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Barriere paramassi e normative di installazione

Conosci tutte le regole per poter installare le barriere paramassi? Scopri tutti i dettagli in questo articolo!

Ultimo aggiornamento 12-07-2024
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Domenico Ielo

Ingegnere Civile

Domenico Ielo si è laureato con lode in Ingegneria Civile presso l'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. Ha ottenuto il Dottorato in Ingegneria Geotecnica ed un Master di II livello In Ingegneria Ambientale Esperto in Difesa del Territorio. Ha maturato la propria esperienza profe...
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Negli ultimi anni si è sviluppato un forte interesse nei confronti del rischio che il dissesto idrogeologico comporta per il territorio, soprattutto in un Paese come il nostro, densamente popolato e geologicamente fragile. Questo rischio, infatti, non solo si è diffuso in maniera capillare, ma si presenta in modo differente in base alla disposizione geomorfologica del territorio.

A seguito di una serie di catastrofi, è stata emanata una serie di leggi specifiche finalizzate all’applicazione di norme atte a prevenire e ridurre le gravi conseguenze provocate da questi eventi di dissesto.

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Tra i diversi sistemi di protezione ed intervento utilizzati, ricordiamo sicuramente le barriere paramassi, in grado di intercettare ed arrestare il distacco dei massi, il cui utilizzo è regolato da una specifica normativa.

Barriere Paramassi e Norme che ne Regolano l’Installazione

Le barriere paramassi sono generalmente realizzate con pannelli di rete in fune o ad anelli sostenute da montanti, ancoraggi di fondazione e funi di controvento. In funzione al loro comportamento fisico e al materiale di cui sono fatte, possiamo distinguere tra due tipi principali di strutture: barriere paramassi rigide e barriere paramassi elastiche.

  • le prime sono strutture di grandi dimensioni, capaci di opporsi con grande forza ad impatti notevoli: generalmente sono realizzate in calcestruzzo armato, con o senza contrafforti, fissati saldamente al terreno con micropali e/o tiranti di ancoraggio.
  • le seconde, invece, sono strutture sicuramente più leggere, seppur siano formate da materiali resistenti e di alta qualità. La leggerezza delle stesse e la facilità di installazione e manutenzione, permettono di eseguire l’intervento di protezione anche in zone montuose e di difficile accessibilità.

La caratteristica comune di queste due tipologie di barriere paramassi è la normativa che ne regola l’installazione. Questi prodotti, per poter essere utilizzati, devono essere corredati di una marcatura “CE”, tramite procedura di valutazione tecnica europea o, in alternativa, di un Certificato di Idoneità Tecnica emesso dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP.

La marchiatura “CE” permette la libera circolazione di quei prodotti che sono conformi ad una norma armonizzata europea e, nel caso delle barriere paramassi, è la ETAG 027. Le procedure di test, di controllo materiale e prestazione indicate in tale norma permettono ai produttori di poter commercializzare barriere marcate “CE”.

Inoltre, per quanto riguarda le normative di installazione delle barriere paramassi, è fondamentale ricordare il posizionamento. Infatti, l’azione delle barriere diventa meno efficace quando vengono posizionate alla base di pendii rocciosi e verticali. Le barriere paramassi dovranno dunque essere installate a più di 10 metri da strade ed infrastrutture per poter garantire un buon risultato.

Al fine di permettere una corretta ed affidabile installazione delle barriere paramassi, secondo le normative e le certificazioni ad esse correlate, devono essere noti i seguenti parametri:

  • l’energia che può assorbire la barriera in condizione di sicurezza;
  • il suo comportamento durante l’impatto a diversi livelli di energia;
  • il massimo allungamento della struttura;
  • i carichi agenti sulle fondazioni durante l’impatto.
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