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5 errori da evitare per non perdere il Bonus ristrutturazione

Il Bonus ristrutturazione permette di ottenere una detrazione del 50% per i lavori in casa: ecco gli errori da evitare per non perdere l'agevolazione

19-02-2024
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image Alessia Mancini

Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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Ristrutturare la propria casa è un momento emozionante, ma può anche essere stressante e complesso, specialmente quando si tratta di districarsi nel mare delle normative fiscali e burocratiche per ottenere il tanto ambito Bonus ristrutturazione. Questo incentivo fiscale offre un’opportunità preziosa per risparmiare metà della spesa, ma è fondamentale evitare alcuni errori comuni che potrebbero compromettere l’intera operazione.

Scopriamo i 5 errori da evitare per assicurarsi di non perdere il Bonus ristrutturazione e garantire un processo di ristrutturazione senza intoppi e con tutti i benefici fiscali del caso.

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1. Errori nella compilazione del bonifico parlante

Come per gli altri incentivi edilizi, anche per il Bonus ristrutturazione è necessario effettuare il pagamento delle spese agevolate tramite bonifico parlante con causale specifica “ristrutturazione”.

Nel bonifico è essenziale indicare: la causale del pagamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita IVA o il codice fiscale del soggetto a favore del quale viene effettuato il bonifico. Non è strettamente necessario inserire il numero della fattura.

È importante sottolineare che errori nel bonifico possono comportare la perdita dell’agevolazione. Nel caso in cui il contribuente utilizzi un bonifico ordinario anziché parlante, oppure compili il bonifico parlante in modo scorretto, la soluzione è contemplata nella circolare n°43/E del 2016, secondo cui in questo caso è necessario richiedere una dichiarazione sostitutiva di atto notorio dall’azienda che riceve l’accredito. Questa dichiarazione deve confermare di aver ricevuto le somme e di averle regolarmente contabilizzate nell’attività d’impresa.

Un altro errore comune può derivare dal fatto che il mittente del bonifico sia diverso dal beneficiario effettivo del bonus (ad esempio, il conto corrente è intestato alla persona A, ma il beneficiario del bonus è la persona B). In questo caso, il bonifico deve includere i dati identificativi e il codice fiscale del beneficiario della detrazione.

2. Mancata presentazione delle fatture

Un’omissione apparentemente banale, forse dovuta a distrazione o semplice dimenticanza anziché a malafede, consiste nella mancata presentazione delle fatture relative ai lavori di ristrutturazione edilizia. Se non si riescono a presentare le fatture entro i termini stabiliti, si perde completamente il diritto alla detrazione del 50%.

È quindi consigliabile richiedere sempre la fattura alle imprese che si occupano dei lavori di ristrutturazione e, inoltre, stabilire un termine entro il quale ottenere tale documento fiscale. È preferibile per il cliente non allineare i propri tempi a quelli dell’impresa, che potrebbe incontrare difficoltà, ritardi o imprevisti di varia natura.

Inoltre, è necessario controllare che questa sia compilata correttamente, e che includa la tipologia esatta dei lavori edili eseguiti in congruenza con le spese effettivamente sostenute.

3. Lavori non conformi

Potrebbe sembrare ovvio, ma è essenziale che, per poter usufruire della detrazione del 50%, i lavori di ristrutturazione edilizia eseguiti non siano… abusivi. Per essere più specifici, è necessario che tutte le operazioni e gli interventi indicati nella richiesta di detrazione fiscale siano conformi alle normative urbanistiche ed edilizie specifiche del Comune di competenza.

È cruciale consultare un’impresa locale o un consulente che abbia familiarità con le normative locali, poiché potrebbe essere richiesto dal Comune di presentare apposite pratiche prima dell’avvio dei lavori, pena la perdita del diritto al bonus del 50%.

In alternativa, è possibile rimediare in ritardo presentando una richiesta di sanatoria. Una volta che la pratica viene accertata sia formalmente che sostanzialmente corretta, il cliente vedrà la propria situazione regolarizzata in termini di conformità alle normative urbanistico-edilizie e recupererà il diritto di cui sopra.

4. Mancanza del DURC

In relazione all’importo dei lavori, l’Agenzia ricorda che per i lavori edili iniziati dal 28 maggio 2022, con un importo totale superiore a 70mila euro, oltre all’ottenimento del DURC di congruità, la detrazione spetta solamente se nell’atto di affidamento dei lavori viene specificato che l’impresa applica ai propri dipendenti i contratti collettivi del settore. La mancanza del DURC comporta la revoca della detrazione.

La mancata indicazione del contratto del CCNL sulle fatture può essere sanata tramite una dichiarazione sostitutiva rilasciata dall’impresa che confermi l’applicazione del contratto. Infine, è importante ricordare che a partire dal 1° gennaio di quest’anno, per i cantieri con lavori di importo superiore ai 516mila euro, è richiesta l’attestazione SOA da parte delle imprese ai fini delle detrazioni fiscali.

5. Mancato invio della comunicazione ASL

La comunicazione all’ASL rappresenta un obbligo normativo previsto per garantire la sicurezza nei cantieri, laddove prevista, e deve essere inviata prima dell’inizio dei lavori all’ASL. La normativa relativa alla detrazione per le ristrutturazioni richiede la conservazione di una copia della comunicazione all’ASL, ma solo nei casi in cui la legislazione sulla sicurezza lo imponga.

Qualora sia obbligatoria la comunicazione all’ASL e questa non venga inviata prima dell’avvio dei lavori, la detrazione decade. Purtroppo, una volta avviato il cantiere, non esistono modi per correggere questo errore, quindi è fondamentale prestare attenzione a questo adempimento.

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