Chi può detrarre le spese di ristrutturazione?
La detrazione per le spese di ristrutturazione è un importante strumento di risparmio: l'esperto ci spiega chi può richiederlo e quali sono le percentuali
Pasquale Piroso
Architetto
- Detrazione delle spese di ristrutturazione: cos’è e come funziona
- A chi spetta la detrazione delle spese di ristrutturazione?
- Ristrutturazione parti comuni condominio: si possono detrarre le spese?
Hai appena completato una ristrutturazione nella tua casa o nel tuo condominio e ti stai chiedendo se hai diritto alle detrazioni fiscali? Le agevolazioni fiscali possono rappresentare un significativo risparmio, ma è fondamentale conoscere i criteri e le condizioni che ne regolamentano l’applicazione. Scopriamo quali categorie di contribuenti possono beneficiare delle detrazioni fiscali per ristrutturazione e quali sono i requisiti necessari per ottenere questo vantaggio fiscale.
Detrazione delle spese di ristrutturazione: cos’è e come funziona
La detrazione delle spese di ristrutturazione è un importante beneficio fiscale disciplinato dall’articolo 16-bis del Dpr 917/86, noto come il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Questa agevolazione mira a incentivare gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, promuovendo al contempo il miglioramento delle unità immobiliari.
In cosa consiste esattamente questa detrazione? Si tratta di una riduzione dall’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) che può essere suddivisa in 10 rate annuali di uguale importo. L’importo della detrazione ammonta al 36% delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, con un limite massimo di 48mila euro per ciascuna unità immobiliare interessata dai lavori.
Tuttavia, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, è previsto un beneficio fiscale ancora più generoso, grazie al cosiddetto Bonus ristrutturazione. In questo caso, la detrazione sale al 50%, e il limite massimo di spesa ammesso è di 96mila euro per unità immobiliare.
È interessante notare che questa detrazione non si applica solo a chi effettua i lavori di ristrutturazione, ma anche a coloro che acquistano immobili a uso abitativo che fanno parte di edifici interamente ristrutturati. Questa agevolazione è prevista per interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, nonché da cooperative edilizie.
A chi spetta la detrazione delle spese di ristrutturazione?
La detrazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è un beneficio che spetta a coloro che possiedono o detengono gli immobili oggetto di tali interventi e che ne sostengono le spese. Questa agevolazione è estesa a diverse categorie di soggetti:
- Proprietari o nudi proprietari dell’immobile.
- Titolari di diritti reali di godimento, come usufrutto, uso, abitazione o superficie.
- Detentori dell’immobile, tra cui locatari o comodatari.
- Familiari conviventi del possessore o detentore dell’immobile.
- Coniugi separati assegnatari dell’immobile intestato all’altro coniuge.
- Conviventi di fatto, noti come conviventi more uxorio.
È importante notare che la detrazione può essere richiesta anche dai familiari conviventi del possessore o detentore dell’immobile soggetto agli interventi di recupero. I familiari in questo contesto includono il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado. Non è necessario che i familiari abbiano sottoscritto un contratto di comodato; è sufficiente che attestino la loro condizione mediante una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
La convivenza deve esistere già alla data di inizio dei lavori o al momento in cui vengono sostenute le spese ammesse alla detrazione, se questa data è antecedente all’avvio dei lavori. È importante notare che il requisito della convivenza e la disponibilità dell’immobile devono essere rispettati al momento della sostenibilità delle spese ammissibili per ottenere la detrazione, ma non è necessario che persistano per l’intero periodo di fruizione dell’agevolazione.
La detrazione spetta al familiare per i costi sostenuti per gli interventi su qualsiasi abitazione in cui si manifesti la convivenza, indipendentemente dalla posizione geografica dell’immobile, a condizione che questo risulti a disposizione.
Nel caso di stipula di un contratto preliminare di vendita (compromesso), l’acquirente dell’immobile ha diritto all’agevolazione se ha preso possesso dell’immobile, effettua i lavori a proprio carico e il compromesso è stato registrato.
Infine, è possibile richiedere la detrazione anche per i lavori eseguiti in proprio sull’immobile, limitatamente alle spese di acquisto dei materiali utilizzati.
Ristrutturazione parti comuni condominio: si possono detrarre le spese?
Anche per la ristrutturazione delle parti comuni negli edifici condominiali sono previste detrazioni fiscali, che variano in base alle tempistiche e ai limiti di spesa:
- Per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, effettuate tramite bonifici dall’amministratore, è prevista una detrazione del 50%. Il limite massimo di spesa per ciascuna unità immobiliare è di 96.000 euro.
- A partire dal 1° gennaio 2025, la detrazione sarà del 36% con un limite massimo di spesa di 48.000 euro per unità immobiliare.
Le detrazioni per gli interventi sulle parti comuni degli edifici residenziali sono attribuite a ciascun condomino in base alla quota millesimale di proprietà o ad altri criteri definiti dagli articoli 1123 e seguenti del codice civile.
L’amministratore deve fornire una certificazione che riporta le spese sostenute nell’anno di riferimento, nonché la quota millesimale attribuibile a ciascun condomino. Il singolo condomino ha diritto alla detrazione nella misura della quota di spesa a lui assegnata, a patto che tale importo sia stato effettivamente versato al condominio prima della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Nel caso in cui la certificazione rilasciata dall’amministratore faccia riferimento solo a un proprietario, ma le spese siano state sostenute anche da altri condomini, questi ultimi possono comunque beneficiare della detrazione, a condizione che attestino sulla documentazione fornita dall’amministratore di aver effettivamente sostenuto tali costi e specificando la percentuale di ripartizione.
Questo vale anche quando le spese per i lavori condominiali sono state sostenute da familiari conviventi, membri di unioni civili o conviventi more uxorio del proprietario dell’immobile. In tal caso, questi soggetti possono richiedere la detrazione per le spese sostenute, indicando i loro dati anagrafici e confermando l’effettivo pagamento delle spese sulla documentazione fornita dall’amministratore condominiale.
Domande frequenti:
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Come funziona il 50 per cento sulle ristrutturazioni 2024?
Il bonus ristrutturazione del 2024 permette una detrazione fiscale del 50% della spesa, fino a un massimo di 96mila euro. La cifra da dedurre può essere distribuita in 10 quote annuali di pari importo.
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Quali sono i lavori che rientrano nella detrazione del 50%?
La detrazione è consentita per gli immobili ad uso residenziale e relative pertinenze, quando si tratta di interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, nonché ristrutturazione edilizia. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria, l'agevolazione è applicabile solo per gli interventi sulle parti comuni condominiali.
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Cosa si può detrarre con la ristrutturazione?
Si può detrarre la riparazione, il rinnovamento e la sostituzione delle finiture, la sostituzione dei pavimenti, il rifacimento degli intonaci interni, e la pittura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, così come l'impermeabilizzazione di tetti e terrazze.