Smart working: bonus spese per chi lavora da casa
Il Governo sta pensando di introdurre un bonus per sostenere i lavoratori dipendenti con le spese delle utenze domestiche. Ecco come funzionerà
Lo smart working rappresenta una delle principali tendenze del mondo del lavoro a partire dal 2020. Infatti, a partire dal primo lockdown molte aziende hanno adottato il cosiddetto lavoro agile, che ha permesso a tanti dipendenti di continuare a svolgere anche da casa le attività d’ufficio.
La casa è diventata quindi anche il luogo di lavoro e molti dipendenti hanno trasformato un angolo del soggiorno o anche una intera stanza nel proprio studio, aggiungendo una scrivania e tutta la strumentazione necessaria per lavorare. Secondo i dati Istati di luglio 2020, i lavoratori in smart working erano oltre 4 milioni e secondo ulteriori bilanci sono raddoppiati nel corso della pandemia. Questa modalità di lavoro ha contribuito ad accelerare la digitalizzazione del Paese ed è destinata a permanere anche dopo la pandemia. Per sostenerla, potrebbe presto arrivare il bonus smart working.
Bonus spese smart working: perchè è diventato necessario?
Nonostante lo smart working sia ormai una realtà per molti lavorati, le buste paga non si sono adattate a questa nuova modalità e questo ha portato molti lavoratori dipendenti ad avere uno stipendio più basso, a causa di alcune integrazioni, per esempio gli straordinari.
Alcune integrazioni legate al lavoro d’ufficio non si adattano al lavoro agile: come è possibile determinare le reali ore di straordinario effettuate per chi lavora in smart working? E come si calcolano i buoni pasto?
Questi due elementi sono previsti per chi fa un lavoro rigido, con orari prefissati, non per chi lavora per obiettivi, come avviene invece nel telelavoro. A causa di questo disallineamento tra busta paga e modalità lavorativa molti dipendenti – soprattutto della PA – hanno avuto uno stipendio minore già dai primi mesi di lockdown, mentre lavoravano da casa.
Questa problematica è stata sottolineata da più parti. Si è espresso a tal proposito anche il segretario Fp Cgil Florindo Oliverio: “i buoni pasto valgono circa 160 euro al mese. Se si considerano anche gli straordinari si capisce perché ci sono stati lavoratori che avrebbero avuto diritto a continuare a lavorare in smart working da settembre e che hanno chiesto una certificazione speciale di buona salute pur di tornare in ufficio: non si potevano permettere uno stipendio decurtato”.
Bonus smart working: in cosa consiste?
Di fronte alla incredibile diffusione dello smart working, il Governo sta pensando alle varie soluzioni per regolamentare questo tipo di lavoro. Tra le novità più interessanti spicca appunto il nuovo bonus pensato per sostenere economicamente chi la lavora da casa: sarà un rimborso forfettario delle spese sostenute. Si parla soprattutto delle utenze per l’energia elettrica e la connessione internet. Per il momento è solo un’ipotesi che però sta prendendo piede e che potrebbe essere approvata entro il 2021.
L’obiettivo è avere un inquadramento corretto del telelavoro, che attualmente viene gestito principalmente grazie ad accordi tra aziende e sindacati. D’altronde questa modalità lavorativa potrebbe diventare sistematica e ha bisogno quindi di norme definitive. La sfida è quindi quella di offrire al lavoratore una busta paga adatta al tipo di mansione svolta.
I risparmi potranno essere utilizzati dal lavoratore in tanti modi, tra questi spicca la realizzazione di uno spazio dedicato al proprio ufficio: molte persone infatti ancora non hanno provveduto a riprogettare gli interni in questa ottica. Ma ora è il momento di arredare e rivoluzionare l’abitazione per adattarla ai bisogni del lavoro agile.