stesso tempo economici. I modelli in plastica, infatti, sono tra i meno dispendiosi presenti sul mercato. I prezzi delle fosse biologiche in plastica vanno dalle 200 euro in su, il prezzo finale dipende dalle caratteristiche della fossa settica e in particolar modo dalle dimensioni della stessa.
Tra le fosse settiche in plastica quelle ritenute migliori sono le fosse biologiche in PVC. Il PVC è un materiale plastico molto versatile e dotato di caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per la produzione di fosse settiche. Il PVC è infatti un polimero molto resistente che difficilmente va incontro a rotture. Se viene effettuata una corretta manutenzione, quindi, questo tipo di fosse biologiche può essere relativamente duraturo e rappresentare una buona garanzia nei confronti degli sversamenti accidentali.
Fosse biologiche in vetroresina
La vetroresina (o VTR) è un materiale plastico rinforzato con fibre di vetro. L’unione di questi due elementi rendono la vetroresina un prodotto molto solido e resistente ma allo stesso tempo molto leggero. Le fosse biologiche in vetroresina, quindi, per la loro leggerezza sono semplici da installare. Inoltre, la resistenza di questo materiale rende le fosse biologiche capaci di sopportare la pressione del terreno senza riportare lesioni di alcun tipo, scongiurando il rischio di sversamenti nel suolo. Va considerato, tuttavia, che le fosse settiche in vetroresina, come quelle in plastica, hanno una durata limitata nel tempo.
La vetroresina non è un materiale molto costoso. Le fosse biologiche in VTR sono infatti abbastanza economiche ma, anche in questo caso, il costo varierà in base alle dimensioni del prodotto. Il prezzo di partenza si aggira sulle 700 euro e può arrivare ad un massimo di 5mila euro per i modelli più grandi.
Fosse biologiche in cemento
Le fosse biologiche in cemento sono le più costose della categoria. I prezzi di una fossa Imhoff in cemento possono variare da alcune centinaia di euro fino a superare i 10mila euro. Il costo elevato è spiegato dalle ottime caratteristiche di questi prodotti. Il calcestruzzo ha una resistenza talmente elevata da garantire una durata decennale delle fosse biologiche in questo materiale. Quindi, anche se la spesa iniziale sarà elevata, questa verrà ammortizzata negli anni. Inoltre, le fosse settiche in cemento, a differenza di quelle in plastica o in vetroresina, possono essere dimensionate ad hoc. Ciò consente di abbattere di molto i costi di manutenzione.
Il notevole peso che caratterizza questo tipo di fosse biologiche sembra essere il loro unico aspetto negativo. Tuttavia, va considerato che è proprio la pesantezza di questi prodotti che ne garantisce una maggiore stabilità nel suolo.
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Domande frequenti:
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Come deve essere una fossa biologica a norma?
Quando si tratta di installare una fossa biologica, è importante seguire le normative vigenti. Secondo la normativa, la fossa biologica deve essere interrata ad una profondità minima di un metro e venti centimetri e deve essere posizionata almeno un metro di distanza dalle fondamenta del terreno. È fondamentale che la fossa biologica sia accessibile per le ispezioni e per eventuali interventi di manutenzione, quindi deve essere posizionata esternamente ai muri dell'edificio.
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Quanti anni dura una fossa biologica?
La durata di una fossa biologica può arrivare anche a quarant'anni se viene adeguatamente mantenuta nel corso del tempo. La chiave per garantire una lunga durata e un funzionamento ottimale dell'impianto sta nella corretta manutenzione.
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Come è fatta una fossa settica?
Una fossa settica è comunemente composta da una vasca che è suddivisa in due o più comparti, noti come "camere". Il numero di camere può variare e determina il tipo di fossa settica, come ad esempio fossa settica bicamerale, tricamerale e così via. Ogni camera ha un ruolo specifico nel processo di trattamento delle acque reflue. Nella prima camera, nota come camera di sedimentazione o pretrattamento, avviene la separazione dei solidi più pesanti, che si depositano sul fondo, da quelli più leggeri che galleggiano in superficie. Questa separazione iniziale consente di ridurre la quantità di solidi e grassi che entrano nella successiva fase di trattamento.