Pera nashi: consigli utili per la coltivazione
Giallo-verde o dorato-bronzato sono i colori principali con cui si presentano queste dolci e succose pere. Tutto ciò che occorre sapere per coltivarle
Susanna Rigutti
Esperta in Agricoltura e Giardinaggio
Nota come pera asiatica, la pera nashi è un frutto dalla storia millenaria. Nata nella Cina centrale si è poi diffusa in America e Europa. Ma come coltivare questo albero nei nostri giardini?
Caratteristiche della pera nashi
La pera nashi è un frutto che esteticamente si presenta con l’aspetto di una mela e che si caratterizza per la sua appetitosità, che unisce dolcezza e freschezza e la rende il frutto perfetto da gustare per combattere la calura estiva. La sua polpa è succosa e ricca di sali minerali, soprattutto potassio e magnesio. Adatta per creare insalate originali, questo frutto è anche chiamato Salad Pear. Una caratteristica delle pere nashi è la loro superficie, dove sono presenti dei pori, molto evidenti, motivo per cui vengono vendute in confezioni particolari.
Quale pianta scegliere?
Ci sono delle regole ben precise da conoscere, per riuscire a coltivare una pianta di pera nashi con successo, a partire dall’innesto dell’albero da frutto, alla sua impollinazione per finire con la raccolta dei deliziosi frutti. Non tutti gli alberi sono però uguali, ne esistono infatti molte varietà, adatte a climi diversi, tra cui sarà possibile scegliere quello migliore per la zona dove verrà piantato. In Europa sono diffuse le piante di Pyrus communis, mentre le nashi fanno parte del gruppo delle Pyrus pyrifolia. Queste pere, nonostante le loro qualità, non hanno avuto molto successo in Italia e sono ancora considerate dei frutti esotici.
Consigli per coltivare la pera nashi
La nashi è una pera che nasce da un albero che bene si adatta a essere coltivato sul territorio italiano. Questa pianta non ha problemi a resistere ai climi gelidi, infatti ha bisogno di soddisfare la sua necessità di freddo, con esposizione a temperature inferiori ai 7° C, per non avere problemi di fioritura o fruttificazione. Per una corretta coltivazione ci sono tre fasi a cui va prestata la massima attenzione:
- Innesto
- Impollinazione
- Diradazione dei frutti
L’innesto
Una fase importante nella coltivazione del pero nashi è quella dell’innesto. Di solito si fanno innesti da semi a spacco o a corona di Pyrus Communis o Pyrus pyrifolia, che permettono di ottenere piante molto resistenti, che bene si adattano a terreni diversi e che riescono a sopportare abbastanza bene la siccità. Se però il pero viene piantato su terreni calcarei si possono presentare dei problemi di ingiallimento e diradamento delle foglie, fenomeno conosciuto come clorosi. In questo caso sarà necessario somministrare al pero dei chelati di ferro.
L’impollinazione
Una volta piantato, l’albero di pere nashi inizierà a produrre fiori e frutti già dopo pochi anni, a patto però che venga fatta una corretta impollinazione. Infatti uno dei più grandi problemi di questa pianta è la necessità di dover avere nelle vicinanze una varietà di polline diverso dal suo, che sia però compatibile e in grado di fecondarne i fiori, poiché il pero è autoincompatibile. Nijisseiki e Hosui sono due varianti molto diffuse e compatibili tra di loro.
Diradazione dei frutti
La pera nashi abbonda sui rami e per questo è consigliabile, per non appesantire troppo l’albero, agire ancora prima che il frutto si sia formato, eliminando le gemme che sono nate dai fiori con gli attrezzi da potatura e lasciandone una ogni 20-30 cm circa. Questo procedimento permetterà di mantenere la pianta in salute e di aiutare la crescita dei frutti rimasti sui rami. Durante la diradazione sarà utile anche controllare che non sia presente la carpocapsa, un verme che attacca i frutti delle pomacee.
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