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Scarico a parete della caldaia: cosa dice la normativa

La Legge vieta l'installazione di caldaie con scarico a parete, ma ci sono alcune eccezioni: ecco quando è possibile

Ultimo aggiornamento 22-02-2024
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Ugo Sollazzo

Idraulico termotecnico

Sono un esperto idraulico con più di qualche decennio di esperienza nel settore. Come tutti, ho iniziato la mia carriera come apprendista, questo mi ha permesso di acquisire ampie conoscenze a bilità pratiche che, messe al servizio della mia professione, mi hanno portato ad aprire un’attività i...
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A partire dal 31 agosto 2013 (Legge 90/2013) le abitazioni installano o sostituiscono un impianto termico devono avere condotti di evacuazione che hanno uno scarico sul tetto e non sulla parete. Esistono, però in alcuni casi in cui lo scarico a parete è ancora ammesso. Vediamo quali sono.

Caldaia: perché è obbligatorio lo scarico a tetto

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Come dice la Legge, quando si installa una nuova caldaia, quest’ultima deve scaricare a tetto, esattamente un metro di distanza dal colmo o altra distanza raccomandata dalla normativa locale. Inoltre, la caldaia deve essere dotata di una canna fumaria apposita. Occorre sottolineare anche che a partire dal 2015 sono ammesse alla vendita solo le caldaie a camera stagna a condensazione. La normativa nasce perché, a causa della combustione, le caldaie rilasciano sostanze dannose per l’organismo, come ossido di azoto o polveri sottili, quindi lo scarico a parete rischia di inquinare l’aria circostante e renderla irrespirabile. Uno che invece rilascia i fumi sul tetto è meno impattante. Ci sono alcune eccezioni in cui si può installare una caldaia con scarico a parete. Per esempio, si può fare quando lo scarico a tetto non è proprio possibile, anche per via della conformazione dell’edificio.

Caldaia: quando è possibile lo scarico a parete

La Legge n.90 del 2013 ammette una serie di eccezioni, che permettono di avere una caldaia che ha lo scarico a parete:

  • se è stata installata antecedentemente al 31 agosto 2013, per cui occorre avere tutta la documentazione che lo dimostra
  • nel caso in cui si sostituisca una caldaia a camera aperta dotata di scarico a canna fumaria collettiva all’interno di un condominio
  • quando è impossibile a livello tecnico creare lo scarico a tetto, in questo caso occorre la dimostrazione da parte di un tecnico
  • quando la regola è incompatibile con la tutela dell’edificio, per esempio in alcuni edifici di valore storico non è possibile creare dei comignoli

A questi, si aggiungono ulteriori casi definiti nella D. Lgs 102/2014, secondo cui la caldaia con scarico a parete è realizzabile se si installa un generatore ibrido che integra una caldaia a condensazione e una pompa di calore; nel caso in cui si installa una caldaia a condensazione in sostituzione di un impianto termico individuale già esistente in un condominio dove non è predisposto lo sbocco al tetto e non è possibile realizzarlo per via delle caratteristiche della caldaia.

Le caldaie per scaricare i propri fumi a parete devono avere però specifici requisiti. Per esempio, devono soddisfare i requisiti minimi degli edifici, secondo quanto raccomandato dal Decreto del 26 giugno 2015 e rispettare il Regolamento Europeo 813/2013 in materia di progettazione ecocompatibile degli impianti di riscaldamento. Come si deduce, la materia è molto complessa e bisognerebbe valutare caso per caso.

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Conclusioni

In conclusione, per installare uno scarico a parete della caldaia in modo sicuro e conforme alle normative vigenti, è importante:

  • Consultare un tecnico qualificato per verificare la fattibilità dell’installazione e la conformità dell’impianto alle normative.
  • Scegliere una caldaia a parete con caratteristiche compatibili con lo scarico a parete.
  • Affidarsi a un installatore qualificato per l’installazione della caldaia e dello scarico a parete.
  • Richiedere la dichiarazione di conformità dell’impianto al termine dei lavori.
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