Impianto elettrico in garage: ecco cosa dice la legge
Tutto quello che occorre considerare a livello normativo per realizzare un impianto elettrico a norma nel tuo garage. Affidarsi a un professionista esperto è la prima regola
Silvia Baldassarre
Avvocato Civilista
Soltanto perché usiamo il garage per riporre la nostra auto non vuol dire che possiamo trascurare il suo impianto elettrico!
Non soltanto c’è una normativa stringente da rispettare in merito, ma l’avere delle luci o della corrente elettrica a disposizione può rivelarsi molto utile in svariate circostanze, dal semplice poter ritirare in sicurezza l’automobile durante le ore serali al poterci alloggiare macchinari particolarmente grandi e complessi che richiedono alimentazione elettrica.
Quale che sia la sua destinazione d’uso, in ogni caso, è fondamentale che approcciamo l’installazione dell’impianto elettrico del nostro garage con cautela e riguardo per la normativa che ora andremo a visionare.
Impianto elettrico del garage: cosa dice la norma?
La norma di cui stiamo parlando, ovviamente, non si oppone all’installazione di un impianto elettrico in garage ma si limita a regolarne le caratteristiche e le condizioni d’uso: queste caratteristiche si trovano all’interno della norma CEI 64-8 ed impongono che i principi d’installazione siano condotti alla cosiddetta “regola dell’arte” e che le prese siano situate oltre l’altezza minima da terra e di determinate tipologie, descritte all’interno.
Ora, chi abita in un condominio sa che il loro garage può essere considerato in due diverse maniere: o come una sorta di cantina per il deposito di oggetti, o come ‘box auto’, cosa che ne limita l’uso alla semplice custodia dell’automobile.
In entrambi i casi, la norma CEI 64-8 stabilisce chiaramente che il garage condominiale non si possa usare come officina e vieta l’utilizzo di elettrodomestici al suo interno, anche per piccoli lavoretti, quindi niente trapani, niente congelatori e niente compressori. Anche installare una semplice lampada per illuminare l’interno può dare problemi, in quanto la normativa stabilisce che non si possa usare la rete elettrica del condominio per scopi privati (e illuminare l’interno di una nostra proprietà conta come scopi privati), ed è pertanto espressamente vietato.
Tuttavia, non siamo completamente a corto di opzioni legalmente viabili per il nostro impianto.
Alternative per le normative
Le nostre possibilità per l’impianto elettrico del garage sono essenzialmente tre, anche se non prive di controindicazioni.
- La prima è di eseguire l’allacciamento all’impianto elettrico della propria abitazione e far rientrare i consumi del garage nella bolletta dell’appartamento: una soluzione relativamente semplice, che però può rivelarsi costosa nell’installazione se non addirittura impossibile, soprattutto se il nostro appartamento si trova a svariati metri dal suolo.
- La seconda è creare un secondo allacciamento privato con relativo contratto di fornitura: più semplice della precedente, certo, ma più costosa in quanto si avrà due bollette anziché una.
- La terza, e più complessa, è l’installazione di un conta-scatti nel proprio garage: per quanto la meno dispendiosa delle soluzioni, è anche quella più estenuante a livello burocratico in quanto esige una delibera dall’assemblea condominiale, che deve essere verificata dall’amministratore, il o la quale deve controllare se il contratto elettrico del condominio consente di farsi carico del consumo previsto dal conta-scatti e se i costi siano ritenuti tollerabili; al che l’amministratore potrebbe sempre decidere di farci pagare questa nuova contabilità.
In sintesi, non c’è un approccio semplice alla questione: installare un impianto elettrico in garage senza contravvenire alle normative è certamente possibile, ma non è né facile né economico, e sarebbe bene vagliare la decisione con degli esperti prima di procedere.
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