Kokedama caratteristiche e segreti di questa antica arte
Forse hai già sentito parlare dei kokedama e sai che si tratta di un’arte giapponese delle piante. Vediamo qual è il significato di kokedama e quali caratteristiche ha
L’arte del kokedama è un’arte antica che trae le sue radici nel periodo giapponese denominato Edo, tra il XVII e il XIX secolo. Il kokedama è una evoluzione del Nearai: quest’arte prevedeva che i bonsai venissero fatti crescere in un vaso molto stretto, per poi presentarli in un piatto senza vaso.
I kokedama sono dei piccoli bonsai, chiamati anche mini-bonsai o bonsai volanti. In giapponese questo termine significa “palla di muschio” e il nome deriva dalla caratteristica che li differenzia da qualsiasi altro bonsai, ovvero l’assenza di vaso.
Infatti il kokedama viene realizzato inserendo le radici nel terriccio fangoso e nel muschio senza l’ausilio di un vaso. In questo modo si viene a formare una vera e propria pallina di terriccio, da cui il nome.
I kokedama sono molto apprezzati per la loro particolare eleganza ottenuta attraverso la forma sferica e la crescita del muschio tutto attorno ad essa.
Il terriccio con cui vengono realizzati si chiama ketotsuchi, particolarmente acido e fangoso, e viene mischiato con un l’akadama, un componente drenante. Assieme formano la palla di terriccio che viene ricoperta di muschio.
Vediamo ora come fare per realizzare bellissimi kokedama.
Kokedama: come realizzarli?
Per realizzare i kokemada a regola d’arte è molto importante che il terriccio abbia le caratteristiche adatte.
Prima di tutto, bisogna unire i due composti rispettando la proporzione di cinque parti di ketotsuchi e una parte di akadama.
Se non si hanno a disposizione questi composti, si può utilizzare il comune terriccio per i gerani assieme alla torba. In questo caso la proporzione sarà di due a uno. Essi vanno impastati assieme dando la forma di una pallina: le dimensioni possono essere diverse, ma per chi inizia si consiglia con prendere come riferimento la grandezza di un’arancia. La base della pianta, liberata dalla terra che ne avvolge le radici, deve essere inserita dentro il composto di terriccio a cui si aggiunge tutto attorno muschio secco.
Per tenere ferma la composizione si può utilizzare un filo di cotone. Il filo di cotone può anche essere lasciato lungo e utilizzato per appenderli.
Quali sono le piante adatte per il kokedama?
Le piante adatte per il kokedama sono certamente quelle che richiamano la tradizione giapponese: piccoli bonsai e orchidee. Tuttavia, si adattano bene a quest’arte anche le piante grasse, come per esempio le kalanchoe, che hanno fiori a grappolo e foglie carnose.
Chi inizia può utilizzare anche piccole piante nostrane come il trifoglio, l’edera o la felce.
Affidati a un professionista esperto, per trovare il terriccio giusto per realizzare i kokedama.