Vuoi installare il cappotto termico? Ecco quando è obbligatorio
Il cappotto termico è un importante intervento di efficientamento energetico: l’esperta spiega in quali casi si rende obbligatorio, gli edifici esenti e la normativa di riferimento
Federica Biasella
Architetto
- Obbligo del cappotto termico: normativa
- Cosa fare se il cappotto termico è obbligatorio
- Quali edifici sono esclusi dall’obbligo?
- Quali interventi non obbligano a fare il cappotto termico
Il cappotto termico è ormai un intervento molto diffuso e contribuisce in modo fondamentale all’isolamento termico di un edificio. Nonostante ciò, molti non sanno che in alcuni casi fare il cappotto termico è obbligatorio.
In particolare, quando siamo nel contesto di un condominio: vediamo come funziona la normativa, per quali edifici è obbligatorio e quali invece sono esentati e come effettuare l’intervento in modo corretto.
Obbligo del cappotto termico: normativa
La legge italiana specifica i casi in cui fare il cappotto termico è obbligatorio all’interno del Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015.
La normativa stabilisce che gli interventi sulle facciate classificati come semplice manutenzione ordinaria, come pulizia, tinteggiatura o piccole riparazioni inferiori al 10% della superficie complessiva dell’edificio non richiedono obbligatoriamente un cappotto termico. Tuttavia, se i lavori interessano una porzione più estesa o prevedono la rimozione di rivestimenti, l’isolamento termico diventa un requisito imprescindibile perché si parla di manutenzione straordinaria.
Il cappotto termico è obbligatorio se gli interventi sulla facciata superano il 10% della superficie complessiva dell’edificio.
Per esempio, se si rifà più del 10% dell’intonaco o si rimuove un vecchio rivestimento, è necessario rispettare i criteri energetici in base alla classificazione climatica della zona in cui è situato l’edificio. Questo spesso comporta l’installazione di un cappotto termico, adeguatamente progettato per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio. Dal punto di vista pratico, un rivestimento vecchio e spesso deteriorato non può essere rimosso senza toccare strati di intonaco sottostanti, perciò è difficile farlo rientrare tra i lavori di manutenzione ordinaria.
Una soluzione alternativa, come l’insufflaggio, cioè l’iniezione di materiale isolante tra le pareti, potrebbe essere utile in alcuni casi.
In linea generale, per capire quali interventi fare e cosa dice la normativa occorre affidarsi sempre a un tecnico esperto in materia.
Sicuramente la normativa in materia è tanta e articolata, solo un tecnico specializzato, come un architetto o ingegnere, potrà offrire una consulenza specifica in base al singolo caso.
Cosa fare se il cappotto termico è obbligatorio
Per amministratori di condominio e proprietari, la lezione è chiara: prima di procedere con il rifacimento della facciata, è fondamentale consultare un tecnico abilitato. Questi dovrà valutare se l’intervento rientra o meno negli obblighi di isolamento termico e, se necessario, redigere un’asseverazione che lo confermi. Se l’isolamento è obbligatorio, il tecnico dovrà preparare un capitolato dettagliato, che includa anche il rispetto delle normative antincendio.
La fase preparatoria è fondamentale e include la presentazione di documenti come la CILA o la SCIA, a seconda delle richieste del comune, e una relazione per la valutazione dell’efficienza energetica della struttura. Nei cantieri che superano un valore di 70.000 euro, è richiesta anche l’attestazione di congruità della manodopera prima di concludere i pagamenti.
Bisogna poi prendere in considerazione la patente a punti edilizia necessaria per avviare il cantiere.
Quali edifici sono esclusi dall’obbligo?
Alcuni edifici non sempre hanno l’obbligo di effettuare interventi di efficientamento e tra questi spiccano le strutture situate in aree vincolate. Si tratta di palazzi, immobili e altre costruzioni che possiedono caratteristiche storiche e artistiche di grande valore, che potrebbero essere alterate da un intervento.
Un classico esempio sono i centri storici, dove anche un piccolo intervento non ragionato o non progettato da un tecnico esperto potrebbe modificare non solo la costruzione ma l’intero tessuto urbano. Tuttavia, non parliamo di esenzioni generali perché le Sovrintendenze ai beni culturali valutano caso per caso. Per esempio, per alcuni edifici storici potrebbe essere utile sviluppare un progetto ad hoc che garantisca equilibrio tra conservazione ed efficienza energetica. Quindi, è cruciale sempre affidarsi a professionisti esperti del settore che possano offrire una consulenza approfondita e specifica in base al singolo caso.
Quali interventi non obbligano a fare il cappotto termico
Un aspetto rilevante della normativa riguarda le eccezioni e le deroghe per piccoli interventi di ripristino, come la semplice sistemazione o il rinnovo dell’intonaco esterno.
Tali lavori sono esentati dall’obbligo di implementare misure di efficientamento energetico, come l’installazione del cappotto termico. Il ragionamento alla base di questa esenzione è semplice: l’obiettivo è evitare di gravare con costi eccessivi o interventi complessi chi si limita a eseguire lavori minori. Tuttavia, per beneficiare di queste deroghe, bisogna rispettare alcune condizioni precise.
Gli interventi minori, come il ripristino dell’intonaco su una superficie ridotta, non devono alterare in modo significativo l’involucro edilizio. Questo tipo di lavori viene considerato manutenzione ordinaria e, pertanto, non rientra nel perimetro degli interventi che richiedono un miglioramento dell’efficienza energetica. Per esempio, chi ripara piccoli danni superficiali non è obbligato a effettuare aggiornamenti come l’isolamento termico delle pareti. Tuttavia, se i lavori si estendono su una superficie più ampia, potrebbe essere necessario valutare l’applicazione di misure più avanzate.
Si può dire che la normativa cerca di bilanciare la necessità di interventi energeticamente efficienti con la realtà delle piccole manutenzioni, garantendo un approccio flessibile che tenga conto delle esigenze dei proprietari senza sacrificare il bisogno di rendere un edificio più sostenibile. Non dimentichiamo, infatti, che col tempo l’efficientamento e la classe energetica peseranno sempre di più anche sul valore di mercato di un immobile, oltre che sui consumi e quindi sui costi della bolletta. Quindi, un intervento come il cappotto termico si potrebbe rivelare molto utile e intelligente anche qualora non fosse obbligatorio.
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