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Tutto ciò che c’è da sapere sulla potatura del mandorlo

Ecco una guida dettagliata con le istruzioni per potare il tuo mandorlo, affinché esso sia rigoglioso e pieno di frutti.

Ultimo aggiornamento 06-03-2024
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Susanna Rigutti

Esperta in Agricoltura e Giardinaggio

Autrice di diversi libri e fondatrice del Mondodisusanna, si occupa di divulgazione e sensibilizzazione su tematiche naturalistiche.
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GIARDINAGGIO

Il mandorlo, originario dell’Asia ma diffuso anche nel nostro Paese, soprattutto al Sud, è un piccolo albero che può raggiungere i 7 metri di altezza. Cresce molto lentamente, ma può vivere per secoli. Il suo frutto, una drupa che contiene una mandorla, è molto importante e viene raccolto tra agosto e settembre. Per ottenere una buona produzione di frutti, la potatura del mandorlo è fondamentale.

Le diverse varietà del mandorlo

Innanzitutto è utile conoscere le varietà del mandorlo:

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  • Fragilis: ha un seme dolce e l’endocarpo, ossia la porzione interna del frutto, sottile.
  • Sativa: anche essa ha un seme dolce, ma l’endocarpo è duro e legnoso.
  • Amara: il seme è amaro a causa dell’amigdalina, un composto chimico presente all’interno del frutto.

Le tecniche di potatura

Sono tre le tecniche più utilizzate per potare il mandorlo, anche se durante i primi anni l’intervento è limitato e orientato soprattutto a definire la forma della pianta. In questo caso si può scegliere tra forma a vaso, a palmetta e a crescita libera.

  • Forma a vaso: Per far crescere un mandorlo dandogli una forma a vaso, bisogna partire da un astone robusto, più o meno di 50 cm a partire da terra. Per un anno si fa crescere la pianta liberamente e successivamente, con l’arrivo della primavera si scelgono i 4/5 rami più rigogliosi che protendono verso l’esterno e si spuntano i rami eccessivamente vigorosi.
  • Forma a palmetta: per creare la forma a palmetta, invece, viene utilizzato un astone a 80 cm dal suolo e selezionate le branche principali, mentre gli altri rami, vengono potati e sfoltiti. Dopo un anno, anche la branca verticale viene accorciata e selezionate altre due branche laterali, così da creare un secondo livello di ramificazione. In questo modo, la pianta ha un fusto principale e quattro branche laterali, disposte su due file.
  • Crescita libera: questa tecnica è utilizzata, soprattutto da chi coltiva il mandorlo a livello amatoriale. Lo scopo è proprio quello di lasciare la pianta alla sua forma naturale, ma ciò non implica che bisogna dimenticarsene. Il fusto deve raggiungere 150-200 centimetri di altezza e sopra il taglio vanno mantenuti 4 o 5 rami robusti da potare a 40 centimetri di lunghezza. Su questi rami si andranno a formare dei germogli, che daranno al mandorlo il suo aspetto finale.

Quando e come potare il mandorlo

Il mandorlo è una pianta che tende ad essere produttiva ogni due anni. Per quanto riguarda il periodo di potatura del mandorlo, essa va eseguita all’inizio della primavera. La potatura consiste per lo più nell’accorciamento dei rami, l’eliminazione di quelli secchi e danneggiati, lo sfoltimento della chioma e l’eliminazione dei succhioni. Ciò aiuta il sole e la luce a filtrare attraverso tutta la pianta. I tagli devono essere minimi, in quanto il mandorlo potato produce una sostanza, tipo gomma. La fioritura avviene sui rami che hanno almeno un anno d’età, per cui è molto importante che vengano mantenuti in buono stato e in numero equilibrato. Nelle zone meridionali d’Italia, i mandorli sono spesso bersaglio di un pericoloso coleottero buprestide. Questo insetto scava gallerie all’interno del legno del tronco, danneggiando la pianta. Le parti colpite possono essere eliminate tramite la potatura, un intervento fondamentale per proteggere i mandorli da questo nemico.

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