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Antifurto collegato con le forze dell'ordine: vantaggi e funzionamento

Vuoi migliorare la sicurezza della tua casa? Scopri come funziona l'allarme collegato alle forze dell'ordine, i requisiti, ma anche i pro e i contro

22-04-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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Nel panorama sempre più esigente della sicurezza domestica, l’integrazione tra tecnologia avanzata e risorse umane diventa cruciale. Uno dei dispositivi più efficienti in questo ambito è rappresentato dagli impianti antifurto collegati direttamente con le forze dell’ordine. Questi sistemi offrono una risposta immediata e coordinata in caso di emergenza, combinando la rapidità dell’intervento umano con la precisione della tecnologia.

Approfondiamo i vantaggi, ma anche gli svantaggi, di questo sistema, analizzando come possa contribuire a garantire una protezione completa e affidabile per la tua abitazione.

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Antifurto collegato con le forze dell’ordine: come funziona?

Antifurto collegato con le forze dell'ordine

Shutterstock

Una volta installato un sistema antintrusione efficace, è possibile collegarlo direttamente alle forze dell’ordine per poter contare su un rapido intervento in caso di necessità. Questo collegamento è gratuito e può essere richiesto presso i Carabinieri o la Polizia.

Il primo requisito è che il sistema di allarme sia dotato di un combinatore telefonico, comunemente conosciuto come teleallarme, che si occupa di effettuare chiamate automatiche verso tre numeri preregistrati quando l’allarme viene attivato. Collegandolo con le forze dell’ordine, il combinatore telefonico trasmette automaticamente una segnalazione appena viene rilevato un movimento sospetto.

Per richiedere il collegamento o il teleallarme, è necessario compilare i moduli disponibili sul sito web della Polizia di Stato o dei Carabinieri, insieme alla certificazione di conformità del modulo GSM/GPRS, che deve essere omologato ai sensi delle leggi vigenti. Inoltre, è richiesta una descrizione dettagliata dei dispositivi installati e i requisiti tecnico-professionali dell’azienda che ha eseguito l’installazione. Infine, bisogna fornire i nominativi di due persone che possano disattivare l’allarme se necessario ed essere disponibili in caso di emergenza.

Nel momento in cui si inseriscono i numeri telefonici per il collegamento, è fondamentale seguire questa sequenza:

  • Numero di telefono del proprietario dell’abitazione;
  • Numeri di telefono dei familiari, conviventi o persone di fiducia;
  • Numero di telefono delle forze dell’ordine.

Il numero delle autorità competenti andrà inserito per ultimo in modo da evitare interventi non necessari in caso di falso allarme. Il rischio infatti, in caso di ripetuti falsi allarmi, è quello di vedersi revocato il permesso per il collegamento del combinatore telefonico, con conseguenze anche sul piano penale.

Allarme collegato con le forze dell’ordine: vantaggi e svantaggi

Come abbiamo visto, collegare l’allarme alla centrale operativa delle forze dell’ordine permette di aumentare la sicurezza della propria abitazione: in caso di tentata intrusione, il sistema invia immediatamente una chiamata ai numeri preregistrati nel combinatore telefonico, assicurando un intervento rapido che potrebbe scoraggiare il malintenzionato.

Il principale vantaggio di un sistema di allarme collegato con Carabinieri e Polizia è dunque la tempestività nella notifica alle autorità in caso di effrazione reale. Tuttavia, qui dobbiamo chiederci: come possiamo essere certi che l’allarme sia scattato per un’effrazione effettiva? I falsi allarmi sono eventi comuni, causati da disturbi elettromagnetici, batterie scariche o semplici dimenticanze. La legge considera i continui falsi allarmi come un reato, secondo l’articolo 658 del Codice Penale.

Un altro svantaggio da considerare è la scala delle priorità delle forze dell’ordine, le cui risorse sono limitate e per questo devono essere destinate a reati ed emergenze prioritarie.

Per superare queste sfide, un’alternativa può essere rappresentata dall’allarme connesso a una centrale operativa privata, servizio offerto da molte aziende produttrici di sistemi di sicurezza, che mitiga i rischi legati ai falsi allarmi garantendo un’intervento rapido in caso di emergenza.

Allarme collegato con vigilanza privata: perché sceglierlo?

Antifurto collegato con le forze dell'ordine

Shutterstock

Per evitare il rischio di falsi allarmi e garantire un intervento efficace quando necessario, esistono sistemi di allarme che combinano tecnologia avanzata con il supporto umano di una centrale operativa, cioè un centro appositamente protetto e sorvegliato, gestito da personale specializzato e addestrato per gestire situazioni di emergenza. Spetta alle guardie giurate verificare l’attendibilità dell’allarme e diramare l’emergenza.

Inoltre, a differenza delle forze pubbliche, gli istituti privati possono, solitamente senza costi aggiuntivi, tenere le chiavi dell’abitazione per poter intervenire direttamente in caso di segnalazioni. Questo offre un livello di disponibilità e tempestività che le autorità pubbliche spesso non possono garantire. I tempi di intervento delle società di vigilanza privata variano solitamente da 5 a 30 minuti, consentendo spesso di prevenire danni maggiori bloccando i malintenzionati in tempo utile.

La società di vigilanza è tenuta a contattare immediatamente il proprietario o il referente designato in caso di tentativo di intrusione, dopo che una guardia giurata ha effettuato un controllo delle condizioni della casa in seguito all’attivazione dell’allarme.

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Domande frequenti:

  • Quanto costa collegare l'allarme ai Carabinieri?

    Il servizio di emergenza fornito dai Carabinieri (e altri servizi di emergenza) tramite il numero unico di emergenza 112 non comporta alcun costo.

  • Come collegare il proprio allarme ai Carabinieri?

    Per connettere il proprio sistema di allarme con Polizia e Carabinieri, è essenziale ottenere l'autorizzazione tramite la presentazione di documentazione specifica. La prima richiesta è rappresentata dalla certificazione CE dell'impianto, la quale costituisce un prerequisito fondamentale per avviare qualsiasi procedura.

  • Chi installa gli allarmi?

    Un installatore di sistemi antifurto è un esperto tecnico specializzato nell'installazione, manutenzione e riparazione di dispositivi di sicurezza e antifurto.

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