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Si può usare il Bonus casa più volte? Ecco la risposta del Fisco

È possibile chiedere il Bonus casa più di una volta? Diamo una risposta a questa domanda attraverso i chiarimenti del Fisco

13-03-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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È possibile usufruire del Bonus casa più di una volta?

Questa è una domanda che molti contribuenti si pongono quando si trovano ad affrontare nuovi interventi di ristrutturazione o manutenzione nella propria abitazione. Recentemente, l’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti sulla questione, rispondendo ad una richiesta di informazioni da parte di un cittadino, intenzionato a richiedere una seconda volta il Bonus casa. Approfondiamo da vicino la risposta del Fisco, esaminando il caso specifico e le condizioni che permettono di utilizzare il Bonus casa più volte.

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Bonus casa: cos’è e quante volte si può richiedere

Il Bonus casa, noto anche come Bonus ristrutturazione, offre la possibilità di beneficiare del 50% di detrazione fiscale, fino a un massimo di spesa di 96mila euro, per determinati interventi nell’ambito della propria abitazione o di condomìni. Questa detrazione può essere distribuita in dieci rate annuali di uguale importo ed è applicabile sia ai lavori sulle singole unità immobiliari che sulle parti comuni degli edifici residenziali.

Gli interventi ammissibili per il Bonus casa comprendono la manutenzione straordinaria, il restauro e il risanamento conservativi, e la ristrutturazione edilizia sulle singole unità immobiliari o sulle parti comuni degli edifici residenziali. Per quest’ultimi, sono inclusi anche interventi di manutenzione ordinaria. Sono inoltre considerati i lavori per il ripristino dell’immobile danneggiato da eventi calamitosi, a condizione che sia stata dichiarata l’emergenza. In aggiunta, sono ammissibili interventi relativi alla costruzione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche in proprietà comune, così come lavori per eliminare barriere architettoniche o prevenire atti illeciti da parte di terzi.

Il Bonus casa può essere richiesto fino al 31 dicembre 2024. Dal 2025, a meno di eventuali proroghe, il beneficio fiscale sarà ridotto alla sua aliquota standard del 36%, con un importo massimo di 48mila euro per gli interventi specificati nell’articolo 16-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

Bonus Casa: quando si può richiedere

Recentemente, l’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti riguardo alla possibilità di usufruire nuovamente del Bonus casa in caso di esaurimento del plafond disponibile.

Tale spiegazione è giunta in seguito alla richiesta di informazioni da parte di un cittadino. Il caso in questione riguardava un contribuente che aveva già beneficiato del bonus casa per i lavori di ristrutturazione avviati nel 2022 e conclusi nel 2023, utilizzando l’importo massimo di 96mila euro distribuito su entrambi gli anni. Nel 2023, ha eseguito ulteriori lavori di manutenzione straordinaria, indipendenti dai precedenti e soggetti a una nuova CILA: in questa situazione, si chiedeva se potesse accedere nuovamente al Bonus casa.

La risposta fornita è positiva. L’Agenzia delle Entrate spiega che quando i lavori eseguiti in ciascun anno rappresentano un’estensione di interventi iniziati negli anni precedenti sulla stessa unità immobiliare, il limite massimo di spesa ammissibile deve includere anche le spese sostenute in passato. Tuttavia, vi è un’eccezione, che riguarda appunto il caso discusso: la regola sopra menzionata “non si applica agli interventi autonomi, cioè a quelli che non consistono nella mera prosecuzione degli interventi già realizzati”.

Per essere considerati autonomamente detraibili rispetto a quelli eseguiti negli anni precedenti sulla stessa unità immobiliare, i nuovi interventi devono anche essere certificati autonomamente dalla documentazione richiesta dalla normativa edilizia vigente (ad esempio, la denuncia di inizio attività), oppure devono essere lavori per i quali non è richiesto alcun titolo abilitativo, come attestato da un’autocertificazione.

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