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Bonus ristrutturazione 2024: quali sono gli errori da evitare nel bonifico parlante

Per ottenere le agevolazioni previste dal Bonus ristrutturazione è importante compilare correttamente il bonifico parlante: scopriamo gli errori da evitare

09-07-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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Il Bonus ristrutturazione 2024 continua a rappresentare un’opportunità allettante per chi desidera rinnovare la propria abitazione beneficiando di significativi sgravi fiscali. Tuttavia, per ottenere effettivamente la detrazione, è fondamentale prestare particolare attenzione a un elemento chiave: il bonifico parlante.

In questo articolo, esamineremo nel dettaglio i principali errori da evitare quando si effettua un bonifico parlante nell’ambito del Bonus ristrutturazione 2024, per evitare di incappare in spiacevoli sorprese con l’Agenzia delle Entrate.

Cos’è il bonifico parlante e perché è importante ai fini della detrazione?

Il bonifico parlante è uno strumento finanziario specifico, creato per gestire i pagamenti legati a interventi di miglioramento edilizio ed energetico che godono di agevolazioni fiscali statali. Questo metodo di pagamento si distingue per la sua ricchezza di dettagli, perché fornisce un resoconto completo della transazione che facilita il processo di verifica e approvazione delle detrazioni fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per essere valido, il bonifico parlante deve includere informazioni precise sul destinatario del pagamento (inclusi dati identificativi e fiscali), sull’importo versato, e sulla natura specifica dei lavori effettuati. È inoltre necessario indicare l’ubicazione precisa dell’immobile oggetto dell’intervento e eventuali riferimenti a documenti fiscali o codici relativi agli incentivi applicabili.

In molti casi, l’utilizzo del bonifico parlante è l’unica modalità di pagamento accettata per poter beneficiare delle agevolazioni edilizie. Il più popolare è sicuramente il bonifico parlante per la ristrutturazione edilizia, che permette di ottenere una detrazione fiscale del 50% sulla spesa totale, fino ad un massimo di 96.000 euro.

Come compilare il bonifico parlante?

I titolari di conti correnti che utilizzano servizi di home banking o remote banking possono effettuare il bonifico parlante tramite l’applicazione mobile o il portale web del proprio istituto bancario. In alternativa, è possibile eseguire questa operazione recandosi presso una filiale bancaria o un ufficio postale.

Indipendentemente dalla modalità scelta, è fondamentale prestare particolare attenzione alla compilazione del bonifico parlante, che deve necessariamente includere i seguenti dati:

  • Dati dell’ordinante: nome, cognome e codice fiscale di chi dispone il bonifico. In caso di più intestatari (ad esempio, comproprietari di un immobile), vanno indicati i dati di tutti. Per lavori condominiali, si inseriscono i dati dell’amministratore.
  • Dati del beneficiario: nome, cognome, codice fiscale e/o partita IVA di chi riceve il pagamento.
  • Causale del pagamento: deve specificare la tipologia di lavori eseguiti, i riferimenti della fattura a cui il bonifico si riferisce e il riferimento normativo pertinente.
  • Legge di Agevolazione: indicazione specifica della normativa che prevede il beneficio fiscale.

Bonifico parlante per ristrutturazione: gli errori da evitare

Nell’effettuare un bonifico parlante per il Bonus ristrutturazione, è fondamentale evitare alcuni errori comuni che potrebbero compromettere l’ottenimento delle agevolazioni fiscali. Ecco i punti chiave da tenere a mente:

  • Flessibilità sull’ordinante del bonifico. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è obbligatorio che chi effettua il bonifico sia la stessa persona che richiede la detrazione fiscale. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito, con la Circolare 7/e del 27/04/2018, che la detrazione può essere richiesta indipendentemente da chi esegue il pagamento o è intestatario della fattura. Questo offre maggiore flessibilità nella gestione delle detrazioni, permettendo di decidere in un secondo momento a chi attribuirle.
  • Gestione delle comproprietà. Nel caso di immobili in comproprietà, dove più soggetti hanno diritto alla detrazione, è possibile che tutti i comproprietari beneficino dell’agevolazione fiscale, anche se il bonifico è stato intestato a un solo nome. Questo semplifica notevolmente la procedura per le proprietà condivise.
  • Accuratezza nel riferimento normativo. Ricordati di inserire il corretto riferimento normativo nella causale del bonifico. Confondere, ad esempio, i riferimenti per la ristrutturazione edilizia con quelli per la riqualificazione energetica potrebbe causare problemi. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha mostrato una certa flessibilità in caso di errori materiali, permettendo il riconoscimento della detrazione anche in presenza di riferimenti normativi errati, purché si tratti di un evidente sbaglio.
  • Collegamento tra pagamento e fattura. Sebbene non sia un errore critico, è fortemente consigliato inserire nella causale del bonifico il riferimento alla fattura che si sta pagando. Questo crea un collegamento diretto tra il pagamento e il documento fiscale, facilitando eventuali controlli futuri. Ricorda di conservare sia la ricevuta del bonifico che la fattura per eventuali verifiche.

Data la complessità della materia e l’importanza di evitare errori, può essere molto utile affidarsi a professionisti esperti nel settore delle ristrutturazioni. Questi specialisti possono guidarti non solo nella corretta esecuzione dei bonifici parlanti, ma anche in tutti gli aspetti tecnici e burocratici legati ai lavori di ristrutturazione.

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