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Come integrare un impianto di sicurezza quando si ristruttura un immobile

Come scegliere il giusto sistema di sicurezza quando si ristruttura un immobile? Scopriamolo con l'esperto: dal livello di rischio al tipo di impianto

27-06-2024 (Ultimo aggiornamento 11-07-2024)
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Con l’avanzare della tecnologia e l’aumento dei rischi legati alla sicurezza, è essenziale considerare l’installazione di un impianto di sicurezza come parte integrante del processo di ristrutturazione. A questo proposito, scopriamo quali norme bisogna rispettare, come scegliere correttamente il livello di rischio e la tipologia di impianto di sicurezza più adatta per la nostra abitazione.

Impianto di sicurezza: focus sulle normative

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La sicurezza delle abitazioni e dei locali commerciali richiede l’adozione di sistemi che assicurino protezione dagli accessi non autorizzati, dalle intrusioni e dai furti, così come dalle minacce di aggressione. La regolamentazione relativa agli impianti di allarme è definita dalla Normativa nazionale CEI 79-03, introdotta nel 2021, che stabilisce le specifiche per la progettazione, l’installazione, la verifica e la manutenzione di tali sistemi di sicurezza. Questa normativa, di origine italiana, incorpora la norma europea EN 50131-1, integrandola con disposizioni provenienti dalla Guida di applicazione CEI CLC/TS 50131-7, datata 2010, ora abrogata. Si estende agli impianti di allarme contro intrusioni e rapine, anche quando le installazioni sono separate.

Sistemi di allarme e sicurezza: come scegliere i livelli di protezione

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Il livello di sicurezza riflette la capacità di un prodotto, sistema o installazione di individuare e segnalare intrusioni nelle aree protette e/o tentativi di manomissione. Esistono quattro gradi di sicurezza, con il Grado 1 associato a un rischio basso e il Grado 4 a un rischio elevato.

Il primo passo nella progettazione di un impianto consiste nell’analisi del rischio, che tiene conto di vari fattori, tra cui l’uso previsto del luogo in cui sarà installato l’allarme, il valore dei beni da proteggere e i potenziali pericoli per gli occupanti. L’analisi consente di classificare l’impianto in uno dei quattro gradi di rischio:

  • Grado 1 o basso rischio: si presume che gli eventuali intrusi abbiano una conoscenza limitata degli impianti di sicurezza e dispongano di una gamma limitata di attrezzi facilmente reperibili.
  • Grado 2 o rischio medio-basso: si ipotizza che gli intrusi non conoscano bene gli impianti, ma utilizzino una varietà di utensili e strumenti portatili per tentare di disattivarli.
  • Grado 3 o rischio medio-alto: si presume che gli intrusi abbiano una discreta conoscenza degli impianti di sicurezza e possiedano una vasta gamma di strumenti e apparecchi elettronici portatili.
  • Grado 4 o alto rischio: si suppone che gli intrusi dispongano delle capacità e delle risorse necessarie per pianificare e attuare intrusioni o rapine dettagliate, inclusi strumenti e attrezzature per sostituire i componenti dell’impianto di sicurezza.

Il passo successivo comporta l’analisi del luogo di installazione del sistema di sicurezza, che costituisce la seconda fase dell’analisi del rischio. Si devono esaminare diverse caratteristiche del sito, considerando se l’edificio è isolato o circondato da altre costruzioni, la sua posizione in termini di piano terra o piani superiori, nonché l’esposizione su strade private o ad alto scorrimento. È necessario individuare tutti i potenziali punti di ingresso per gli intrusi, come porte, finestre, lucernari o vani tecnici, e infine esaminare le eventuali protezioni passive già in atto, come serrature, grate o blindature.

Installare un impianto di sicurezza: come muoversi

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Se si desidera proteggere il proprio appartamento da intrusioni e furti, è fondamentale personalizzare ogni sistema antifurto e anti-intrusione in base alle specifiche esigenze della propria abitazione.

Il funzionamento di quasi tutti gli impianti segue un principio analogo, che include una centrale, sensori/rilevatori, attuatori e controlli di attivazione. La centrale, il cuore del sistema, gestisce e controlla le altre componenti, mentre i sensori perimetrali registrano le intrusioni e segnalano eventuali anomalie alla centrale. Quando la centrale riceve un segnale di allarme, entrano in azione gli attuatori, come sirene o combinatori telefonici con allarme GSM. Infine, i controlli di attivazione, come telecomandi o chiavette, completano l’impianto. 

Prima di tutto, esaminiamo gli elementi necessari per l’installazione di un sistema di allarme senza fili. È essenziale avere una centralina, che funga da cuore pulsante del sistema, insieme a rilevatori e sensori incaricati di rilevare qualsiasi intrusione. Questi dispositivi saranno affiancati da un dispositivo di segnalazione acustica, come un allarme sonoro o una sirena, un combinatore telefonico e infine un telecomando. Il combinatore telefonico è progettato per essere attivato dalla centralina e per avvisare i numeri preimpostati in caso di emergenza. Il telecomando, invece, consente di attivare o disattivare l’allarme, anche solo su specifiche porzioni dell’abitazione, ad esempio durante la notte

Il primo passo consiste nell’installare i sensori nei punti critici dell’abitazione, dove il rischio di intrusioni è maggiore. Questi sensori possono essere di diversi tipi: volumetrici, che rilevano il movimento attraverso un raggio di controllo, perimetrali, che segnalano il passaggio di un corpo estraneo, e anti-intrusione, che si attivano quando viene forzata una finestra o una porta. I sensori devono essere collegati alla centralina, la quale va posizionata strategicamente, preferibilmente in una posizione equidistante dai vari sensori. Può essere collocata anche vicino alla porta d’ingresso per una facile attivazione e disattivazione al momento dell’entrata o dell’uscita dalla casa, ma è importante che sia posizionata in modo da rendere difficile il suo individuamento da parte di un intruso.

La centralina deve essere collegata alla rete elettrica domestica, ma in caso di black-out può essere alimentata da un accumulatore o da batterie. Successivamente, vanno individuati i punti in cui installare l’allarme sonoro o la sirena, i quali avranno il compito di segnalare alle forze dell’ordine il luogo dell’effrazione. Prima di attivare l’antifurto, è fondamentale testare l’intero impianto.

Per quanto riguarda gli impianti con fili, la questione è più complessa e richiede l’intervento di un professionista per affrontare lavori murari e di cablaggio, ma una volta che questi sono stati completati, la programmazione della centralina può essere eseguita in modo più diretto, collegandola al combinatore telefonico. L’installazione con fili offre un livello di sicurezza leggermente superiore, poiché una disconnessione in qualsiasi punto del sistema può innescare l’allarme.

Domande frequenti:

  • Quanto costa un impianto di sicurezza?

    Il costo di un impianto di allarme perimetrale può variare da 300 euro per i modelli base fino a 2.500 euro per i sistemi domotici.

  • Cosa si intende per predisposizione impianto di allarme?

    Il termine "predisposizione allarme" può essere utilizzato in diversi contesti, ma generalmente si riferisce alla preparazione e all'installazione delle infrastrutture o dei sistemi necessari per l'implementazione futura di un sistema di allarme completo.

  • Quanto costa installare un allarme senza fili?

    In generale, per una casa di dimensioni medie, il costo totale per l'acquisto e l'installazione di un sistema antifurto senza fili, inclusi alcuni accessori aggiuntivi, può oscillare tra 1200 e 1800 euro.

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