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Cosa sono le piante tintorie e come si coltivano in casa

Le piante tintorie possono essere utilizzate per tingere oggetti e tessuti: scopri come utilizzarle!

Ultimo aggiornamento 06-11-2024
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Raffaella Festari

Content Marketing Specialist

Giornalista pubblicista da più di 20 anni, specializzata in contenuti web con un grande amore per la scrittura, il design e la moda. Trovo ispirazione nell'estetica di ogni cosa che mi circonda e questa passione per il design si riflette spesso nel mio lavoro giornalistico, dove mi piace esplorare ...
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GIARDINAGGIO

Le piante tintorie sono una valida alternativa ai prodotti chimici comunemente usati per le tinture, se sei portata per i lavori manuali e ti piace cimentarti in creazioni homemade, allora segui questi consigli per ottenere colori fai da te grazie alle piante tintorie, che saranno perfette per colorare tessuti.

Diversi ortaggi per diversi colori

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Le piante tintorie sono un’ottima alternativa alle più comuni vernici e  possono essere comodamente coltivate a casa, se hai un orto. Ad esempio, per creare una colorazione rossa, la barbabietola sarà perfetta! La barbabietola è una pianta biennale, ha bisogno di poche cure e di un terreno povero, ricoprite la base con la pacciamatura per evitare l’infestamento di erbacce.
Grazie ad un risultato olioso è ottimale per creare vernici e tinture da utilizzare come base grassa per cosmetici o per tingere il legno.

Un colore simile è ottenibile miscelando henné neutro con polvere di legno campeggio, il risultato sarà strabiliante.
Il nero pece è ottenibile dal carbone vegetale, che tritato finemente e miscelato con l’acqua è utilizzato per la fabbricazione d’inchiostri e tempere a olio.

L’estratto di castagno sposa alla perfezione la necessità di tingere fibre naturali quali lino canapa cotone e ortica, la colorazione è molto vicina al marrone scuro.

Grigio verde grazie alle foglie di edera, una colorazione naturale unica ed ecofriendly.

Henné nero, che contrariamente a quanto si pensa, può donare riflessi neri blu è possibile utilizzando le foglie e la polvere dell’indigofera, essendo una colorazione naturale, la sfumatura dipenderà dai vostri capelli, dalla loro capacità ricettiva e dalla base di partenza.

Le bacche di sambuco sono trasversali perché possono essere utilizzate sia per la tintura di tessuti, ottenendo un risultato lieve e debole alla luce, sia per acquarelli e tele, dove il colore risalta e cattura per diritto tutti gli onori del colore lilla. Se vorresti coltivare tutte queste piante, ma non hai il pollice verde, contatta un esperto di giardinaggio, sicuramente ti potrà aiutare!

Indaco da guado: pianta tintoria per eccellenza

Le piante tintorie godono fin dall’antichità di un potere magico e ricco di simbologia.

Il primo colore è l’indaco da guado, con una storia particolare questo colore è oggi simbolo di pace e tranquillità in tutto il mondo.

La tradizione nasce in India, quando Ghandi che protestò contro la colonizzazione inglese che voleva sostituire una tradizione radicata nel territorio, e di fondamentale importanza per l’economia rurale, con la tintura chimica.

Il processo di trasformazione dall’indaco di guado consiste nel frantumare le foglie fresche fino a ridurle in una poltiglia morbida e umida, si formano delle palle e si lasciano essiccare e fermentare all’aria aperta sotto il sole, a una temperatura che nei paesi dell’Asia centrale può arrivare a 55° per un paio di settimane, in seguito si potrà utilizzare la polvere per tingere.

Dalla bacca alla tinta

Le piante tintorie si differenziano tra loro per via della parte che sarà utilizzata nella lavorazione.

Fiori, bacche, radici, cortecce e leganti sono le parti necessarie per ottenere una tinta adatta a diversi tipi di materiali ed elementi.

I coloranti hanno come caratteristica comune quella di penetrare e mantenere una colorazione stabile che non si modifichi con il tempo.

Nel settore tessile, il maggior utilizzatore di tinture naturali, il trattamento consiste nella bollitura tra i 70° e i 90°C, con l’aggiunta di sali metallici, questa fase è chiamata mordenzatura.

La maggior parte dei vegetali permette un’estrazione dei pigmenti per macerazione e decozione in acqua.

La fase successiva consiste nell’immergere il materiale mordenzato in bagni di calore, e quindi di procedere con la tintura seguendo le istruzioni per il materiale specifico da tingere.

Il mercato più vasto delle piante tintorie si ha nel settore tessile, ma i coloranti possono avere mille usi, dalle colorazioni per i capelli, alla creazione di tempere da pittura.
Ottime anche in cucina, donano una colorazione particolare alle pietanza da mettere in tavola, la fragola richiama il rosa, il curry, così come lo zafferano regalano un giallo acceso, trova l’ingrediente giusto per appagare palato e vista.

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