Shou Sugi Ban: l'antica tecnica giapponese del legno bruciato
Letteralmente Shou Sugi Ban significa “bruciare le tavole di cedro”: si tratta di un sistema collaudato e antichissimo per preservare nel tempo il legno. Vediamo nel dettaglio cos’è e come funziona.
Lo Shou Sugi Ban (焼 杉 板 – letteralmente “assi di cedro bruciate”) è una tecnica millenaria, sicura e super-collaudata sviluppata dai maestri giapponesi per preservare nel tempo il legno esposto agli agenti atmosferici e naturali, rendendolo stabile, durevole, idrofobo ed addirittura ignifugo, in maniera del tutto naturale ed ecologica, senza modificarne la struttura interna.
Sembra quasi impossibile pensare di bruciare il legno per conservarlo meglio: non è un paradosso, anzi, ma la tecnica va eseguita nel modo corretto per evitare di danneggiare il legno.
Lo Shou Sugi Ban non è solo una pratica conservativa ed ecosostenibile ma dona anche un effetto “legno bruciato” finale esteticamente piacevole.
Shou Sugi Ban: cos’è e quando nasce?
Utilizzata inizialmente solo sulle assi di cedro, pianta autoctona giapponese, la tecnica del legno bruciato è stata poi sperimentata dai costruttori europei ed americani su altre specie arboree. I migliori risultati sono stati ottenuti con il legname resinoso (abete, larice, cipresso), mentre si sono incontrate maggiori difficoltà ad ottenere una bruciatura uniforme con piante latifoglie (faggio, tiglio, castagno).
Questo processo di carbonizzazione del legno è stato molto in auge fino a qualche decennio fa, quando l’uso massiccio del legname (che ne ha resa necessaria l’importazione, aumentando i costi di produzione) e l’avvento di tecniche moderne per la conservazione e finitura del legno, oltre che di nuovi materiali per il rivestimento, lo hanno reso obsoleto.
Nei primi anni 2000 la tendenza a riscoprire tecniche antiche e la maggiore attenzione all’impatto ambientale hanno fatto riscoprire ad architetti e designer, prima in Giappone e in rapida successione anche nel resto del mondo, l’antica tecnica dello Shou Sugi Ban, diventata oggi una moda.
Ecco in cosa consiste.
Come funziona lo Shou Sugi Ban?
Il primo passaggio consiste nel bruciare con un cannello a gas il lato esposto delle assi di legno. Si può variare l’intensità delle bruciatura, in base all’effetto legno bruciato che si desidera ottenere.
Terminata questa fase, occorre raffreddare il legno con un getto d’acqua per bloccare la combustione. Questa fase è molto particolare, in quanto una nube di vapore si solleva dal legno bruciato, diffondendo nell’aria un profumo unico.
Una volta portate a temperatura le assi di legno, bisogna asciugarle con un panno morbido e poi spazzolarle accuratamente con una spazzola a fibra dura, per eliminare tutti i residui di carbonizzazione.
Prima di installare le tavole, si procede con un ultimo risciacquo ed una finitura ad olio naturale di origine vegetale per esaltare le venature del legno.
Al termine di questo trattamento, che con il calore ed il vapore chiude i pori delle tavole, le assi di legno diventano impermeabili all’acqua, resistenti alle muffe ed ai funghi ed anche meno infiammabili. Il legno bruciato, inoltre, diventa più stabile e duraturo. Il trattamento regala un effetto visivamente suggestivo e un profumo davvero inconfondibile.
A seconda della tipologia di legno utilizzata, infatti, le assi possono durare mediamente 50-80 anni senza necessità di alcuna manutenzione, mentre un trattamento periodico (ogni 10-15 anni) a base di olio ne prolunga la durata fino a 100 anni!
Idee per arredare con lo Shou Sugi Ban
Nata per proteggere il legname destinato ad ambienti esterni, la tecnica dello Shou Sugi Ban è sempre più apprezzata dagli arredatori d’interni, che le scelgono anche per tavole destinate ad ambienti interni, ad esempio per creare un pavimento di legno dal design unico e ricercato, ovvero quale complemento d’arredo.
La tecnica è assolutamente artigianale: nessuna macchina è in grado di riprodurla. Si tratta anche di una procedura particolarmente difficile, per cui è piuttosto sconsigliato il fai da te a principianti e curiosi poco esperti.